La taverna del Vin Vino – Borgo a Buggiano (PT)

Salve a tutti,questa è la mia prima recensione, quindi siate comprensivi…

Due sere fa sono andato andato a cena con alcuni amici alla Taverna del Vin Vino, situata nel centro dell’abitato di Borgo a Buggiano. Il locale si presenta bene, ad una prima occhiata. Menù esposto all’esterno con prezzi ben visibili. Presenti sulla carta un gran numero di piatti tipici della Valdinievole, come il carcerato pistoiese (una zuppa di frattaglie), la cioncia alla pesciatina (una sorta di trippa fatta con le guance del vitello), la farinata con la borragine.

Per farla breve, un menù da manuale dal punto di vista della tutela dei sapori del territorio. Una volta entrati, sorgono però i primi dubbi. L’atmosfera è forzatamente rurale, con quantità spropositate di tappi di sughero sparse dovunque, arredi contadini inseriti in ogni angolo, per non parlare del cameriere vestito con camicia a quadri e bretelle (in altre occasioni era corredato anche di cappello di paglia). Ma l’apice viene raggiunto con il verso simulato di una mucca che ogni tanto risuona per l’aere. Mmhh…

I sospetti di un locale che tende a impressionare il cliente con l’ambiente più che con la cucina vengono purtroppo in buona parte confermati. La cena inizia con un antipasto di terra. Ci vengono portate innanzitutto delle focaccine aromatizzate accompagnate da un boccone di polenta tagliato in foggia di cuore o losanga. Personalmente trovo l’abbinamento tra pane e polenta piuttosto discutibile, sia dal punto di vista organolettico che nutrizionale. Si prosegue con crostini di carne (molto buoni), soppressata servita su piatto caldo (idea ottima. l’aroma del salume si sprigiona quanto basta, rendendolo ancora più piacevole; se la cameriera si fosse ricordata di avvertici, avremmo evitato l’ustione…), pancetta e prosciutto tagliati al coltello (buona la prima, il secondo troppo poco stagionato per poter essere servito in fette comunque troppo spesse).

Come spesso accade quanto ci si trova in gruppo, per accontentare tutti ci siamo rifugiati nel famigerato “tris di primi“. Questa si rivela spesso una scelta catastrofica, e difficilmente mette in risalto le caratteristiche della cucina (parere del tutto personale, naturalmente). Comunque, tant’è… Ci è stata servita per prima una farinata con la borragine, senza infamia e senza lode. Carina l’idea di portarla in tavola nelle padelle di ferro. Segue un risotto con formaggio e pere, che è stato decisamente il punto più basso della serata. La quantità di zafferano (già discutibile in abbinamento con gli altri ingredienti) era tale da coprire completamente il sapore delicato delle pere, ed anche il formaggio faticava a far sentire la propria voce. Ciliegina sulla torta era una sfoglia di parmigiano posta come accompagnamento al piatto: era stata decisamente preparata troppo tempo prima, ed era così dura da risultarne impossibile la masticazione. Chiude il tris un raviolo con sugo alla maremmana (carne e funghi), anch’esso senza infamia e senza lode.

Nota positiva le porzioni, molto abbondanti (anche se, ad essere sincero, i commensali che avevo intorno non erano delle gran forchette).

Siamo dunque passati al dolce. Ho potutto assaggiare delle pere al vino con cioccolato fuso. Non male, anche se il cioccolato non era stato fuso perfettamente e presentava qualche grumo. La cena si è conclusa con caffè e grappa (limoncello per le fanciulle).

Una nota sul vino: non ci è stata presentata la carta, cosa che personalmente non mi piace, sia perchè mi piace curiosare, sia perchè il vino può incidere in maniera notevole sul prezzo finale. In ogni caso, ci è stata portata un bottiglia di novello, con la quale abbiamo accompagnato l’antipasto, ed una di “Valinardi”, rosso della zona di Vinci. Quest’ultimo è stato una piacevolissima scoperta, ed avrebbe meritato di accompagnare una cena diversa. Purtroppo non sono riuscito ad individuarne il prezzo fra le voci del conto, quindi non posso dire se il ricarico sia stato pesante o meno.

Spesa complessiva: 30€ a testa, giusti per la quantità, forse un po’ meno per la qualità.

Giudizio complessivo: una ganascia e mezza.2 ganasce e mezza. Indirizzo: Taverna del Vin Vino. Piazza del Bestiame – 51016 Borgo a Buggiano (Pistoia)

Nota: purtroppo questo locale ha subito una netta involuzione nell’ultimo periodo. Avevo avuto occasione di provarlo poco dopo l’apertura, ed il riso con formaggio e pere che mi fu servito allora non aveva niente a che vedere con quello di cui ho parlato in questo scritto. La recensione che trovate qui è solo l’ultimo di una serie di tentavi, purtroppo con esito simile, negli ultimi 6 mesi. Un vero peccato, speriamo possano tornare agli antichi splendori.


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13 risposte

  1. Scusate se mi auto-commento.
    Ho riletto con maggiore attenzione la valutazione in “ganasce”, vorrei cambiare il giudizio in 2 ganasce. Inoltre mi sono accorto che l’impaginazione è tremenda. Vorrei sapere se è possibile editare quanto scritto. Grazie.

    1. Ciao Durthu, letta la tua recensione e incuriosita dalle tue parole ci sono andata ma nn di sabato perchè si sa che in qualsiasi ristorante che lavori almeno un pò… nn ci si va in quel giorno. Non credo che l’ambiente sia forzato e di certo il cameriere nn può servire ai tavoli con la livrea visto il contesto, ho cercato i tappi sparsi dappertutto come hai detto tu ma li ho trovati solo sulle ungarine e nemmeno più di tanto… Ti ho imitato un pò e più o meno abbiamo chiesto le stesse pietanze tue (eravamo in quattro) mi sono fatta spiegare dal ragazzo della Taverna perchè la”” polenta “” e m’ha detto che a suo tempo era il pane dei poveri, la tua “” soppressata ” era in realtà “” mortadella di Prato “”, la “”pancetta”” era “” Tarese del Valdarno “”, “” farinata di cavolo nero e nn di boraginpre “” “” il cestino del risotto eun si mangia!!! HiHIHI :-)… Insomma nn per essere una pignola rompiscatole ma nn ne hai presa una…. cmq. a me è piaciuto il posto e quello che ho mangiato …hei visto che era la tua prima recensione sei scusato… ma alla prox fa più attenzione… 😀 Ciao alla prossimma!!!

        1. In 3 anni, io vorrei NON aver trovato piú le stesse cose, francamente… penso che un commento del genere abbia poco senso, dal 2007 a ora n’é passata di acqua sotto i ponti.
          Ache perché tra soppressata e mortadella di prato c’e’ una bella differenza e non c’é verso che la si sbagli, no way! 😀

      1. Ciao yumiu. Come già altri hanno fatto notare, la mia recensione risale ormai a 3 anni fa, quindi è più che probabile che certe cose siano cambiate (anzi me lo auguro di cuore, viste le mie esperienze). A mio parere, inoltre, non ha senso dire che un ristorante non si possa andare di sabato (tenessero chiuso allora ^_^). Infine, non per fare il pignolo, ma avrai notato che ho scritto che il risotto era accompangato da una sfoglia di parmigiano, non servito in un cestino di parmigiano. Quindi direi che ero autorizzato a mangiarla ^_^ . Ma visto che è uno dei tuoi primi commenti, sei scusata ^_^ . Alla prossima!

  2. trovo tutto corretto e ben esplicato nella recenzione del vin vino! sono stato alcuni anni fa e il locale e’ descritto in modo perfetto con tanto di cappello di paglia del cameriere!il gestore è indubbiamente un personaggio,io lo vidi presentare dei piatti in tv e raccontare storie del passato legate all’amicizia con la sora lella di roma e organizzai una cena incuriosito!effetivamente l’effetto rurale era troppo esaltato ,direi turistico x capirci ed il cibo una rieditazione di piatti poveri in conto moderno! magari la ganascia e mezzo mi sembrava strinta, poi ho visto che anche sei stato della solita idea aumentando la valutazione! complimenti ancora x la precisione descrittiva e continua nel portare testimonianze mangerecce sul sito! saluti

  3. Grazie Sommellie! Si, in effetti una ganascia e mezza era decisamente troppo poco.
    Spero di poter contribuire al sito, secondo me è davvero una grande idea per gli amanti della buona tavola!Anche perchè di consente di parlare liberamente di ciò che ci piace ^_^

  4. Il miglior modo per gustare la cucina di Ramon è quello di sedersi rimettersi alla loro fantasia.
    tutti stuzzichini partendo dalla Mortadella di Prato,
    al Tarese del Valdarno, al Risottino al Lampredotto con una spolveratina di Tartufo, al Rognone, il tutto annaffiato da un buon gotto di Scivè Rosso di Bolgheri del 2007.
    Provate non ve ne pentirete.

    Grazie alla Grazia, Manuel e all’insuperabile Ramon!

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