Mariva, San Vincenzo (LI)

Il locale è decisamente degno di nota: struttura in legno integrata perfettamente nella lecceta che la circonda, a due passi dal mare, che si raggiunge da passerelle in legno che partendo dal ristorante si diramano tra le dune, dove sono ospitati alcuni (esclusivi) ombrelloni. Le sale che compongono il ristorante sono eleganti senza eccessi, d’estate il limite tra interno ed esterno si percepisce appena; il momento migliore per arrivare è prima che tramonti il sole. Il servizio è attento senza essere invadente, la giovane età dei camerieri che (non troppo in disparte) si mostrano scherzosi tra di loro rende l’ambiente imperfetto e quindi, per noi, più simpatico e rilassato.

Veniamo al cibo. In due abbiamo mangiato:

  • Spuma al prosciutto cotto in conchiglie di pasta brisée; ci sono state offerte come entrée, un po’ deludenti perché dal sapore delicatissimo. Abbiamo avuto l’impressione che il cuoco amasse giocare più con il contrasto di consistenza che con i sapori.
  • Mazzancolle all’arancio (antipasto per l’ostessa):  servite su purea di melanzane, sono arrivate sei belle mazzancolle. Materia prima eccellente e abbinamento azzeccato (18 Euro).
  • Zuppetta di mare al timo (antipasto per l’oste): servita in una zuppiera di ceramica chiusa da un coperchio di pastasfoglia. Rotto lo scrigno facevano bella mostra di sé filetti di pesce, cozze, vongole e gamberoni, immersi in un buon brodetto. Bella la presentazione, molto equilibrati i sapori (20 Euro).
  • Pici all’astice (primo per l’ostessa): il punto basso della serata. I pici fatti a mano risultavano troppo appiccicosi. La salsa era buona, e il piatto era guarnito da mezzo astice. Al momento dell’ordine il cameriere ha chiesto se volevamo la polpa dell’astice aggiunta alla salsa oppure se avessimo preferito “giocarci” (22 Euro).
  • Spiedino di bocconcini del mar Tirreno (secondo per l’oste): il piatto forte della serata. Uno grande spiedino cotto in forno, ma saporito come fosse alla brace. C’erano tre tranci di pesce, un gamberone ed uno scampo (se ricordo bene). Il tutto accompagnato da un bicchierino di crema di peperone e da un mazzetto di asparagi avvolti nel lardo di Colonnata. Piatto perfetto (24 Euro).

Non ce l’abbiamo fatta a prendere il dolce, ed è un peccato perché la carta sembrava promettente. Le porzioni sono piuttosto abbondanti, forse sarebbe meglio ridurle un po’ limando di conseguenza i prezzi.

Con una bottiglia di acqua Lauretana (4 Euro), un Sauvignon La Tunella (18 Euro) e un espresso (2 Euro) abbiamo speso 108 Euro in due.

Il locale non è aperto tutto l’anno, ma solo d’estate: se abbiamo capito bene lo chef che ha avuto in mano la cucina quest’anno è lo stesso dello scorso anno. Non ama i sapori forti e i contrasti “arditi”, ma secondo noi ci sa fare. L’anno prossimo ci torneremo e speriamo di trovarlo ancora ai fornelli.

Voto finale? 4 Ganasce piene per qualità architettonica e livello della cucina. Per diventare cinque non avrebbero dovuto cadere sui pici e servire un entrée più convincente. Comunque un posto notevole, in cui torneremo volentieri.

Indirizzo: via della Principessa, San Vincenzo (LI),  tel: 0565 719777

Qui il sito internet.


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Una risposta

  1. ci sono stata i primi di giugno e confermo quanto riportato nella recensione, ambiente raffinato e cucina interessante. Sicuramente da provare!!

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