Osteria dei Cavalieri – Pisa

Indirizzo:

Via S. Frediano 16 – Pisa
Tel 050 580858 – Fax 050 581259 – www.osteriacavalieri.pisa.it

Il locale si trova in pieno centro storico (ZTL), sulla direttrice Piazza dei Cavalieri – Sapienza – Lungarno, a pochi passi dalla chiesa di S. Frediano. Il parcheggio più comodo è a 5 minuti di passeggiata, in Piazza Carrara (gratuito dopo le 20).

Per farsi un’idea del posto e dell’offerta enogastronomica consiglio di visitare il loro sito internet perché è ben dettagliato.
Sul sito troverete la descrizione e la storia del locale, dei menù (alla carta, percorsi consigliati di terra, mare e verdure, piatti unici e proposte del giorno) e il dettaglio di alcune portate tra le più significative. Sebbene le foto e i testi possano apparire un po’ troppo patinati, corrispondono alla realtà di ciò che vi sarà servito a tavola (almeno per le cose che ho mangiato io). È pubblicata anche la carta dei vini.
Dulcis in fundo, ci sono anche tutti i prezzi, ad eccezione delle proposte del giorno.

Pubblicare i prezzi credo che sia un atto di lealtà nei confronti dell’aspirante avventore. Avere la libertà di decidere a priori cosa mangiare, cosa bere e quanto spendere è un vantaggio. L’anno scorso Moreno Cedroni della Madonnina del Pescatore di Senigallia aveva in lista un modesto Le Moie di Fazi Battaglia a 25 euro. All’Ipercoop di Navacchio costava 5,30 euro: alla faccia del ricarico! Quest’anno però l’ha tolto dalla lista dei vini: magari qualcuno gli ha detto che aveva un po’ esagerato!

Se all’estero è prassi comune pubblicare i prezzi e la carta dei vini sul sito, da noi è molto più raro, ed è comunque prerogativa dei ristoranti di classe medio-alta. In Italia ci sono ancora locali ove il prezzo dei prodotti è quasi un tabù da tenere nascosto, col menù declamato a voce e con il cliente che deve scegliere, all’impronta, senza neanche sapere quanto andrà a spendere. Se questo comportamento può essere tollerato nelle trattorie da ribotta low cost, è intollerabile nei locali dove magari ti aprono… il portafoglio. Io lì non ciritorno.

Conosco l’Osteria dei Cavalieri da almeno 15 anni. All’epoca ci portavo la fidanzata e almeno tre o quattro visite l’anno si facevano. Ho diversi ricordi legati a questo locale. Il più memorabile è una cena nell’inverno del ’97 a base di cinghiale accompagnata da uno splendido Solaia 1990. Allora pagai la bottiglia 100.000 lire (che all’epoca non erano pochi), l’altro giorno ho scoperto che il catalano El Bulli lo ha in carta a 500 euro. Pensavo che fosse stato bevuto tutto…

In tutti questi anni l’Osteria è rimasta, mi pare, sempre uguale a sé stessa, e a Pisa non è affatto scontato.
Quanti sono i locali che aprono con grande pompa, poi implodono e infine scompaiono o degenerano? Non pochi.
Quindi, essere sopravvissuta è già un segno positivo.
Ad accogliervi troverete il front-man/maitre de salle/sommellier/patron di sempre, Ettore Masi, da prendere o lasciare, lui è fatto così. Una di quelle persone che di solito è simpatica, ma che se fa troppo la simpatica poi diventa antipatica.

L’ingresso dà direttamente nella sala principale e nonostante la controporta d’inverno qualche spiffero, di freddo o di fumo, entra (soprattutto a causa del via vai di coloro che devono fumarsi due o tre sigarette tra una portata e l’altra). Può essere fastidioso per i tavoli vicini. Sulla destra c’è un’altra sala, e in fondo la porta che dà sulla cucina (non a vista). L’arredamento è semplice, sobriamente elegante, con una illuminazione tenue, ma non da nittalopi. Tavoli e sedie mediamente comodi. La mise en table è quasi da ristorante elegante: tovaglia bianca, fiorellino fresco, posate pesanti, piatti sottili bianchi e grandi, bicchieri di buona fattura. Ambiente climatizzato.

La proposta gastronomica è essenzialmente legata alla cucina del territorio. Ricette tradizionali pisane o toscane rivisitate, magari alleggerite o raffinate. Qualche invenzione. Comunque una cucina concreta, basata sulla stagionalità e a quanto offre il mercato soprattutto per i piatti del giorno.

La cena che vado a descrivere è stata fatta giovedì 29 novembre 2007. Prenotazione per due persone per un tavolo tranquillo.

Siamo arrivati che il locale era già pieno. Il nostro tavolo era quello in fondo a destra, punto di osservazione strategico per tutta la sala principale. Abbiamo chiesto cosa c’era di giornata, in particolare se potevamo ordinare i tagliolini al tartufo bianco, considerando la stagione. “Non ci sono, quest’anno ce ne sono pochi, i prezzi sono folli, quindi non li tengo”. Mi è sembrata una risposta corretta.

In tavola ci hanno portato subito un cestino con vari tipi di pane, schiacciatine, e l’acqua.

Abbiamo mangiato:

Crema di ceci con funghi porcini per due (6,00€ x 2)
Un passato di ceci, leggero, aromatico e denso al punto giusto, arricchito con una specie di dadolata di porcini. Un antipasto che, d’inverno, abbraccia lo stomaco.

Pappardelle al sugo di lepre (9,00€ x 2)
Il sugo è fatto alla vecchia maniera, in bianco, con cottura prolungata.
Per niente unto, rimane comunque morbido in bocca, onctueuse come direbbero i francesi. La carne di lepre, se non cucinata a dovere, tende a rinsecchirsi e a diventare stopposa. Un piatto equilibrato, saporito, con gli odori che servono, senza eccedere con droghe troppo coprenti. Pappardelle di pasta fresca tirata il giusto. Cottura al dente. Porzione abbondante.

Cinghiale in umido con la polenta (14,00€ x 1)
L’ha mangiato mia moglie. Lei è una fissata del cinghiale, lo sa cucinare benissimo, in tutti i modi, ma vuole confrontarsi con l’operato altrui.
Preparare il cinghiale è un’arte.
Ci vorrebbe un cinghiale nutrito a ghiande e prodotti di sottobosco (e non appastati col pane rancido). Un cacciatore che sappia mirare bene, in modo da ridurre al minimo la produzione di adrenalina che irrigidisce le fibre muscolari. Una frollatura fatta a regola d’arte, che ha lo scopo di ammorbidire ulteriormente le fibre muscolari e a moderare il sentore di selvatico. Poi c’è il capitolo marinatura: la carne va tagliata a bocconcini tutti della stessa misura, facendo attenzione al verso delle fibre, e lasciata riposare 24 ore nel vino aromatizzato con gli odori e le spezie. Poi si scola la carne, si butta via la marinatura (perché ha estratto il sangue che in cottura darebbe un sentore amarognolo), si rifà il battuto, eccetera, eccetera. Non voglio tediarvi oltre, comunque fare un ottimo cinghiale in umido non è come fare una fettina riscaldata.
Bando alle ciance, l’ho assaggiato anch’io e m’è parso proprio buono, con l’olivina nostralina un po’ amarina e la polentina sgrassante. Anche qui, porzione abbondante.

Tagliata di manzo con pioppini e fagioli (14,00€ x 1)
Carne succulenta, sapida (ma non salata). Un pochino coriacea (è controfiletto), ma non gommosa. Cottura al sangue, come piace a me (hanno rispettato la comanda). Inconsueto è l’abbinamento di pioppini, cotti in bianco, oltre ai soliti fagioli, mi pare cannellini. Pioppini veri, quindi col tipico profumo di terra bagnata, non sfarinati dalla cottura, ma ancora turgidi. Idem per i fagioli, né troppo duri, né troppo cedevoli. Di buccia fine.
La composizione di carne scaloppata, pioppini e fagioli, viene condita con abbondante olio extra vergine di frantoio. Ho gradito molto questo piatto, apparentemente semplice. Buoni e di qualità gli ingredienti, ineccepibile la cottura. Goduriosa scarpetta nel finale, con tutti quei succhi dispersi nel piatto.

Le precedenti portate sono state accompagnate da un maremmano Avvoltore 2004 di Moris Farms. Vino elegante, possente, profumato, aromatico, dal finale lunghissimo: una bomba.
Riguardo al vino ci sono stati due problemi. Il primo, che era fresco di cantina, quindi abbiamo dovuto aspettare un po’ prima che raggiungesse la temperatura di servizio (in pratica abbiamo iniziato a gustarlo alla fine dell’antipasto). Il secondo problema, quello relativo al prezzo. Sul sito avevo visto che costava 34 euro. Invece sulla carta era proposto a 39 euro. Ho fatto notare questa discrepanza, ne hanno preso atto e si sono scusati del mancato aggiornamento.
Comunque sia, un ricarico più che corretto visto che in enoteca l’ho trovato (nello stesso periodo, a Pisa) da 27,50 a 36,00 euro.

A proposito di vini, la lista è molto ampia, sia per scelta che per prezzo. Quasi come un’enoteca. C’è da divertirsi, soprattutto con i rossi toscani e piemontesi, e i bianchi dell’Alto Adige o del Friuli. Come dicevo prima, i ricarichi mi sembrano corretti, e scendono in proporzione al prezzo del vino. Soprattutto ci sono in carta molti vini di ottima fattura che non costano un’esagerazione.

Cantuccini di Prato con vinsanto (offerto).
Mia moglie mi ha detto: “Potrei fare la botta”, quindi non ha preso un dolce più sostanzioso.
Biscottini classici, croccanti e mandorlosi. Vinsanto asciutto, secco, aromatico.

Flan di cioccolato fondente (7,00€) con bicchierino di barolo chinato (offerto).
Il classico tortino col cuore caldo di cioccolata, che si affaccia sul laghetto di crema pasticcera liquida arzigogolata con crema al cioccolato e innevato da zucchero a velo (cfr. foto dal sito: è esattamente così). Il dolce è fatto bene, ottima cioccolata, zuccherato il giusto, cotto a puntino. Come si dice a Pisa, non stucca per niente. Siccome lo so fare anche io, devo dire che è eseguito bene, e presentato meglio.
Solo due considerazioni: sul sito c’è scritto (non mi ricordo come è descritto nel menù) che la preparazione è fatta al momento e che la cioccolata fondente è di Amedei.
Per quanto riguarda l’affermazione preparazione istantanea, ci posso credere, ma il risultato è assolutamente identico partendo da una preparazione congelata. La ricetta è di facile esecuzione (per chi sa fare i dolci, naturalmente) per quanto riguarda l’assemblaggio degli ingredienti. L’unica vera grossa difficoltà è il tempo di cottura: bisogna conoscere bene il proprio forno per tirare fuori il tortino al momento giusto. Due minuti di cottura in più o in meno danno come risultato un budino molle o un muffin. Partendo dal congelato il risultato è identico, basta allungare i tempi di cottura.
Per quanto riguarda la marca della cioccolata, sicuramente usano cioccolata di ottima qualità, sicuramente è di Amedei, ma gradirei che questo plus venisse in qualche modo certificato.

Caffè (1,50€ x 2)
Per terminare, due caffè, densi e cremosi, accompagnati se non erro da chicchere di caffè tostato ricoperte di cioccolato fondente.

Hanno anche una bella lista di distillati, ma dovevo guidare e ho rinunciato.

Il conto:
2 coperti + acqua: 5 euro
2 antipasti: 12 euro
2 primi: 18 euro
2 secondi (contornati): 28 euro
2 dolci: 7 euro (1 offerto)
2 vini liquorosi: offerti
2 caffe: 3 euro
1 bottiglia di vino: 39 euro

Totale: 112 euro. Pagato 105 euro (66€ cibo + 39€ vino) in due.

Per concludere, già il fatto che mi ricordi questa cena a distanza di 8 mesi mi sembra significativo. Abbiamo mangiato molto bene, bevuto altrettanto bene e pagato un conto più che onesto. La digestione è stata perfetta.
Che dire? In cucina sono bravi, la materia prima m’è parsa di qualità e cucinata con rispetto. Sapori genuini, non ruffiani. In sala il personale è cordiale ed efficiente. Nonostante il locale fosse pieno (di giovedì!) le attese tra una portata e l’altra sono state fisiologiche. Siamo rimasti a tavola due ore e mezzo, ma il tempo è volato piacevolmente.

5 ganasce5 ganasce per: abilità in cucina, uso delle materie prime, rapporto qualità/prezzo, efficienza del servizio, cantina.
4 ganasce4 ganasce per: originalità e ricerca, eleganza del locale e dell’apparecchiatura.


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Io ciritorno.

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30 risposte

  1. @ Ganascia: non ho inserito la categoria perché non ne ho trovata una adatta. Comunque il locale non è nel novero delle osterie fighette (è in contraddizione con quanto ho scritto: fare i fighetti per oltre 3 lustri è dura!), piuttosto in quello dei ristoranti medi.

  2. Ho avuto amici per cena e li ho portati in questa osteria, e ne siamo rimasti soddisfatti. 3x primi piatti (gnocchi con fiori di zucca e pistacchi, pasta fritta con prosciutto crudo, tagliolini ai porcini), 4x tagliate di manzo (miste), 2x frutta e 2x dolci (buonissimi), vino della casa non male: 115€ può starci. Buono il servizio, purtroppo ci hanno fatto fretta perchè avevano una prenotazione al nostro tavolo per le 21.30 (ma ci avevano avvertito prima, prendere o lasciare). Ci andrò di nuovo.

  3. Non sono assolutamente d’accordo con questo commento. Io trovo l’Osteria dei Cavalieri cara e falsamente “alla buona”; gli ingredienti usati lasciano traccia fino all’indomani prolungato (sarà per la qualità di un olio scadente?). Il menù è SEMPRE lo stesso da anni, il che vuol dire che quella che si trova o non si trova in stagione conta ben poco.
    Il pesce proposto è o d’allevamento o congelato.
    Mi dispiace: codesto locale è su tutte le guide e assolutamente non lo merita.

  4. @ martinella
    Stiamo parlando dello stesso locale?
    Mi piacerebbe sapere cosa hai mangiato di così indigesto, e quanto hai pagato. Racconta, per favore.

  5. Io confermo tutto quanto scritto nella recensione. L’Osteria dei Cavalieri e` il mio locale preferito a Pisa. Ci siamo stati la prima volta nel 1993, e da allora almeno un paio di visite l’anno le facciamo (e non siamo mai rimasti delusi).
    Sebbene il menu di base sia inviariato (il che` per me e` un pregio), ci sono sempre le proposte del giorno (sia di mare che di terra) che rispecchiano la stagione e cio` che si trova sul mercato.
    L’ultima volta, qualche giorno fa a pranzo abbiamo mangiato:
    2 sformatini di zucchini
    1 tagliolini ai bianchetti
    1 pasta con melanzane e ricotta salata
    1 formaggio e verdure alla piastra
    1 pesce al forno con frutti di mare e pomodorini
    1 flan al cioccolato (delizioso!)
    1 ananas al maraschino
    1 caffe`, acqua e una bottiglia di bianco della casa (un malvasia) per 70 euro.
    Questo ristorante a mio parere le 4 ganasce le merita tutte.

  6. Purtroppo no! Anche io ero una patita del souffle` al Grand Marnier.
    Comunque l’ha sostituito col flan al cioccolato, che da solo merita una visita!

  7. Ci sono stata ieri sera. Abbiamo preso 2 antipasti: sformato di pecorino con crema di fagiolini (a cui ho fatto aggiungere anche i pioppini), pasta fritta con crudo. Un secondo per 2 (due che mangiano assai!):una Fiorentina da 1kg400gr al sanguISSIMO con patate e vedure al forno.
    Rosso della casa (non male).Acqua.Caffè-Cantuccini e vin santo.Spesa 75Euro.Buon rapporto qualità-prezzo (se si considera la Fiorentina poi…).
    La bistecca era buonissima. Il resto anche. I ragazzi che servono simpaticissimi!!..Classico ma buono: 3 ganasce abbondanti!

  8. Ieri sera sono tornata all’osteria dei cavalieri. Tagliata abbondante, quasi cruda, saporita e morbidissima: OTTIMA! saluti.

  9. Ciao a tutti! Questa settimana vengo a Pisa e cercando su google qualche ristorantino buono sono capitata nel vostro sito.
    (sono salva!)
    Mmmh l’osteria dei cavalieri ha un menù proprio squisito e penso di andarci al 99%!
    Mi dite per cortesia se i piatti sono abbondanti oppure se ogni piatto ha una porzione minuscola?

    Grazie!

  10. Non ho capito se sono 4 o 5 le ganasce, in ogni caso le sottoscrivo.

    Siamo andati questa sera, abbiamo preso :

    -Cappella di porcino alla griglia ( 9 euro ) : questo era in realtà di accompagnamento alla tagliata, ma me lo hanno portato ugualmente come antipasto per farmelo assaggiare
    -Linguine con le arselle sgusciate ( 10 euro )
    -Non ricordo cosa ( 9 euro )

    -2 totani alla griglia con rucola ( 12 euro ) : ne ho assaggiato un pezzettino, morbidissimo e ben cotto.
    -1 filetto di pesce al forno con pomodorini, frutti di mare e patate ( 13 euro ) : questo l’ho preso io, il pesce era un’orata. Buonissima, cotta in maniera eccellente.

    -2 bavaresi, una al cioccolato ed una al caffe ( 2 x 5 euro ) : un piccolo neo, forse la bavarese al caffè sembrava più un ” budino “. Sono state comunque apprezzate.

    – 1 caffè, pane e coperto ed acqua

    Totale 84 euro.

    Secondo me c’è un ottimo rapporto qualità / quantità / prezzo : il servizio è stato cordialissimo , niente da eccepire.

    A chi amasse i funghi consiglio di andare a fare una ” capatina ” in questo periodo, perchè la cappella grigliata che ho preso era notevole !

    Saluti !

  11. Io invece mi sono trovata malissimo. Ci hanno letteralmente derubato: un primo 14 euro, un secondo (insipido) 50 euro. Un bicchiere di vino (non finito perché veramente mediocre) 8 euro.
    Ma perché lo consigliate? Siete parenti?

    1. Allora basta. Sono stufo. Se non siete capaci di capire come funziona questo sito (o l’educazione in generale), alla prossima illazione si cancella tutto. Va bene?

  12. ciao Eli
    l’Osteria dei Cavalieri credo NON abbia bisogno di recensioni dei “parenti”
    te piuttosto specifica bene che ti sei mangiata ?
    in lista i primi non superano i 9€ e i secondi massimo arrivano a 15€
    non e’ che ti sbagli con La Sosta dei Cavalieri
    lì i prezzi sono piu’ alti ma sempre inferiori a quanto hai speso

    1. Il mio primo post su questo blog!
      All’Osteria vado relativamente di frequente con la fanciulla, e usciamo sempre decisamente contenti: ciritorniamo fra qualche giorno, mi ricordero’ di scrivere qualcosa!
      I prezzi visti nel post di Eli73 mi paiono allucinanti, faro’ un piccolo report anche su quelli =D
      Stay tuned!

  13. Visita all’Osteria dei Cavalieri di qualche sera fa; in due, prese tre portate a testa:
    – 1 pancotto ai frutti di mare – ottimo per idea e preparazione, forse le cozze erano al limite della freschezza, ma ancora mangiabili, i gamberi erano perfetti;
    – 1 gnocchetti alla gallinella – buoni;
    – filetto di gallinella per due con contorno di frutti di mare e verdurine – pesce fresco, preparazione corretta, tranne che per i frutti di mare di contorno, che avrei preferito meno cotti e più fragranti;
    – 2 dessert: semifreddo al croccante e torta di pere, ottimi entrambi.
    – acqua, una bottiglia di un ottimo traminer aromatico altoatesino (Falkenstein, che mi pare abbia inciso sul conto per 20 euro), due bicchieri di Porto con i dessert.
    Conto di 123 euro, scontati a 110 (55 a testa).
    Mi trovo bene in questo locale e ci ritorno sempre volentieri, non tutte le volte che vorrei, perché spesso è difficile trovarci posto. Nel panorama pisano, avere un punto di riferimento (costante nel tempo da ormai più di 20 anni) per qualità dell’ambiente e livello della cucina non è cosa da poco. Stavolta, però, mi è parso meno brillante del solito (attenuante: erano quasi le 22:00 al nostro arrivo): spero di ricredermi la prossima volta, che ci sarà senz’altro.

  14. Io stavolta non mi sono trovato granchè bene …
    Ero con amici forestieri che volevano provare l’Osteria, da tempi immemorabili stabilmente presente nella guida di Osterie d’Italia Slowfood .
    Era già un po’ che non andavo, si entra e notiamo subito una folta presenza predominante di “turisti” , mi sembrava un tempo il locale fosse più frequentato dai pisani .
    Siamo in cinque ci sediamo e ci viene portato il menù . Vedo che a distanza di anni il menù non è cambiato, le proposte sono più o meno sempre le stesse . Fuori menù sempre proposte tradizionali primi alla lepre, la chianina tra le bistecche e il pesce da fare al forno (spigola in questo caso) . Optiamo per quattro assagi di antipasto pasta fritta e salumi (iper-tradizionali) a 6€ , quattro primi una pappardelle alla lepre (ne ho mangiate di meglio anche alla festa dell’unità) , una tagliatella all’anatra con bacche di ginepro (buonine a detta di chi le ha prese) e due gnocchi alla gallinella (nella norma) Tutti a 9€. Uno di noi prende altri due assaggi di antipasto uno sformatino di formaggio e una cuchiaiata di pioppini trifolati conteggiati alla fine a 12€ . Lo sformato era poco bilanciato nei sapori, aveva la consistenza di un tomino alla piastra . Come secondo in tre anche su consiglio del cameriere si prende la bistecca di Chianina 1,3 kg e le due signore prendono la spigola al forno . Come contorno patate e verdure . La bistecca è cotta male in modo non uniforme ed è stracarica di pepe (dovrebbe essere il commensale a condirsela a piacimento), la spigola senza infamia e senza lode, ma sembra di allevamento quindi è un po’ strano che sia messa tra le proposte del giorno . Nessuno prende il dolce . Come vino una bottiglia di Franciacorta e 30€ e un rosso biodinamico a 25€ . La chianina che non era in menù ci è stata conteggiata a 78€ complessive pari a 6€ l’hg, la spigola 700g a 35€ . Non si è preso il dolce . Conto 50€ tondi con uno sconto di 5€ .
    Ma decisamente mi aspettavo di meglio non tanto per il conto complessivo ma per la qualità dei piatti cucinati . Così rasenta a malapena le TRE ganasce, altro che cinque .

  15. secondo me non era da 5 ganasce neppure quando ci si mangiava bene..non ho mai capito perché non sia stato abbassato il voto..considerando i posti che hanno 5 ganasce..lo trovo un pò fuori da ogni logica!3erano le sue tempo fa..adesso forse 2?? PS: Mariotto, sono stata dal tuo maestro Corelli – la mia esperienza è stata FAVOLOSA (però il cestino nel pane..mmmmmmmm..qualcosa cambierei 🙂

  16. P.s. Simo ciao
    son contento ti sia piaciuto Igles detto da te vale molto di più 🙂 …. sul cestino la mia valutazione era più che altro in risposta al post precedente un po’ eccessivo…. anche io e il mio amico Ranza, anche se siamo “devoti” al maestro, si conviene che può essere migliorato .-)

  17. L’unica e ultima volta che ci sono stato (qualche anno fa), a fronte di una cena senza infamia e senza lode e un servizio scortese ho speso una fortuna. Non mi hanno piu’ visto. Secondo me è uno dei locali piu’ sopravvalutati di Pisa e sinceramnete non capisco come possa comparire in tante autorevoli guide di ristoranti (e discorso analogo potrebbe essere fatto per altri 3-4 locali in zona)

  18. Non ci son piu’ stato da anni , solo perche’ non c’e’ stata l’ occasione. Comunque, se nel 2008 valeva 4 ganasce o 3 abbondanti su 5 massime, ora 2 su 6, nemmeno alla mensa universitaria 😀 E’ scaduto così tanto? Peccato, altro punto a sfavora di Pisa Centro 🙁

  19. E se si abbassasse il rating? Credo anch’io che le 4/5 ganasce attribuite in origine possano ridursi a 3 (nel mio commento di un anno fa ricordo di essere stato un po’ di manica larga, per rispetto al passato dell’Osteria e per attendere qualche conferma … che mi pare, ahimè, arrivata!). Naturalmente, con l’augurio di recuperare al più presto!

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