Ristorante Lunasia – Calambrone (PI)

Sì, lo so che esiste già una recensione di Lunasia, ma l’esperienza che ho avuto con la Signora Ganascessa Moglie è stata di ottimo livello e volevo dire la mia con calma.

Nella prima serata gelida dell’autunno siamo arrivati al Green Park Hotel di Calambrone che ospita il Lunasia per festeggiare l’Anniversario di Matrimonio Ganascesco.

L’ambiente è piuttosto stiloso, con una enorme vetrata che si affaccia sul giardino/pineta. Tutto molto lineare e freddino, come di moda da qualche anno. Particolare importante: la cucina è tutta a vista, circondata da un alternarsi di pilastrini e lastre di vetro. Bello da vedere e interessante passando.

Da una carta piuttosto prestigiosa abbiamo optato per il menu degustazione da 5 portate  di pesce (65€). Ce n’è anche uno da 8 portate e 80 euro ma devo dire che bisogna arrivare con molta fame: alla fine del nostro menu eravamo felicemente satolli.

La carta dei vini è parecchio fornita: due volumi per bianchi e rossi. Abbiamo scelto un Franciacorta Ca’ del Bosco di ottimo livello (65€).

Ampia la scelta dei pani offerti di continuo, e la selezione di oli d’oliva per assaggio.

Apertura con un buon prosecco e un pre-antipasto Pica-Pica estremente divertente, da mangiare con le mani:

  • un bicchierino di spuma di patate con fettina di prosciutto croccante: un buon contrasto tra i sapori e le consistenze
  • gelato di gambero con pane croccante, dolce e aromatico
  • gelato di acciuga con filettino crudo e cipolla di tropea, il migliore del lotto, una sorprendente quintessenza di acciuga.
  • Crocchette di totano piccante e ostrica con mango. Ottime.
  • in chiusura, un rinfrescante chupito di pompelmo rosa, spuma di salvia e vodka a ripulire la bocca.

Quindi antipasto: due splendidi filetti di scorfano marinato nei mirtilli con cialde croccanti, polpa di riccio (spettacolare) e palline di crema di pomodoro. Un piatto veramente al sapore di mare. Lo scorfano era favoloso e si scioglieva in bocca. Il riccio è sempre sorprendente. Il piatto era accompagnato (tappate le orecchie a Brontolo) da un “supporto olfattivo” di un barattolo di corteccia di pino.

Cacciucco decostruito: una scodella col fondo del cacciucco, un passato di pesce speziato molto saporito, accompagnato da uno spiedino di pane croccante, polpo cotto nel vino, triglia, cozze, etc. da mangiare insieme. Molto buono.

Carbonara di mare: tagliolini leggermente affumicati, frutti di mare appena saltati, uovo disidratato e cialdina di uovo. Piatto interessante ma secondo me un po’ troppo salato.

Secondo: una gallinella aperta a libro con farcia di pane, pomodoro, cipollotti e odori. Un profumo e un sapore intenso e mediterraneo. COntorno di patate al forno con cipolla rossa. Cottura perfetta. Sinceramente un piatto favoloso. Personamente qui  cominciavo ad essere arrivato, ma poi ho visto arrivare…

Il cubo di Rubik: un cubo di gelato al philadephia con cuore di crema di frutto della passione con ogni faccia di un differente sapore, pistacchi, lamponi e così via, appoggiato su una cialda di mandorle con una tartare di fragole e crema di lamponi. Commovente.

In chiusura: assortimento di biscottini e cioccolatini assortiti a chiudere degnamente la serata. Caffè bevibile ma sotto la sufficienza e un ottimo distillato di susine di un microproduttore veneto.

Il servizio è stato puntuale e non invadente e ci siamo goduti le presentazioni dei piatti che sono inventivi e originali senza nulla togliere ai sapori. Alcuni accostamenti sono stati sorprendenti e mi è rimasta la curiosità di provare i piatti di terra per cui, alla prossima grande occasione, ciritorno.

Anche il costo è stato da grande occasione: 198 euro spesi con una leggerezza d’animo encomiabile, e anche a mente fredda mi sembrano spesi piuttosto bene. Siamo tornati soddisfatti e incuriositi e le mie pile gastronomiche si sentono ricaricate. Come omaggio finale, una piccola stampa d’autore con stampata sul retro una ricetta del menu che mi ripropongo di provare a casa, quando avrò capito cosa diavolo sono due o tre ingredienti :).

5 ganasce, botta sicura.


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All’inizio dell’Estate, mi son trovato in piazza Mazzini, ad una sorta di fiera in cui, stranamente, non c’era niente da mangiare. Ho

Il Caminetto – Montaione (Fi)

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28 risposte

  1. Tra i venti segnalati in provincia, spicca il Lunasia di Tirrenia
    il Tirreno — 14 ottobre 2009 pagina 04 sezione: PISA

    Un solo ristorante pisano è presente nella classifica toscana dei migliori trenta ristoranti della Guida dell’Espresso. È il Lunasia, in mezzo al verde della pineta di Tirrenia, presso il “5 stelle” hotel Green Park. Non è un caso che sia lassù in classifica, esattamente al diciannovesimo posto regionale. «È una precisa scelta della nostra catena alberghiera (con il “Magnolia” presso il Byron di Forte dei Marmi e il Plaza a Viareggio, ndr) – dice Salvatore Madonna, responsabile della ristorazione del gruppo Madonna – quella di curare ogni aspetto della civiltà del mangiare e del bere: dalla qualità dei prodotti, alla valenza degli chef, alla presentazione e al servizio. Vogliamo dare ai clienti dei nostri hotel il massimo anche a tavola». Lo chef, così, è stato scelto ad hoc. Luca Landi ha appena 32 anni, ma ha una esperienza alle spalle di livello europeo. Ha lavorato, fra l’altro, da Pinchiorri a Firenze, da Ducasse a Montecarlo, presso il Comer 24 a Barcellona. La Francia è stata per lui una scuola di rigore: in particolare il carpaccio, la “versione parigina” della Locanda dell’Angelo, del maestro Angelo Paracucchi. Qui Landi ha assorbito la passione e la grande conoscenza della materia prima e capito l’importanza di padroneggiare le tecniche per poter poi sperimentare anche accostamenti inediti. «Mi piace curare la presentazione – dice Luca Landi -, creare giochi di colori e di architetture e utilizzare la tecnologia per abbellire le portate con arie e schiume. Però questo è solo il contorno: alla base di tutto c’è sempre il prodotto». C’è anche un tocco innovativo, nella sua arte, che potrebbe far trasalire i più tradizionalisti: come il gelato ai funghi o uno al fegato di piccione. Del resto il gelato è la sua passione: dolce e salato che sia. Tanto da collaborare con la nazionale gelatieri, due volte campione del mondo. Ma nella classifica della provincia di Pisa, dietro al Lunasia, guadagnano consensi la Vecchia Noce di Vicopisano e il Mocajo di Guardistallo con 14/20. Subito dietro un locale (13,5/20) che si segnala “molto appetitoso” anche per il rapporto prezzo-qualità: è il Perbacco di Montescudaio che ha un prezzo medio di 35 euro, il minore in assoluto dei 20 ristoranti segnalati dalla Guida dell’Espresso per l’intera provincia, dopo la Locanda Giustiniani di Fauglia con 30 euro, seppure con un punteggio leggermente più basso (12,5/20). Il primo ristorante di Pisa-città, nella graduatoria (anche se è più Ghezzano che Pisa), è A Casa mia che con 13,5/20 e un prezzo medio di 40 euro, è accattivante. Stesso punteggio per la Mescita di piazza delle Vettovaglie e da Gino a Marina di Pisa. Sorprende che nella graduatoria dell’Espresso non vi sia alcun locale di grossi centri – e anche di tradizioni culinarie importanti – come Pontedera e Cascina. Ci sono invece San Miniato con il Pepenero e Volterra con il Del Duca. Certo, sorprende favorevolmente che un piccolo Comune come Montescudaio in classifica ne piazzi due: il già citato Perbacco e il Frantoio. Infine, secondo la Guida dell’Espresso, fuori punteggio, ma con una segnalazione vi sono tre ristoranti ben conosciuti in città: Beny, l’Osteria dei Cavalieri e l’Osteria del Porton Rosso. Insomma, sono venti in tutto, a livello provinciale, i ristoranti segnalati, che non sono tanti considerata la densità e l’importanza della nostra provincia, a cui forse manca uno slancio maggiore per proporsi almeno a livello regionale. Forse è colpa della crisi, che ha colpito anche il settore della ristorazione. Speriamo che il prossimo anno vada meglio. – Marco Barabotti

    preso da Il Tirreno del 14 ottobre

  2. ecco! esperienze come queste, Ganascia, mi commuovono… grande recensione, quasi come quella di onnivoro 🙂
    scherzo!!

    Per quanto riguarda la guida Espresso, non sono stato in tutti i ristoranti riportati ma mi sento di confermare il Perbacco (anche qualche votarello in più) e credo che l’Osteria dei Cavalieri meriti più di una menzione. Qualche dubbio sulla Mescita… ma di recente non sono mai andato

    1. La mescita che ricordo io (5 o 6 anni fa, forse più) era un bel ristorante con un servizio indisponente.
      La nuova gestione mi viene riportata come interessante. Serve una spedizione.

  3. Sono stato alla “nuova” Mescita almeno 3 volte da giugno di quest’anno…
    (avessi tempo, farei anche recensione).
    – L’ambiente non è molto cambiato, rispetto alla “vecchia” (anzi…a me sembra proprio uguale).
    – Servizio cortese e non indisponente.
    – Ottime Materie prime (qualità/freschezza).
    – Cucina…la definirei “tradizionale-rivista verso un pò di fusion” (che poi al giorno d’oggi è la tendenza del momento per la ristorazione). Fusion Sopratutto per quanto riguarda la presentazione del piatto, e non la sua “costruzione”.
    Per fare un esempio…un antipasto costituito da pinzimonio di verdure, accostato ad olii particolari, serviti in “ampolline” chiuse in atmosfera protetta (per conservare l’aroma e la purezza degli olii), dove ogni verdurina del pinzimonio, aveva la sua mini-scodellina.
    Per chi ha avuto il piacere di provare il Lunasia, niente di comparabile comunque.
    -Porzioni minimaliste (molto minimaliste).
    -Prezzi proporzionati alla qualità (sia della materia prima, che della presentazione), ma sproporzionati rispetto alla quantità.

    Secondo me da 3.5 Ganasciuole (però io tanto “tenero” nel voto…’un sono mai stato).

  4. Bella recensione, davvero da acquolina in bocca! Inizierò a mettere da parte i soldini fin da adesso…

    Ne approfitto per far gli auguri di buon anniversario a Ganascia e Ganascessa.

  5. Buona sera sono lo chef del lunasia, e sinceramente ringrazio Ganascia per la bella recenzione e sopratutto per la cura con cui ha riportato tutti i particolari della cena. Ne sono lusingato. Grazie ancora. Per la ricetta della cartolina mi rendo eventualmente a disposizione per le informazioni che necessiti per la corretta esecuzione

    1. Grazie, non vedo l’ora di vare un po’ di tempo e provarla. A parte questo la cura che ho messo nella recensione era per evidenziare la cura che ho percepito nella cena.

  6. Volevo andarci a cena questa sera ma mi hanno detto che fino a primavera rimarrà chiuso .. 🙁
    Peccato! E pensare che sulla guida de l’espresso diceva che era aperto fino a metà dicembre. uffff

  7. Confermo le 5 ganasce,secondo me il miglior rapporto qualita’/prezzo della zona,ci sono tornato con la mia ragazza dopo circa un anno e le nostre aspettative non sono state deluse.
    Il menu’ degustazione che ha preso anche Ganascia,disponibile sia di mare che di terra, costa 60 Euro,noi abbiamo optato per la prima versione e siamo usciti felicemente satolli dopo aver mangiato(vado a memoria potrei sbagliare qualcosa ) :

    aperitivo pica picar – calice di metodo classico Antinoti, tartara di gamberi con gelato al gambero e pane croccante,spuma al pecorino con polpo e formaggio,crocchetta di totano in panatura speziata,parmigiano in tempura,gelato al fois gras con nocciole e rivisitazione della bruschetta ovvero pane croccante con olio e la filtratura di succo di pomodori da bere a parte.
    pausa con chupito alla vodka,succo al frutto della passione e spuma al basilico.

    2 antipasti – salmone con gelatina di maionese ed erbette affumicato al sigaro toscano e filetto di triglia in crosta di pane con erbette,olive,gelato alle olive e sale di maldon

    2 assaggi di primi – carbonara di mare e pici ai datteri e pecorino,questi sono una novita’,viene saltata la pasta direttamente al tavolo e poi vengono mantecati in una forma di pecorino svuotata.

    Per secondo un occhione cotto con frutta tropicale e servito con verdure al vetro.

    Dolci – Rivisitazione del daiquiri frozen e tiramisu’ in 3 versioni

    Caffe'(meglio dell’altra volta)con piccola pasticceria tra cui : marshmallow,mou,cannoilino alla cioccolata,cialda ai pistacchi e alle mandorle,biscotto alla cioccolata, tartufino…

    Le porzioni non sono affatto da degustazione ed è difficile arrivare in fondo ma ne vale sicuramente la pena,l’unica cosa che non mi ha convinto è stata la carta dei vini ,che non da spazio ai meno noti e con ricarichi piuttosto altini,noi abbiamo preso una 0,375 di Ca’ Del Bosco couvée prestige a 34 Euri.
    Purtroppo Luca Landi ha fatto solo 2 piccole apparizioni nella bella cucina a vista,perchè impegnato nell’altro ristorante del resort, la sua brigata non ne ha fatto sentire la mancanza ma mi sembrava di essere al concerto di una cover band,e spero di rfiarmi a breve per provare il menu’ di terra.

  8. Saró strano io, ma io non gli darei più di tre – quattro ganasce. A proposito, come si danno?
    Ci sono stato un mesetto fa dopo aver letto qui le recensioni e devo dire che nel complesso sono rimasto piuttosto deluso. L’ambiente è piuttosto triste. All’antipasto fortunatamente l’ho presa a ridere, perché pensando a quanto mi sarebbe costato, con un altro umore mi avrebbe fatto piangere. Disgustosa la bruschetta licquida. Anche l’antipasto é stato pessimo. Fortuna che il primo, una carbonara di mare, devo dire che era molto molto buona. Idem l’orata di secondo, cotta con verdure esotiche. Non ho preso il dolce. Il caffé – purtroppo – era aragonabile alla spuma di rucola presente nell’aperitivo: disgustoso.

    Nonciritorneró.

    1. il mondo è bello perchè è vario. locale meraviglioso! servizio attento e mai invadente e grande grande creatività e ricerca del nuovo. Ieri sera ci sono ritornato per la seconda volta facendo tutto il menu.
      La bruschetta liquida è una grande idea. E la spuma di rucola nell’antipasto era veramente accattivante.
      Concordo sull’assoluta carbonara di mare, per non parlare della declinazione di crudi con il favoloso gelato alla maionese, o il salmone cotto a bassa temperatura affumicato al sigaro toscano.
      Prezzo assolutamente proporzionato ed adeguato a come si viene serviti ed a cosa si mangia.
      Lo chef il sous chef e tutto il personale di sala meritano un plauso.
      Se non vi spaventa provare sapori nuovi, nuove consistenze ed un briciolo di originalità andateci, non ve ne pentirete. E’ chiaramente un locale da coppie, portateci la vostra donna e vi ringrazierà.
      Massimo

  9. Ciao a tutti, vi seguo spesso ma questa è la prima volta che vi scrivo.. non ho saputo resistere dopo l’esperineza avuta ieri sera!
    Sono (ci)ritornato al Lunasia dopo quasi un anno con la mia signora (conquistata anche grazie ai preziosi suggerimenti gastronomici trovati su questo sito). Ovviamente era una occasione speciale.
    Abbiamo preso entrambi un menu degustazione di mare (60Euro) abbinati ad un buon Illivio di Livio Felluga (35 euro).

    Menu
    antipasti
    pica pica: eccezionali, al top la spuma di polpo
    salmone affumicato al sigaro toscano: il miglior piatto della serata per la mia signora (fumatrice NdR)
    Come primi:
    Una zuppetta di futti di mare molto apprezzata (da notare la cura nella selezione degli ingredienti: 1 cozza, 1 tartufo, 1 vongola, 1 gambero, 1filettino di triglia, ecc)
    Carbonara di mare con pasta affumicata fatta in casa, cialda croccante e spruzzata di acqua di mare. Ottimi
    Come secondo
    una orata cotta al forno con la spina, frutta tropicale e verdure al vetro. E’ in assoluto il piatto che piu’ mi ha impressionato e stupito, il mio palato era pronto ad assaporare un gusto noto e quasi scontato e ha trovato una miriade di sapori nuovi, dal ravanello semicotto alla polpa dell’orata accostata alla frutta tropicale. Fortuna che la mia signora era quasi satolla e ne ho approfittato per razzolare anche dal suo piatto.
    Come dolce:
    varietà di tiramisu (caldo, freddo, croccante): discreto, il piatto che mi è piaciuto meno
    semifreddo di ricotta con cuore di pistacchio e coulis di frutti di bosco: molto buono ma troppa ricotta e poco pistacchio!
    Piccola pasticceria: più di 10 tipi diversi di pasticceria. Una goduria.

    Note di merito:
    La varietà di gusti e sapori abbinate a materie prime ottime e ad una sapienza culinaria eccellente e innovativa.
    La varietà di oli (assaggiate l’antinori) e di panini
    2 voci sul conto: 2 menu + vino = 155 Euro (offerto caffè, acqua, coperto, servizio che in altri ristoranti di questo livello ti fanno pagare salati).

    Nota di biasimo:
    Ricarico eccessivo sui vini e carta ampia ma troppo scontata (è un ristorante creativo, mettete dentro qualcosa che stupisca!)
    Arredi migliorabili

    Per chi non ama farsi ammaliare da sensazioni gustative mai provate : Evitatelo
    Per chi non capisce come si possa spendere 80 euro a testa per una cena : Evitatelo
    Per gli altri: almeno una volta dovete provarlo
    Per me : 6 ganasce, qua in zona non saprei a chi darle altrimenti (non sono stato da Lorenzo, prima o poi ci faccio un salto)

    PS: Ciliegina finale. Un tavolo accanto al nostro ha ordinato lo stesso menu 10 minuti prima di noi. Mi aspettavo che dopo 1-2 portate ci riallineassero e servissero tutti insieme e.. con mia grossa sorpresa non è accaduto. Ho apprezzato moltissimo. Passione per il proprio lavoro e cura dei clienti = ciritorno (appena riscuoto).

  10. Vorrei avere il tempo per poter scrivere pagine e pagine su questa esperienza (ma non ce l’ho :-)). Sono stata troppo bene!
    Ne sono entusiasta!
    Ho avuto la FORTUNA di provare la stessa la degustazione di Andrea qui sopra (unica variazione: al posto della zuppetta di mare c’erano i ravioli con gambero rosso).
    Tutto, tutto, tutto MEMORABILE – sapori, contrasti, abbinamenti: perfetto.

    Ho parlato a lungo con lo Chef Luca Landi a fine cena (fino all’una!!) e la sua passione è INCREDIBILE!..il risultato è all’altezza della passione. Un vero talento secondo me.
    Perfetto anche il servizio.
    La scelta degli olii, del pane, dell’aceto (un balsamico invecchiato 26 anni se non erro – sublime) del sale..
    Rapporto qualità-prezzo STREPITOSO!

    Per me sono 6/SEI ganasce. (..e NIENTE da invidiare agli stellati).

  11. Sono stato da Lorenzo! Mi è inevitabile fare un confronto in base alle mie esperienze!

    Per cura del cliente, ambiente, creatività e rapporto qualità prezzo vince Lunasia con buon margine.
    Per la cucina, vince Lunasia ai punti
    Per la qualità delle materie prime, vince Lorenzo ai punti.
    Per la cantina vince Lorenzo nettamente.

    In conclusione.. vince Lunasia! Speriamo che la stella non lo cambi!

  12. Qualcuno ha avuto occasione di provarlo di recente? Sarei curiosa di sapere se i prezzi sono rimasti in linea con quelli delle recensioni precedenti.

  13. In una notte buia e tempestosa (era un sabato di fine aprile con freddo, vento e pioggia) io e la mia signora siamo andati a provare il Lunasia, alla riapertura dopo l’assegnazione della stella Michelin.
    Il ristorante si trova all’interno del Green Park Resort, un complesso alberghiero con un corpo principale, una serie di appartamenti e altri edifici secondari.
    Il Lunasia è ospitato da uno di questi. Prevede una ventina di tavoli ben distanziati e apparecchiati con eleganza.
    Una grande vetrata esterna offre la vista del giardino, un’altra interna quella della grande cucina.
    Ci ha accolto la caposala, giovane e ben preparata, che ci ha fatto accomodare al nostro tavolo (eravamo i primi clienti), ci ha offerto una flute di spumante e ci ha illustrato il menu.
    Questo si divide tra portate di mare e terra, con lieve prevalenza delle prime: antipasti e primi sui 15/25 EUR, secondi sui 20/35 EUR.
    Ci sono poi tre menu degustazione, che hanno i nomi dei collaboratori dello chef Luca Landi: tre piatti a sorpresa a 50 EUR, menu più tradizionale (quattro portate) a 75 EUR, menu creativo (cinque portate) a 90 EUR.
    Volendo assaggiare più piatti abbiamo optato per un menu degustazione: con il primo avevamo paura di uscire con la fame (alla fine questo timore si è rivelato infondato), il terzo era troppo caro, quindi abbiamo optato per il secondo (anche questo non economico, ma insomma se siamo in ballo balliamo).
    La carta dei vini è ricca, con ricarichi mediamente equilibrati per il livello del locale: alcune bottiglie mi sono sembrate un po’ care rispetto ad altri posti di fascia alta, altre più economiche.
    Pescando tra le seconde, alla fine abbiamo scelto un Soave riserva di uno dei migliori produttori della tipologia (Pieropan) a 28 EUR.
    La cena è stata ricca di piatti e ognuno di questi ricco di ingredienti. Anche se mi sono segnato qualcosa alla fine, mi sono sicuramente perso un po’ di particolari.
    Comunque ecco la lista (approssimativa) di quel che ci hanno portato:

    Aperitivo (offerto)
    – Tavolozza del pittore: vera e propria tavolozza di legno su cui erano serviti diversi piatti.
    Fritto di crognoli: pesciolini fritti usando farina mescolata a coloranti alimentari (per ottenerli blu, rossi e gialli) serviti con una spuma al sifone all’aceto e cipolla.
    Se si inzuppa il pesce nella spuma questa vi si appiccica ricreando il sapore di uno scapece.
    Gelato al riccio: tubetto da tempera riempito di gelato al riccio. Solo ad aprirlo arriva una folata di mare.
    Totanetti fritti: lunghi spiedini di legno con in cima piccoli totanetti fritti.
    Crostino al tonno: crostino di pane con fettina di tonno affumicato da loro.
    – Calice di Brut Antinori

    Subito dopo l’aperitivo è arrivata una cameriera con il pane: in un grande vassoio di vimini (un metro di diametro o giù di lì) vengono posti oltre una dozzina di tipi di pane e grissini da cui si può attingere a piacimento.
    Poi viene fatto girare anche un carrello di “companatico”: una decinda di bottiglie di olio extravergine da varie regioni, che compongono un ideale giro d’Italia dal Trentino alla Sicilia; un aceto balsamico tradizionale di Modena; grani di sale maldon.
    Si possono riempire diversi piattini da degustare con il pane o con le pietanze.

    Altri aperitivi proposti (che non erano nel menu)
    – Ostriche: piattino con due ostriche servite sopra uno strato di gelato all’ostrica e accompagnate da due bicchierini (tipo provette) immersi nel ghiaccio con un cocktail a base di Cointreau e liquore giapponese al melone.
    Un tripudio di sapore! L’ostrica a crudo è esaltata dal suo gelato e completata dal cocktail che offre alcol e dolcezza.
    – Capasanta: piattino con una capasanta gratinata su una crema di patate, una sfoglia di ravanello su aria di erbe aromatiche e un terzo elemento che non ricordo.

    Antipasto
    – Crudo: un cubo composto da strati di diversi tipi di pesce e crostacei crudi, intervallati da varie cremine e posato su una salsa di pane.
    Altro piatto eccellente: ogni boccone regalava sapori e profumi diversi che rimanevano ben distinguibili.

    Primo
    – Pici cozze e pecorino: piatto servito al tavolo dalla maitre usando la lampada.
    Le cozze pelose vengono fatte aprire su una pentola di rame, quindi arrivano i pici sbollentati e vengono fatti saltare con i molluschi, quindi la pasta finisce in una forma di pecorino scavata che viene richiusa e “shakerata”, infine viene servita con una ulteriore grattata di scaglie di pecorino.
    Sapori decisi che si completano inaspettatamente bene, bel piatto.

    Secondi
    – Cacciucco finger: il tradizionale cacciucco viene frullato e messo alla base di una grande ciotola di vetro.
    Su questo viene posto uno spiedino con i vari ingredienti del cacciucco: gambero viola, triglia con la sua pelle croccante, polpo, cozze.
    La crema è un concentrato di sapori, lo spiedino è più delicato, entrambi molto gustosi.
    – Variazione di maiale: polpettina di profumo orientaleggiante, torretta composta da strati di porchetta coperta di cotenna croccante, un cubo di filetto avvolto nella pelle di seppia, appoggiato su una crema al nero di seppia e accompagnato da una seppiolina.
    Ottime la polpettina e il cubo, l’accostamento di seppia e maiale l’ho trovato leggermente troppo audace.
    Arrivati a questo punto eravamo piuttosto satolli, anche per i frequenti assaggi di pane, grissini e oli: probabilmente i sapori forti del maiale e della seppia sarebbero stati più apprezzati a pancia meno piena.

    Dolce
    – Grande piatto in vetro trasparente con una decina di assaggi, tra cui: stecchino con gelato in tre consistenze (al formaggio salato, al cioccolato, ghiacciato), cantuccino alle mandorle, biscottino al cioccolato, gelato alla lavanda e rosmarino, panna cotta al lime, pane e nutella rivisitato (cucchiaino con base di olio, quenelle di crema al cioccolato, grani di sale e sfoglia di pane), marshmellow alla menta e alla fragola.

    Vino: Soave La Rocca Pieropan 2009 (28 EUR)

    Conto: 178 EUR

    Veramente una gran cena, la spesa è elevata ma i piatti sono eccellenti.
    Non so se la descrizione rende l’idea: si ha sempre l’impressione di assaggiare il risultato di una ricerca maniacale della qualità.
    Anche il servizio ci è piaciuto molto, estremamente professionale e mai invadente, volto a mettere i clienti a proprio agio.
    Non so se abbiamo beneficiato della scarsa affluenza: siamo stati i primi ospiti della serata, poi sono arrivati altri due tavoli.
    Forse i prezzi alti in tempo di crisi, o il brutto tempo, o la scarsa chiarezza sul periodo di apertura
    (sul sito del Resort non è specificato, su alcuni siti danno 30 Aprile – 31 Ottobre, su altri genericamente Aprile – Ottobre. Insomma, il 28 era aperto ma forse non tutti lo sapevano)
    ci hanno portato a cenare quasi da soli: non so se siamo stati particolarmente coccolati.
    Comunque da ritornarci assolutamente, appena il portafoglio si rimpingua. Per me sono cinque ganasce belle piene, anzi direi che tra i ristoranti di alto livello frequentati negli ultimi tempi ci sembra quello con una marcia in più.

    1. Sono stata qualche sera fa. Non mi sovrappongo alla così dettagliata relazione di michie raccontando tutti i piatti. Specifico solo alcune differenze: la prima è che i menù degustazione sono effettivamente 3 ma il primo (quello che ho preso io, il più “economico”) adesso non costa 50 euro ma 60, sempre con bevande escluse. E’ composto dal bellissimo antipasto “Tavolozza del pittore”, da tre portate decise dalla cucina (2 primi e un secondo, di mare o di terra a scelta nostra), da un vassoio con una marea di assaggini di dessert diversi e da un calice di bollicine servito con l’antipasto. Anche per noi degustazione di olio (ma non di balsamico) e mega cesto di pani e grissini che da soli aggiungono una ganascia alla valutazione, tanto sono buoni e particolari. Anche con questo menù non si esce con la fame.
      Altre piccole differenze nella composizione dell’antipasto, prima fra tutte la presenza del pacchero ripieno. Lo cito e lo ricordo bene perchè era così buono che ne avrei mangiati 100!
      Quello che vi posso dire è di provarlo. Certo non è economico ma per me è valsa pienamente la pena racimolare i soldi e spenderli così. Anche se dovrò aspettare un bel po’ per poterlo rifare! Il livello è altissimo, la bontà eguaglia la bellezza dei piatti (e non è semplice perchè sono davvero gradevoli alla vista), gli accostamenti dei sapori e delle consistenze restano impressi.
      Un’ultima nota positiva: non ero riuscita a trovare notizie recenti sul ristorante, soprattutto sui prezzi e temevo di non farcela ad affrontare la spesa. Così ho scritto direttamente al Green Park per avere informazioni. Mi hanno risposto subito inviandomi il menù in pdf, senza prezzi ma accompagnato da un link ad una pagina web dove lo chef spiega i piatti proposti e dov’è indicato il prezzo dei 3 menù degustazione così da farsi un’idea. Mi hanno anche detto che c’era la possibilità di parlare direttamente col maitre per avere informazioni più precise, anche sui prezzi. Molto gentili.
      Questo è il link:
      http://www.facebook.com/home.php#!/notes/travel-marketing/giochi-estetici-di-gusto/391686900874869

  14. Non ne sono sicurissimo, ma se ho ben capito, Lunasia ha chiuso e si è trasferito a Viareggio (in un hotel della medesima proprietà). E te pareva che Pisa si tenesse una stella…

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