Antico Ristoro Le colombaie – Catena, San Miniato (PI)

Antico ristoro Le colombaie
via Montanelli loc. Catena – San Miniato Basso (PI)
tel 0571 484220 – cell 340 9860605
[email protected]www.lecolombaie.eu

Siamo stati alle Colombaie. Non ci eravamo più stati da quando ci avevamo assaggiato il Picolit qualche anno fa. Il ristoro ha aperto nel 2006. Parto a raccontarvi questa cena da uno dei motivi storici che ci hanno riportato alle Colombaie, per condurvi al motivo per cui ci ritorneremo.

Dopo alcune settimane di dopocena passati in ufficio sono riuscita a finire un lavoro importante, e per festeggiare Marito mi ha detto “Allora andiamo alle Colombaie”.
Ci siamo andati convinti che l’avremmo trovato chiuso per turno, o pieno, o in ferie. Da quando sulla porta ha attaccato l’adesivo Slow Food non ci eravamo più stati, quindi avevamo grossi punti di domanda nella nostra testa.
Siamo entrati e ci hanno accolto con un sorrisone. “Prego”. Ci siamo seduti dopo aver scelto un tavolo in disparte. Ci hanno portato immediatamente il menu e la carta dei vini.
Menu: antipasti, primi, secondi e dessert. Niente pesce (per la mia gioia). Decidiamo di prendere un menu completo a metà.
Abbiamo scelto: maltagliati con misticanza di erbe aromatiche, olive taggiasche e capperi di Lipari; peposo con verdure fritte; tagliere di formaggi (provenienza: Siena, San Rossore, Appennino Pistoiese – un pecorino e un caprino).
Nel menu c’è scritto che la pasta è prodotta artigianalmente e per la maggior parte “in casa”, cioè nella cucina del ristorante, e con ingredienti biologici. Abbiamo pensato che i nostri maltagliati non provenissero dalla cucina (perché erano troppo buoni), invece sì. Il sugo era delicato e saporito al tempo stesso. Quei capperi erano buoni, e io odio i capperi per il fatto che ammazzano i sapori. Ecco, quei capperi lasciavano che si sentisse il sapore del pomodoro e delle olive, ed abbiamo apprezzato assai.
Confesso che abbiamo fatto la scarpetta, anche perché sulla prima portata avevamo una fame infinita. Comunque la porzione era davvero abbondante (100 g ad occhio).
Veniamo al peposo: quello che abbiamo mangiato era un peposo vero. Dico così perché ultimamente vediamo servire dei peposi che in realtà sono spezzatini piccanti, magari buonissimi, ma non esattamente “peposi”. Il sughetto in fondo era denso al punto giusto e il sapore era forte ma non nascondeva il fatto che la carne fosse buona. Non siamo riusciti a rimandare indietro i piatti scarpettati, ma c’è mancato poco.
Contorno: l’unico piatto a cui faccio una critica. Le verdure fritte sono fritte benissimo, senza uova, leggere e croccanti. Purtroppo le zucchine e i fiori di zucca insieme al cavolo prendono tutte di cavolo. Lo chef, dopo, ci ha detto che di solito non ci sono cavoli nella frittura, ma che per questa volta aveva fatto un’eccezione perché erano arrivati i cavoli “di qui” (di questa zona).
Abbiamo comunque divorato zucchine e fiori, rimandando indietro i cavoli che non ci convincevano in generale (in quanto cavoli).
Vino: avevo voglia di Nobile e ci hanno proposto una new entry della carta dei vini. Gradazione 13,5. Corpo non proprio pesante, profumo buono, che sapeva proprio di nobile, prezzo fantastico: 22 euro. Rapporto qualità-prezzo inarrivabile. Ultimamente io e Marito siamo un po’ viziati in fatto di vini, perché non beviamo da molto tempo cantine sociali e bottiglie da 2-5 euro, quindi mi permetto di dire che quel nobile avremmo potuto pagarlo 10 euro di più senza battere ciglio.
Veniamo ai formaggi. Li abbiamo accompagnati con due bicchieri di Picolit. I formaggi erano meravigliosi, tranne il caprino perché a me non piacciono i caprini (più son buoni e meno riesco a mangiarli, è inutile). La cosa che mi ha colpito di più è stato il fatto che, nonostante la consistenza di quelli tirati, la lingua e il palato non sono stati aggrediti da una salatura pesante, ma anzi, si lasciavano gustare con tranquillità (e in ordine sparso). I formaggi erano inclusi tra gli antipasti e noi abbiamo preferito mangiarli al posto del dessert.
In generale, ecco come appare il locale.
Entri e subito ci sono le scale per salire su nella sala. L’arredamento è rustico e attuale, essenziale, curato. La riservatezza è garantita e non esistono tavoli al centro della sala (che mettono sempre in imbarazzo chi ci si siede), perché al centro della sala c’è un buco che dà sul bancone al piano di sotto. Non sono brava a descrivere le stanze, ci vorrebbero un geometra o un architetto (cosa che io non sono), però davvero il tutto è confortevole.
Le tovaglie sono di carta ma impermeabili. Abbiamo riso pensando al Ganascia (che noi non abbiamo mai conosciuto!) che dice “Ma queste sono tovagliette del menga!”. In realtà alle Colombaie non ci sono tovagliette, ma tovaglie che coprono tutto il tavolo.
La musica è normale. Niente jazz ruffiano, nessun volume ammicante. Tutto ciò che fa da contorno al cibo suggerisce il seguente messaggio: “mangia, bevi, godi con sobrietà e naturalezza”. Che non credo sia poco.
Ora, se vi state chiedendo perché sia così romantica nel descrivere questo posto, ecco i motivi:
-sto scrivendo a caldo questa recensione
-tutto quello che dico è vero.
Infine, i prezzi. Tutte le portate stanno intorno ai 9-10 euro; alcuni secondi arrivano a 16. I vini hanno dei prezzi che vanno dai 15 (Maurleo,Beconcini) ai Sassicaia (non riportabili per le mie tasche li ho proprio rimossi).
Con caffè e ammazzacaffè (offerti) abbiamo speso 60,00 Euro. Offrivo io, ma ho fatto pagare Marito con carta di credito, quindi sono uscita dal ristorante convinta di averci lasciato quella settantina delle serate importantissime. Scoprire la cifra esatta è stata una sorpresa piacevole.
Mi sono fatta mostrare la pasta in preparazione (che davvero era buonissima) e lo chef mi ha detto che è solito preparare dei fuori menu (che stasera, tanto per fare un esempio, comprendevano un primo con i carciofi niente male).
Grande attenzione (sennò lo slow food che c’entra a fare?) per i prodotti localissimi. Le uova sono prodotte da Carpareto, le carni fornite dal Falaschi di San Miniato, tanto per dirne un paio.
Voto: 5 ganasce, sia per la carta dei vini che per il menu.

Ci ritorno con gioia.

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20 risposte

      1. Ciao Durthu,prima la devo conoscere la Elena.Infatti 5 ganasce mi sembrano tanti leggendo il racconto dell menù e apparecchiatura. un saluto con gioia da me gioia.

    1. Ho visitato il sito del ristorante e non metto in dubbio che tutto quello che e’ stato scritto da Elena sia verita’.
      Ma 5 ganasce sono state date a Romano di Viareggio !
      E’ impossibile che i due locali siano al pari. (basta vedere l’apparecchiatura).
      Anche i secondi sono come scelta un po’ limitati.
      Necessita un’ulteriore verifica piu’ approfondita ma credo sia una partita impari.

      1. Io, non essendoci stata, non metto niente in dubbio, non mi sembra che abbia detto cose che possono essere cosí palesemente non vere, e solo un problema di giudizio… E’ solo da fare l’appunto che per la descrizione che elena ha fatto, le 5 ganasce non ci stanno, ma questo é gia stato detto. In primis, ad esempio, per le tovaglie di carta: grandi o piccole, sempre carta é… Aspettiamo che ci vada qualcun’altro per decidere eventualmenete quante ganasce gli diamo.

  1. ci siamo arrivati seguendo l’ indicazione del sito.
    accoglienza gradevole, locale accogliente, qualità da 5 ganasce, ottima.
    unico suggerimento: scaldare i piatti per servire la carne alla brace.
    prezzo basso rispetto all’ ottima cena. ci ritorno!

  2. Mi permetto di aggiungermi ai dubbi sulle 5 ganasce. Ho visto le foto della sala sul sito: mi spiace, ma 5 ganasce ad un ristorante con le tovaglie di carta gialla (pe quanto grandi siano) per me non ci stanno.

    1. Ciao Elena,importante e che tu sei stata bene,poi il voto e molto suggestivo per ognuno di noi.Volevo sapere se avete mangiato una porzione di ogni cosa che hai descrito,o le porzioni erano per due.Di quello che ho capito io ,su per giu me lo immagino cosi: 2 maltagliati 14 euro,2 pepposi 20 euro,un tagliere 10 euro,vino 22.Se e cosi vi hanno anche scontato 6 euro,non pagando il coperto.E sarebbe un ottimo prezzo,ma ripeto con menu del genere puo arrivare al 3,5 di ganasce al massimo.Unaltra domanda come errano i bicchieri,le posate e i piatti?Ultima se ti riccordi se i dolci errano casalinghi come la pasta e di quale varieta e quantita?Tanti saluti da me Gioia(mi piacerebbe che venissi anche da me per vedere quante ganasce mi dai).

  3. Incuriosito dalla recensione di Elena e dai vostri commenti, stasera sono stato a cena alle Colombaie con un’amica.
    Il locale è bello assai, rustico contemporaneo ristrutturato a dovere e arredato con gusto e sobrietà (a me le tovaglie di carta gialla mi garbano un monte, perché mi evitano il senso di colpa di macchiare lini, sete e cotoni e poi, in un posto del genere, indovinarci una tovaglia non sarebbe facile…)
    Cameriere molto competenti e molto carine fisicamente (la mia amica ha confermato, sicché vale doppio) ci hanno accolto con un entrée (offerto dallo chef): cremina di piselli secchi leggermente pepati.
    Abbiamo ordinato un antipasto a testa, lei un tortino di carciofi con crema di pecorino, ciliegini siciliani e fiori di zucca fritti (l’ho assaggiato, squisito); io ho preso i crostini misti: pane arrostito e polenta fritta con ciottolini vari di pomodori, olive, prosciutto dadolato, carciofi sottolio, ragù e patè di fegatini (tutto buono, a parte il patè di fegatini: speciale, specialissimo, di godimento…). Poi abbiamo preso, tutt’e due, gli straccetti di farina di mais fatti a mano con porri e cipolla: eccellenti. Trovare sapori così decisi ma non aggressivi è davvero raro. Da applausi. Purtroppo però, se gli antipasti sono serviti in porzioni equilibrate, le porzioni dei primi sono decisamente robuste (oltre l’etto abbondante) e ci siamo fermati lì.
    Abbiamo accompagnato il tutto con un vino splendido, un rosso di Bolgheri (consigliato dallo chef) dell’azienda Donna Olimpia 1898, il Tageto. Un vino del 2008, a base di Merlot e Cabernet. Una scoperta felicissima. Non paghi, abbiamo preso il caffè (io decaffeinato, perché ne prendo troppi di mattina, ed era ottimo anche quello) e poi due grappe alle mele con melette del Trentino sotto spirito. Deliziose, forse un po’ troppo da donne…
    Sul prezzo non posso essere preciso perché, contenta della serata e della conversazione, ha voluto pagare la mia amica. Ho insistito per darle la metà, ma non ha voluto. Io gli ho messo 30 € sul cruscotto ma lei me li ha rimessi in tasca, commentando: “Non li voglio, e comunque me ne dovresti dare meno…”.
    Presumo abbia speso sui 50 €. Il che non è davvero male. Io ci ritorno di sicuro, perché voglio assaggiare i secondi… e confermo in pieno le 5 ganasce. Con una sola precisazione: in sala stasera c’era proprio il jazz…

  4. COMPLIMENTI!!!
    unico rammarico è la distanza da Roma di questo fantastico locale…fosse più vicino, ci tornerei con frequenza maggiore.
    Come detto da altri utenti le tovagliette sono di carta, però si sposano perfettamente con l’ambiente, che a mio parere, è veramente molto carino.
    Inziamo con gli antpasti, abbiamo preso un tortino di carciofi con fiori di zucca fritti che dire buono è poco, i fiori di zucca mi sembravano fritti nella farina di mais ed erano delicatissimi, il tortino era molto saporito ma al tempo stesso delicato al palato.
    Abbiamo anche preso dei crostini con polenta fritta, nelle salse c’era: ragù (delizioso), sala di fegatini (buona), prosciutto a dadini con olio (ottimi ingredienti), carciofino (stratosferico) e lardo (buonissimo).
    Come primo abbiamo preso dei maltagliati con capperi e condivido il commento di un utente che faceva notare come i capperi non coprissero ma esaltassero il gusto del piatto, poi abbiamo preso una specia di maltagliati di farro con sugo finto del bosco che consisteva in miele,noci,pinoli ed altre squisitezze che messe insieme davano un gusto veramente particolare e buonissimo.
    Come secondo un bel filetto con insalata, caffè e un bicchiere di vino per soli 55 euro.
    strepitoso come gusto!!
    inoltre il cuoco/propietario è cortesissimo e ti spiega la provenienza di ogni piatto e dei suoi ingredienti
    veramente un posto che merita le 5 ganasce e che vi consiglio vivamente di visitare, sono certo che non rimarrete delusi

  5. ….. Che devo dire, buon locale ma se vale 5 ganasce, ce ne sono altri in zona che ne valgono 8, e Lorenzo al forte ne vale 10 ! Giusto il voto in forse, è qualche mese che non ci vado, per me non superava le 3 ganasce. Ciao

  6. Ciao, incuriosito ci sono stato anche io ad Aprile di quest’anno con la mia ragazza e devo dire che il locale è davvero molto romantico, soprattutto il piano superiore. Gli antipasti e i primi erano eccezionali: ora non so se è da 5 ganasce perché da Romano non ci sono stato ma 4 ganasce (almeno) le merita tutte. Darei anche io 5 ganasce se dovessi fare il rapporto qualità prezzo: con antipasto primo e dolce per due (e due calici di chianti) 60 euro. Davvero consigliato!

  7. per me vale 3 ganasce e proprio perchè il posto è carino !
    io non sono stato per niente soddisfatto rapporto qualità-prezzo.
    Antipasto 11 euro composto da salumi (buoni) + millefoglie melanzana (niente di chè)
    + Tortino carciofi con crema di pecorino e fiori di zucca fritti (suff)
    Tagliolini tartufo bianco SM 25euro (non suf. sarà che a me piace altro tartufo, sarà che erano troppo asciutti…)
    Uova di quaglia con tartufo 8 euro (buone)
    Vino Sterpato 13 euro (onesto ricarico) + Giaie della furba Carmignano 32 euro
    Dolce mi sembra crostata niente di che 7 euro
    Acqua 3 euro , Caffee non ricordo, vinsanto offerto
    io non ci ritorno

  8. Sono stato alle Colombaie due volte. La prima in coppia dopo aver fatto una ricerca qui sul sito, la seconda in doppia coppia perchè mi andava di ritornarci. La prima volta abbiamo cenato fuori, la seconda all’interno. La prima volta era estate così ci siamo buttati più sul vegetale, la seconda, era ormai ottobre, ci abbiamo dato di ciccia e tartufo. Purtroppo è passato un po’ di tempo, quindi non ricordo esattamente il menu, che dentro era scritto su una lavagna appesa al muro. Comunque entrambe le volte abbiamo preso antipasto e secondo, con una spesa variabile: senza tartufo 30 a testa, col tartufo si è arrivati a 40, vino incluso (senza esagerare). Il posto è carino, forse un po’ disadorno al primo piano, con illuminazione migliorabile. Positiva la gestione degli spazi, con la tendenza a rispettare una certa distanza fra i tavoli. La struttura conserva un ricordo della sua funzione originaria. La location lo penalizza un po’. Concordo con la recensione di partenza sulla bontà del servizio e della musica. In definitiva un buon posto per una serata piacevole e non scontata. Per me 4 ganasce sono adeguate.

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