6 Ganasce

Ho deciso di aggiungere un voto in più al sistema delle ganasce:

6ganasce

6 ganasce!

Le sei ganasce riequilibrano il sistema, perché in effetti c’è molto scarto tra le tre e le quattro ganasce; le cinque poi sono state calibrate sulla realtà di Pisa dove comunque non si va sopra un certo livello. Quindi, le 6 ganasce andranno usate in maniera estremamente selettiva. Rappresentano la perfezione assoluta per quanto riguarda un’esperienza di ristorazione.  Cibo, ma anche presentazione, atmosfera, carta dei vini, servizio, ambiente.

Mi aspetto che pochissimi ristoranti raggiungano questo voto che potremmo definire “di classe Gambero Rosso”.

Ricordo che il sistema delle ganasce si basa sul presupposto che i voti alti si assegnano a cucine che vanno oltre la mera rappresentazione delle tradizione per investire nella ricerca e, qualora riuscisse o si fosse particolarmente fortunati, nell’arte.

Allora niente pizzerie, kebabbari, etnici ripetitivi, trattorie “tradizione della nonna”. Niente tovaglie di carta per quanto fighette, menu a voce, vini nel fiasco o presenti in carta e solo lì, acque demineralizzate del menga, schiacciatine bisunte, rucola, panna, servizi improvvisati. In questa categoria il sommelier è d’obbligo, e nel mio caso se deve servirmi il vino mi stia vicino e non mi lasci a secco (capitato più volte).

La pagina dei voti è stata aggiornata di conseguenza. Buon divertimento, vediamo quale ristorante sarà il primo (la vedo dura però).

PS. Ho aggiunto le immagini delle ganasce alla sezione “Libreria Media“, raggiungibile attraverso il bottone Aggiungi Immagine in alto a sinistra dell’editor. Così dovrebbe essere più semplice per tutti inserire le ganasce da soli.

Scegliere le Ganasce

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Elephant Bistrot – Livorno.

All’inizio dell’Estate, mi son trovato in piazza Mazzini, ad una sorta di fiera in cui, stranamente, non c’era niente da mangiare. Ho

Il Caminetto – Montaione (Fi)

Per alcune circostanze che qui non interessano, mi sono trovato nei giorni passati a Montaione. Su segnalazione di una persona del posto,

19 risposte

  1. …sarà praticamente impossibile avere le 6 ganasce…ma qualche locale da 5 ganasce in più ci sarà… quelli QUASI perfetti ad esempio!

  2. E magari i locali un po’ sopra la media ma non eclatanti (tipo quelli che fanno della buonissima cucina tradizionale, magari con forte attenzione alle materie prime) prenderanno 4 ganasce invece che le solite 3.
    D’altra parte, le tre ganasce verranno assegnate ai posti tranquilli, dove si sta bene e si spende il giusto, ma niente più (tipo l’agriturismo per il pranzo della domenica, menu’ prezzo fisso, vino della casa e piatti tipici). Do you agree?
    Già che siamo in vena di modifica, vorrei proporre qualche piccolo aggiustamento.
    1 – visto che a volte i voti sono stati dati, usando un latinismo, “ad catzium”, non sarebbe male se, nella pagina dei voti, fosse scritto che le votazioni sono soggette al giudizio del buon Ganascia.
    2 – Potrebbe non essere fuori di testa togliere le frasi sulla “fregatura” che stanno sulle due ganasce e sulla ganascia singola, e il pezzo di Provenzano sulla ganascia morta. So che vogliono solo essere ironici, ma abbiamo visto più volte quanto i ristoratori manchino di autoironia (per essere gentili).
    Ovviamente sono solo proposte, e su questioni molto marginali, come potete vedere.

  3. Salve
    Riprendendo alcune considerazioni precedente fatte anche dal vice_comandante (Durthu) e da altri sulle modalità di attribuzione dei voti mi premeva sottolineare :

    – se e’ vero che stiamo parlando di un blog amatoriale e non di una guida sui ristoranti
    – se e’ vero che tutte le recensioni se pur scritte in buona fede sono per gioco forza soggettive e fornite da persone che contribuiscono alla valutazione in base alla propria esperienza di frequentazione di locali .
    – se e’ vero che il voto e’ una sintesi complessiva delle emozioni che il soggetto ha ricevuto da QUEL locale e in QUELLA particolare serata .
    mi sembra “un po’ fuorviante” attribuire il valore assoluto di un locale al giudizio di una persona che nella sua visita potrebbe essere stata condizionata e anche di molto da altri fattori e aspetti che magari poco ci azzeccano sulla valutazione complessiva del cibo e del locale

    Secondo me l’attribuzione delle ganasce ad una recensione più che come votazione assoluta dovrebbe essere presa come indice di gradimento a quel locale da parte della persona che l’ha inviata .
    Ogni visita successiva aggiunta dovrebbe riportare nuovamente la votazione in ganasce in modo da confermare o farne derivare una media in termini di gradimento per quel locale .

    Questo prendendo un po’ come modello di riferimento il sito di Tripadvisor che raccoglie a livello globale le recensioni fatte dagli ospiti degli hotel sparsi per tutto il mondo che io trovo molto affidabile .

    Non ci sono locali distinti per categorie ma la classifica complessiva viene derivata dalla media del gradimento rilevato dagli ospiti .

    Mi sembra che ad oggi la votazione indicata iniziale viene quasi nel complesso dei locali mantenuta indipendentemente dai giudizi e dalle recensioni seguenti

    Naturalmente nella attribuzione delle ganasce va’ sempre tenuto comunque conto delle regole generali in modo da non avere un kebabbari a 6 ganasce 🙂 (a me comunque il Kebab piace)

  4. Questo richiederebbe un lavoro non indifferente (abbiamo circa 400 recensioni all’attivo, così a occhio), e un cambiamento radicale nella filosofia di questo blog.
    Ho già espresso le mie idee in merito, però magari ganascia la pensa diversamente (che è l’unica voce che conta, per altro ^_^).

  5. per quanto mi riguarda, se qualcuno vuole esprimere le sue ganasce nei commenti di una recensione lo può fare benissimo. Inoltre a volte abbiamo modificato i voti quando erano palesemente contraddetti dai commenti.
    Quanto al sistema di votazione congiunto: manco pa’ ‘a capa. Sapete che casino sarebbe aggiornare il database?
    E poi, chi scrive la recensione ha diritto di dare un voto che resti, se possibile.
    Se le esperienze sono radicalmente diverse, sapete che abbiamo via via autorizzato le seconde recensioni.

  6. Salve,vorei fare una domanda,ora che avete cambiato il parametro del gudizio,mi sembra che (parlo nel mio caso )per la recensione che ho fatto alla trattoria Cicero,urgge la premiazione di una ganasca in piu,o vero da 4 assegnate ,si puo mettere a 5. Prima non ci stavano,ma ora si.Poi pensandoci un pò in generale ho pensato che certe volte si e un puo tittubanti sulle ganasce,perche magari il cibo e da 5 ,ma ambiente da 4 ,o viceversa. in futuro se volete si puo dare delle voti da 0 a 6 per diversi aspeti dell un locale. Per esempio cibo,ambiente,qualita prezzo,accolienza (ora non mi viene altro in mente),e poi sommare il risultato per essere un voto in numeri accanto alle ganascePer Cicero cibo-6,ambiente 4,qualita prezzo 5,accoglienza 5-totale 20,che ne pensate?

  7. …quale dei 5 ganasce fara’ il salto di categoria? son curioso,chi si pronuncia? …da eterno frequentatore del tris di ganasce, posso solo guardare l’evoluzione! ciao

  8. Come sommellie anche io frequento i 3 ganasce… bisognera’ che promuova qualcuno. Magari chi mi fa un bella insalata all’acido muriatico. A buon intenditor…..

  9. Io neppure.
    Comunque io intendevo soprattutto alcuni 4 ganasce che di diritto a questo punto vanno a 5, il primo che proporrei e’ Butterfly per esempio… nelle 4 a sto punto ci va decisamente stretto!

  10. siccome son duro anche bollito, ma le 6 ganasce devono ancora inventarle a pisa, giusto? i 5 ganasce gia’ recensiti rimangono al palo, il 6 in zona deve ancora nascere, ho capito bene?anche x tenere fede al nome del blog! x me non e’ fondamentale , dormo ugualmente , e’ solo x capire meglio sta innovazione!
    @bitumiera x chi è l’insalata inacidita?io ho gia’ l’ernia e la gastrite galoppante,risparmiami! 🙂

    1. A Pisa al momento mi pare che da 6 ganasce non ci sia nulla (l’unico che mi pare papabile credo sia Lunasia, ma se non ci vado non so), ma dobbiamo anche tenere presente che ci stiamo allargando e qualcosa prima o poi salterà fuori.

  11. beh sicuramente anche quel posto in Provenza era da 6 ganasce.
    Buona lettura.
    E’ un aneddoto di Paolo Villaggio.

    Una volta andammo in Provenza con Gassman. Andiamo a mangiare in un albergo che era anche uno dei più rinomati templi della cucina francese. Gassman era già un attore di fama internazionale e Ugo Tognazzi, dopo “La grande bouffe”, in Francia era una star. Accoglienza regale, tappeti rossi, il miglior tavolo, salamelecchi. Ordiniamo un pranzo barocco. Finite le consultazioni con il capocameriere, arriva solennemente il feudale sommelier, con relativo codazzo di vassalli. Colpo di scena: Gassman ordina uno Chàteau Laffitte Rothschild, il bordeaux più caro del mondo (una bottiglia, quattro milioni di lire, di allora, cioé anni Settanta). Alzando un sopracciglio, il sommelier galvanizza i suoi vassalli, che dalle segrete del maniero recano in processione l’inestimabile bottiglia, deposta nel cestino come Gesù bambino nella mangiatoia. Ha inizio il rituale bizantino della stappatura. Il sommelier mostra l’etichetta, svolazza il tovagliolo sulla bottiglia, circoncide la ceralacca, stappa come disinnescando una bomba inesplosa, risvolazza il tovagliolo sulla bottiglia, annusa il tappo, lo depone nel piattino di porcellana, caraffa minuziosamente il vino illuminando con la candela il collo della bottiglia per monitorare l’eventuale bruscolo di fondiglio, e trionfalmente, con una voluta barocca, versa il vino a Gassman. Distaccato, altero, Gassman assaggia. L’intera tradizione del teatro classico europeo si trasfonde in una pausa magistrale. Poi, con un sottotesto di lieve malinconia, il giudizio definitivo: «Sa di tappo». Il sommelier incassa da par suo, e inchinandosi con ossequio monacale al sacro cliente, ricomincia senza batter ciglio l’intera celebrazione. Tutto si svolge esattamente come prima, tranne che in sala aleggia una suspense insostenibile. Ugo suda, si agita sulla sedia. Gassman, da grande, grandissimo attore, non batte ciglio. Viene il momento del verdetto. Gassman si bagna le labbra, e in controtempo emette la sentenza: «Sa di tappo». Il sommelier vacilla, e capisce che per lui, a questo tavolo si rilancia troppo alto. Fa chiamare il direttore. Il richiamo si propaga per la sala. Ugo è nel panico assoluto e mormora: «Ci denunciano! Andiamo via, ci denunciano, ci mandano alla Caienna!». Si materializza il direttore, ci guarda in faccia, prende il bicchiere, assaggia, e guardando fisso Gassman decreta: «No!» e se ne va. Ugo, ormai in deliquio, trasecola per il sollievo: la beffa è finita, e noi siamo ancora lì, sani e salvi.

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