Trattoria Mario – Firenze

Se non vi formalizzate per il fatto che un livornese recensisca un locale di Firenze, e se non è troppo fuori zona, vorrei parlarvi della trattoria-fiaschetteria “Mario”, un locale che a me piace molto e non da ora, motivo per il quale rischio certamente di non essere obiettivo.
“Mario” si trova in via Rosina 2 a Firenze, nelle immediate vicinanze del mercato coperto di S. Lorenzo, anzi si potrebbe dire che è nella stessa piazza, visto che si trova proprio all’inizio della via. Non è un’”hosteria” ad uso dei turisti, è proprio un’osteria-osteria, sopravvissuta (bene) ai tempi.
Il posto è terrificante.
Immaginate uno stanzone lungo una ventina di metri e largo cinque o sei, senza finestre (si entra da uno dei lati corti). Il soffitto di legno è originale del ‘500, e le pareti sono rivestite fino ad una certa altezza da piastrelle bianche, come usava dai vecchi vinai.
Appena entrati, sulla sinistra, c’è il bancone della mescita; poi un tramezzo a vetri divide la stanza per il lungo: a sinistra c’è la cucina, che più a vista di così non si può, e a destra i tavoli, microscopici, mezzo metro per mezzo metro, dove fanno sedere quattro persone. Poi qualcuno un po’ più grande, dove ce ne stanno sette od otto, sgabelli e panche per sedersi.
Dire che si sta stretti è un eufemismo: si sta pigiati come sull’autobus all’ora di punta, schiena contro schiena con quelli del tavolo accanto. Inutile dire che si divide il desco con degli illustri sconosciuti, perlopiù indigeni, ma da un po’ di tempo capita anche qualche foresto.
Non accettano prenotazioni né carte di credito, ci si presenta all’ingresso (all’uscio, in fiorentino), si dà il nome e si aspetta di essere chiamati. Appena finito bisogna alzarsi. Tovaglie d’incerato e tovagliette di carta gialla, bicchieri e stoviglie da osteria. Il menù è attaccato al muro.
“E come fa a piacerti un posto del genere?”
Mah, sostanzialmente per due motivi.
Il primo direi che è “antropologico”: mangiare da Mario è un “bagno di fiorentinità”, ci si trovano i personaggi di Collodi, di Palazzeschi, di Prezzolini… la Firenze dei nostri vecchi, delle sorelle Materassi, dei sensali di campagna che venivano in città col barroccio come faceva il mi’ nonno…
I gestori non si atteggiano a “personaggi vernacolari”: lo sono.
In giro per il locale si leggono molti cartelli di questo tenore: “LOCALE DEGOBBIZZATO” (ovvio), “LA BISTECCA LA SI COCE COME SI VOLE NOI”, “NOI I’CCONGELATORE ‘UN CI S’HA”, “I’ BBRODO CO’ I’ DDADO ‘UN SI FA” e via vernacolando.
Il secondo motivo è ben più sostanziale: la cucina. Strepitosa.
Intendiamoci: è cucina fiorentina-ina-ina, senza fronzoli e senza voli di fantasia, ma portata ad un livello di perfezione quasi assoluta.
La ribollita è sicuramente la migliore che abbia mai mangiato. Il ragù di carne è commovente, il roast-beef (rosbiffe) di una tenerezza e una sapidità senza pari. E poi trippa, spezzatino, peposo, braciole rifatte (fritte e ripassate nel pomodoro), coscio di maiale al forno, fagioli in tutti i modi, anche al forno (lessati e poi infornati con olio e rosmarino)… I tortelli mugellani al ragù valgono da soli il viaggio (per chi non lo sapesse, sono ravioloni di pasta all’uovo ripieni di patate lesse, sostanzialmente insipidi, ma che esaltano al massimo il ragù di carne).
Unica pecca: la bistecca, pur di ottimo livello, è cotta (come vogliono loro!) sulla piastra, perché la brace non ce l’hanno.
Sono aperti dal lunedì al sabato, solo a pranzo.
Prezzi: un primo, un secondo, un contorno, un dolce (cantuccini e poco altro), acqua e vino della casa (un rosso della Rufina più che dignitoso), si va sui 20 – 22 euro per una mangiata, ovviamente senza bistecca.
Votazione: qui si fa difficile, perché io gli darei 5 o 6 ganasce, ma l’ho già detto che non sono obiettivo. Mi sembra più equilibrato proporne tre… che ne dite, quattro son troppe? Comunque ci ritorno, eccome!

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9 risposte

  1. sono con te silvestro,mario per me non si tocca.garanzia di genuinità,schiettezza,piatti fra i più fiorentini e toscani che mai,simpatia e servizio veloce. Rbollita e peposo sono i miei piatti preferiti che prendo sempre quando vado. Pur riconoscendo che la mancanza di brace per cuocere a dovere la bistecca si sente ma la buona qualità della carne margina la pecca. se non ce l’ha so che dipende da norme ed autorizzazioni che per averle è una cosa impossibile!per questo mario non ne dispone. per il resto non hai mancato di dire nulla, complimenti per la recensione!
    giulia

  2. Andare da Mario è un’esperienza! Il luogo è angusto davvero e se uno è “stucco” non è il caso che ci vada, ma le braciole rifatte si tagliano con la forchetta e il ragù è davvero commovente come ha detto Silvestro. Il motto “è vietato chiedere la bistecca ben cotta” poi dice tutto della filosofia della cucina. Tre ganasce per il gusto, la tempistica e le porzioni (da lavoratori!!), due ganasce per lo spazio che andrebbe quantomeno un po’ risistemato.

  3. Dopo un po’ che non ci capitavo, oggi sono tornato da Mario. Non è cambiato niente:
    Tagliatelle al ragù, arista allo spiedo, patate fritte, schiacciata fiorentina, acqua minerale e vino della Rufina, Spesi € 21, con soddisfazione. Locale ancora super affollato, piatti di buon livello (una nota particolare per l’arista, succosa e tenerissima, quasi un “rosbiffe” di maiale)

  4. D’estate erano in ferie e ieri era super pieno , e’ anche su google maps e quando ci mangero’ ? 🙂 Mi son affacciato timidamente, c’era la fila fuori alle 13,30 , ed ho chiesto: Com’ é l’andazzo ? Risposta testuale del ragazzo, con tanto di maglia viola : Eh , l’andazzo che l’è maiala ! 🙂 ovvero ci voleva un’ oretta per due persone ! Saluti e baci e son andato in cerca di cibo servito piu’ fast 🙂 Ma ci riprovero’ ; ) @ silvestro ti seguo come un segugio 🙂

    1. te devi andà da M@riotto mia da Mario 😉 …. in alternativa vicino c’e’ Segio Gozzi al Mercato di San Lorenzo un po’ più ampio con lo stesso stile di cucina

      1. off topic: mari@tto non mi dì che cucini pure l’ultimo del’anno! (ehm..nel caso, qual’è il menù?)
        buon anno anche a te grande mari@otto!

  5. Da Mario basta andarci (andàcci) a mezzogiorno.
    Saluti ed auguri a tutti.
    (Comunque anche Sergio non è male, però da Mario c’è la coda, da Sergio no. Un motivo ci sarà). 🙂

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