Vizi e Virtù – Livorno

In via San Jacopo in Acquaviva, non lontano dall’Accademia, VIZI E VIRTÙ lo conoscevo più per gli aperitivi che per il ristorante. Ingresso e tavoli vicino al banco, sono in stile “happy hour” simile come accoglienza ad altri locali prettamente orientati al beverage pre-dinner. Ho prenotato al VIZI E VIRTÙ perchè il centro di Livorno, in occasione di “mifaeffettovenezia” è da evitare per la cena (scortesia e scarsa qualità regnano sovrane dal 30 luglio all’8 agosto). Arriviamo alle 21, due ragazze servono ai tavoli e gentilmente una di loro ci accompagna a uno dei tavoli in giardino. Nonostante l’edera finta e le tovagliette di carta, l’ambiente è carino e intimo. Il servizio è gentile e il sorriso non manca mai.

Il menù si apre con una nota che specifica le possibili variazioni dovute dalla reperibilità degli ingredienti (ndr.) stagionali. Gli antipasti, così come i primi e i secondi, sono sia di pesce che di carne. Salumi vari, formaggi, crostoni, acciughe alla povera, carpacci di mare, sautè di cozze. crudo misto mare ecc. con prezzi nella norma. Li saltiamo e passiamo direttamente ai primi, Fin dall’inizio eravamo orientati per il pesce, leggiamo superficialmente i primi di “terra”, mi ricordo solo i tagliolini al tartufo di San Miniato.

I primi di mare comprendono:
risotto al nero di seppia, carbonara di mare, spaghetti allo scoglio, gnocchetti (mi pare) al favollo, spaghetti alla chitarra allo scorfano di scoglio, ravioli con gamberi di sicilia.
I prezzi variavano tra i 10 e i 14 euro.
I secondi: carne – scottona alla griglia, al tartufo, tagliata con rucola (sic!) e forse mi dimentico qualcosa mentre i secondi di mare sono facili da ricordare:
pesce pescato o di palamito alla griglia, al sale, all’isolana, aragosta alla catalana.
Vino della casa è un Centine di Villa Banfi, che per essere “della casa” non è male, con secchiello a bordo tavolo.
Scegliamo 1 spaghetti alla chitarra allo scorfano,
1 ravioli gamberoni di sicilia.
Buoni ma niente di entusiasmante, il ripieno dei ravioli forse esagera di formaggio (caprino?) e anche l’aglio mi sembrava un pò troppo invadente, salsina allo zafferano che amalgama e armonizza il piatto ma i sapori rimangono nascosti. Li ho comunque preferiti agli spaghetti, buona la pasta, buona la cottura ma stessa sensazione, piatto discreto ma non decolla.
Il servizio è attento e sempre cortese, i tempi di attesa sono giusti e comunque la serata è fresca e scorre piacevole. Per secondo abbiamo scelto un’orata per 2, dall’aspetto molto invitante, da fare all’isolana. Personalmente, preferisco quando dalla cucina non esagerano con le verdure, ricordando soprattutto che la tradizione limitava praticamente ad olive patate e cipolle, l’accompagnamento del pesce (in sardegna si dice che all’epoca non crescesse altro) poi si aggiunsero i pomodori ma niente di più. Non rimango deluso, fino a quando non scopro che le olive sono denocciolate ( ma come? e tutto quel discorso degli ingredienti stagionali?) facendo quindi da decorazione senza intervenire, o addirittura smorzando, i sapori di questo piatto già molto delicato.
Non mi sembra di ricordare un menù di dolci particolarmente stuzzicanti, almeno per noi. Concludiamo con una grappa e un caffè. Il conto? 74 euro portati a 70 che trovo molto onesto considerato il pesce (60 euro al kg). Prima di andarcene, ho dato una sbirciatina alla lista dei vini, dove per l’80% sono etichette più o meno direttamente dell’azienda VILLA BANFI rappresentando quasi tutte le regioni. Ciritorno? forse si, anche perchè vedere gli occhi lucidi di mia madre dopo mezzo bicchiere di vino – non beve-, che mi aiutava a riconoscere gli ingredienti ad ogni boccone (e soprattutto a ricordare il menù) è un ricordo che mi rimarrà per sempre.
Considerando che sono particolarmente pignolo, 3 ganasce gliele darei, soprattutto per il prezzo, qualità degli ingredienti (olive a parte) e servizio.


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12 risposte

  1. Quanto alla imponente presenza (o, per quello che mi riguarda, ingombrante presenza) di Villa Banfi, si tratta di una recente politica di marketing che con una alluvione di prodotti cerca di far dimenticare come il marchio sia in prima fila nella questione del Brunello addomesticato extra-disciplinare.
    Nei prossimi mesi ne troverete sempre di più.

      1. …solo x far la zanzara, il Centine Banfi e’ rosso se ricordo bene , vino della casa x il cacciucco 🙂 un saluto PS ne parlavo ieri con una ragazza livornese dell’ effettovenezia, ma a Venezia fan l’effetto Livorno? 😀

        1. guarda…anch’io mi ricordavo il Centine rosso…infatti ho fatto una “grezza”, “noi abbiamo anche il centine bianco”… c’è anche bianco Somme, non mi sono sbagliato

  2. O Gianluca, dài, non te la prendere per le olive denocciolate, perché come fanno le olive ad essere di stagione in Agosto? E poi le olive fresche, non conservate, sono amarissime: sbollentate prima, possono andare col cinghiale, ma con il pesce proprio non ce le vedo.

    1. O Silvestro, se un ingrediente fa schifo non si mette! Nessuno dice che le olive devono essere quelle fresche e amare…ma quelle denocciolate via!…e sembrano di segatura!. All’isolana le olive ci sono e probabilmente non sono le stesse che vanno col cinghiale 🙂

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