B.Y.O.B. (porta la tua bottiglia) a La Panacea Ghezzano

Buon giorno a tutti i frequentatori del sito, sono Carlo, proprietario insieme a Roberta, della Panacea pizzeria e cucina in quel di Ghezzano, alle porte di Pisa.

Ho usato l’acronimo inglese BYOB nel titolo, per dare risalto a questa iniziativa abbastanza innovativa nell’ambito della ristorazione all’ombra della torre pendente. Da oggi in poi sarà infatti possibile per i clienti, portare da casa una o più bottiglie di vino da bersi durante la cena.
I motivi che mi hanno spinto ad una decisione così ‘ardita’ sono molteplici. Siamo un fase economica non del tutto ‘favorevole’ ed anche il segmento della ristorazione soffre; c’è crisi. E non date retta a luoghi comuni e frasi fatte tipo ‘ i ristoranti sono sempre pieni’ anche sequeste parole provengono da altissime cariche dello stato. La crisi c’è e si sente. Crisi… in lingua nipponica (così perlomeno mi spiegavano quando mi occupavo di marketing) questa parola è costituita da due ideogrammi : problema – opportunità. Ed è proprio in momenti come questi che bisogna cercare delle nuove soluzione affinchè il mercato si vivacizzi. Bravissimi sono stati per esempio i colleghi che hanno aperto una spaghetteria in centro, avvalendosi si una nuova formula, e che funziona molto bene),
Altri colleghi , allo stesso scopo, si sono appoggiati a gruppi di acquisto tramite la rete proponendo menù completi a prezzi irrisori (scelta che non condivido ma che rispetto).
Infine il cliente può adesso più che mai, trovare una moltitudine di serate a tema, di menù fissi  e degustazioni tematiche di tutto riguardo a prezzi vantagiosissimi. (Ciritorno docet)
L’importante è che il mercato si muova ed il cliente/consumatore, tragga i suoi benefici.
Nel mio caso (non ho inventato nulla di nuovo) ho valutato l’impatto del costo di una buona bottiglia nel totale di una cena media per quattro persone. Questo si concretizza con un buon 25 % ed ovviamente di più se è per due. Ecco, da qui l’idea: Portati la bottiglia. Credo sia un buon incentivo no?
Unico vincolo all’iniziativa, è che si applica soltanto consumando dei secondi carne o pesce indistintamente (d’altra parte non ha molto senso bere un Supertuscan con una pizza bufalina).
La spesa a carico del cliente sarà invece di 4 euro a bottiglia a fronte del servizio di ‘tappo’.

Chi vuole aderire sarà veramente benvenuto.
Carlo Traina

La Panacea – Via Prov.le Calcesana 179 Ghezzano S.Giuliano Terme (PI)
050 877170
Facebook – La panacea pizzeria Ghezzano
www.lapanacea.org

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33 risposte

  1. Iniziativa simpatica, come del resto lo e’ Carlo il gestore 🙂 Solo per far due chiacchere, in tutta liberta’, perso che portare una bottiglia particolare ( il vino fatto a casa, o tipologie introvabili etc etc , da bere con amici al tavolo, davanti magari ad una bella bistecca, lo trovo utile e divertente, certamente non imbarazzante. Se pero’ , il cliente e’ invogliato a portarsi una bottiglia , chesso’ un buon chianti, o altra tipologia , acquistata in enoteca o al supermarket ad un prezzo vantaggioso, questo mi fa un po’ sorridere 🙂 Mi spiego, non e’ piu’ conveniente ricaricare il minimo sindacale su alcune bottiglie, magari di taglio economico o medio, anche per la pizza ? Esempio generico, sempre soggettivo, se devo portare un Santa Cristina pagato 5 euro, per non trovarmelo sul conto a 12 /15 euro, non e’ piu’ semplice prenderlo al ristorante pagandolo 7 euro? Lungi da me dar consigli o fare il professore di materia sconosciuta, son cliente e non gestore 😀 Saluti

    1. Provo a dare un’interpretazione tecnica: l’introduzione del bring your own bottle permette la differenziazione del prezzo. Ovvero, da un lato ci sono dei clienti che comunque vada frenquentano il ristorante e ordinano vino anche quando il ricarico non è particolarmente vantaggioso e dall’oltre ci sono dei (potenziali) clienti che non frequentano il ristorante proprio perchè il ricarico sui vini (ed il costo in generale) è troppo alto. Ecco allora che con lo strumento del BOYP forse si riesce ad attrarre clienti del secondo tipo senza però rinunciare a ricaricare un po’ più i prezzi ai clienti del primo tipo.
      Discorso che vale in generale questo, non riferito al caso particolare della Panacea. Poi vabbe, non sono un gestore e quindi prendetela solo come una possibile interpretazione.

  2. Secondo me la cosa funziona particolarmente bene nel caso che io voglia usufruire della cucina portando una mia bottiglia particolare che assolutamente in carta non c’è.
    È ovvio che farlo col vino standard non conviene, il diritto di servizio sta lì apposta, ed è giusto.

    –Edit– Aggiungerei anche che, stante il livello di cucina in crescita della Panacea, secondo me portarsi un bel vino per l’occasione ci sta

  3. Forse non ho capito bene la seguente frase: “La spesa a carico del cliente sarà invece di 4 euro a bottiglia a fronte del servizio di ‘tappo’.”
    Posso avere lumi in merito?

    1. Vuol dire che quando porti una tua bottiglia il ristoratore ti addebita comunque 4 euro (per ogni bottiglia portata). Questa sorta di tariffa ha il nome di servizio di tappo (corkage in inglese) ed è una cosa comune (ma con tariffe molto variabili) in tutti i ristoranti che promuovono il byob.

    2. @ Cisky
      servizio tappo nel senso che la aprono e utilizzi il bicchiere per berla , alcuni ristoranti lo prevedono, qualcuno lo calcola a persona (1€ ad esempio) altri
      a bottiglia

      1. Grazie a Mariotto e Django per la spiegazione dettagliata (avevo capito bene) e, senza voler far polemica, mi sembra un pò un controsenso fa pagare il “coperto” per la mia bottiglia… però sono comunque favorevole verso ogni iniziativa volta a coniugare esigenze di ristoratore e cliente.
        Off topic: comunque alla Panacea c’ho mangiato sempre discretamente (prendendo però solo pizza…).

  4. allora dopo questa lodevole iniziativa “anticrisi” proposta da Carlo della panacea segnalo anche che si stà in molte zone di Italia sempre più diffondendo il concetto del riutizzo degli avanzi da ristorante con l’asporto in vaschetta per Casa .
    Interessante l’iniziativa della Provincia di Trento segnalata su Dissapore
    http://www.dissapore.com/primo-piano/avanzi-la-diro-facile-facile-mi-aspetto-leco-vaschetta-in-tutti-i-ristoranti-italiani/

    1. Noi p.es.da tanto che usiamo e propponiamo al clienti cosi detta bagy dogy(non so se si scrive cosi),comunque essendo porzioni generose se rimane la tagliata o altro ,gli la metto molto volentieri nella apposita vaschetta e anche se rimane il vino gli lo tappo e si lo portano a casa.Diciamo che qualcuno ancora “si vergogna” a portarsi via le rimanenze,ma dopo che gli spiego che non c’e nulla di male ,anzi loro volentieri si portano pranzo per domani via.

  5. Francamente non credo che il BYOB serva come anticrisi… Lo vedo fattibile quasi esclusivamente per portarsi bottiglie particolari che magari si hanno a casa e che non si trova mai l’occasione per bere. Anche perché col corkage non e che hai sto gran risparmio su bottiglie medio basse. Peró é utile, qui a Londra va abbastanza e l’abbiamo fatto anche recentemenete in un ristorante di buon livello (Bistrot Bruno Lubet, tra l’altro pagando 15£ di corkage) per far fuori una bottiglia di Tignanello con un pasto degno di nota. Secondo me é una buona iniziativa.

  6. io credo che sarebbe molto più utile far passare il principio, che qualcuno già attua, di favorire il fatto di portare via quello che avanza del vino…ovvio che in linea di principio è sempre fattibile, ma in generale “non si fa”…se non quando è proprio il ristorante che offre ai clienti l’apposita bustina per portarsi via la bottiglia…
    magari è meno “anti-crisi” ma molto più pratico, specie per chi, come me, ha una moglie che beve poco o nulla e regala fior di mezze bottiglie ai vari risstoranti….

  7. Grazie per i commenti innanzi tutto.
    Raccolgo volentieri e memorizzo proprio per poter trarre spunti futuri. Ho riflettuto un pò e ho tratto le mie prime conlusioni.
    Gioia ha messo del suo in qualità di ristoratrice. Sia il doggy bag per quello che non viene consumato, che la bottiglia portata da casa, non appartengono alla nostra cultura. E’ una sorta di barriera comportamentale che si crea fra ristoratore e cliente o fra commensali stessi. La vergogna!
    Sapete quanta gente mi risponde (proponendo di portare via un bel pezzo di bistecca ) : – Seeee… un son mia un morto di fame!
    E chi lo ha mai detto che sei un morto di fame? Secondo me è uno schiaffo alla fame buttare quel ben di Dio.
    Il controsenso ed il paradosso è invece, che ci stiamo lasciando assorbire di comportamenti di massa che non ci appartengono. Per quanto mi riguarda, mi prende lo sconforto quando vedo i nostri ragazzi festeggiare Halloween (ma che festa è?) che niente ha a che fare con le tradizioni italiane (ma muovono tanti soldi) e poi si lasciano le mezze bottiglie (pagate) al ristorante per un sentimento di vergogna? Chi ha tempo e voglia, cliccando sul banner della panacea qui a destra, accede alla paginetta FB. Si legga il mio post su Halloween e sorriderà.
    Concludo con un paio di precisazioni.
    @GGG: hai ragione! Non è assolutamente una misura anticrisi come del resto non sono le iniziative proposte da Mariotto e Marinese. Ma potrebbe servire a rivitalizzare il mercato della ristorazione (in crisi) a tutto vantaggio del cliente.
    @Cisky. Il diritto di tappo è giusto per ripagare la messa a disposizione,il lavaggio e la spannatura a mano dei bicchieri. Se disgraziatamente ne rompo uno mentre faccio queste cose,…ci rimetto. Suddividi il costo dei 4 eurini per un tavolo, alla fine potrebbe diventare attirittura 65 cent a testa! Non è uno sproposito e come vedi ben distante dalle 15 sterline pagate da GGG.
    Grazie per il tempo dedicatomi.
    Carlo.

    1. Grazie Carlo per la considerazione e complimenti per la tua iniziativa,che mette in primo piano la tua fantasia e impegno,per avvicinare il clienti “sfuggenti” per colpa della crisi alla ristorazione.In bocca a lupo e speriamo che i tuoi clienti sono contenti di tutto questo.saluti da gioia

      1. arrivo in ritardo ma voglio confortare Carlo della sua ottima iniziativa e di quanto sopra scritto.
        Aggiungo un bel ricordo: appena sposato (quindi nel medioevo 🙂 )
        sono stato in Australia dove erano tanti i ristoranti che non servivano alcolici e te potevi portarti da bere quello che piu’ ti piaceva (lasciamo perdere cosa bevevano gli australiani) ma era simpatico vedere arrivare coppie, comitive etc, con i vari portaboglie piccoli o grandi (una comitiva arrivo’ con la cassetta di plastica, quella da noi per l’acqua, piena di vino !) e a fine pasto quello avanzato potevano lasciarlo o partarselo via…ma i piu’ lo lasciavano.
        PS.il ristoratore era lo zio di mia moglie…bella storia !

  8. Sono d’accordo su tutto con Carlo Traina, e da consumatrice aggiungo che secondo me sarebbe ora, come dice anche Gioia, di “educare” il cliente al doggy bag e alla mezza bottiglia “à emporter” , il che tra l’altro secondo me conviene anche al ristoratore, visto che il cliente, nell’indecisione se ordinare o no quel secondo/vino in più, lo fa a cuor leggero sapendo che può portarselo anche a casa se “non ce la fa” 🙂

    1. come avevo detto prima, sarebbe ottimo se, come qualcuno fa, fosse il locale a farsi promotore della mezza bottiglia à emporter, offrendo o facendo trovare al tavolo la classica busta da bottiglia, magari con il logo del locale…fa pubblicità, accrsce l’immagine e sdogana l’impressione “da morto di fame” di chi si porta via la mezza bottiglia…
      concordo con sasha sul fatto che alla finje potrebbe essere anche un’azione “anti crisi”: se il vino avanzato te lo porti via, sei più disposto a prendere qlc di meglio, o a stappare la seconda bottiglia anche se manca poco alla fine del pasto..

    1. Gianluca penso sia una cosa fatta a posta per i Livornesi 😉
      ……. no di solito se ci sono dei link al commento non vengono pubblicati subito come il mio precedente con il link a dissapore 🙂

  9. io ricordo anche il contrario, ovvero vecchie cantine dove ti portavi da mangiare, tu compravi il vino e mangiavi le tue cose al tavolo.

    Comunque iniziativa carina ma non è la prima volta che ne sento parlare anche in zona

  10. Sono un cliente (non assiduo, ma sempre soddisfatto) della Panacea. Apprezzo molto lo stile e la capacità di Carlo, la qualità dei suoi piatti e ritengo corretto il rapporto qualità/prezzo che propone (il suo pane, poi, vale spesso da solo buona parte della visita).
    Ritengo che l’iniziativa BYOB sia comunque lodevole: nel panorama della ristorazione pisana (anche se Ghezzano è fuori Comune), se qualcuno ragiona ed elabora proposte, forse non tutto è perduto (scusate l’ironia, concittadini osti e ristoratori)!
    Non so se alla Panacea si possa, invece, portare a casa la bottiglia rimasta smezzata, che ritengo una misura altrettanto utile per migliorare il servizio complessivo e il rapporto cliente/esercente.
    Vorrei, però, cogliere l’occasione per una riflessione generale (anche se, forse, un po’ sterile) sul livello dei prezzi nei locali pisani. Capisco di andare off-topic, anche perché iniziative come BYOB non sono direttamente tese ad incidere sul prezzo (è evidente che per bottiglie di livello economico non convenga portarsele da casa), tuttavia mi preme una considerazione.
    Spendendo 35/40 euro a persona, scegliendo con cura e con un po’ di “occhio” il locale, si può avere una dignitosa cena in buona parte delle grandi e medie città europee (posso citare una serie di esperienze negli ultimi 2/3 anni), in posti dove il livello delle retribuzioni, per mestieri a condizioni analoghe o, comunque, corrispondenti, è sempre decisamente svantaggioso per noi italiani. Dopo anni di stop agli incrementi stipendiali per tanti di noi, con inflazione e tariffe varie in aumento, ecc., è mai possibile che cenare fuori, in un locale medio, a Pisa possa costare quanto una cena in St. Germaine a Parigi, o nel centro di Edimburgo o di Lione o Berlino, ecc., dove, ad esempio, un laureato dipendente, con qualche anno di esperienza, guadagna molto, ma molto meglio del suo collega pisano? Le mie potrebbero essere impressioni parziali e poco obiettive, lo riconosco, tuttavia ho sentito commenti scandalizzati sui prezzi toscani persino da parte di viaggiatori norvegesi (la Norvegia è paese fra i più cari d’Europa!) decisamente abbienti, e quindi non sospettabili di limitata capacità di spesa.
    La Panacea, come dicevo, è sicuramente da non additare per esosità e qualità/prezzo e ho, forse, sbagliato tempo e luogo per i miei strali, ma il dialogo aperto con il validissimo Carlo può, forse, avviare una riflessione più generale: signori gestori, siete certi di fare tutto quello che si può per equilibrare qualità, costi aziendali e prezzi proposti? Evitiamo di parlare della pressione fiscale, per favore.

    1. Boh la situazione prezzi non mi sembra cosi’ male (quella degli stipendi dei laureati si! :)) se confrontata con le altre città italiane. Due considerazioni:
      Ogni tanto vengono a mangiare qua dei miei amici di Firenze (buone forchette) e tutte le volte rimangono stupiti da quanto si spenda poco.
      Personalmente mi pare che non ci sia confronto su quello che si mangia con 35-40 euro qui in termini di quantità e qualità (e vino) rispetto a quello che si riceve all’estero, almeno su questa categoria di prezzo l’Italia si difende benissimo. Per le categorie superiori non saprei.

    2. l’argomento prezzi puo’ esser sviluppato, ma essendo ot , forse meglio in un post dedicato. Non ho ricette per nessuno, ma, per rimanere sulle tariffe del vino (anche loro andrebbero trattate in modo piu’ dettagliato altrove) credo che ingenti quantitativi di bottiglie, acquistate da un locale, fanno il prezzo al ribasso sicuramente, e nonostante cio’ vengono ricaricate in modo sconsiderato ed esoso, altro che diritto di stappo. Ho visto far pagare, in diversi posti, 9/10 euro per un litro di vino alla spina in caraffa , cioe’ il peggio del peggio, per quel che mi riguarda significherebbe acidita’ di stomaco x tutto il giorno! Non voglio inquinare oltre il post sull’iniziativa del byob della Panacea 🙂 saluti

      1. Sui prezzi italiani vs altre città europee: non sono completamente d’accordo, soprattutto se si considera anche il prezzo del vino. In Italia si riesce a prendere una bottiglia dignitosa al ristorante anche sui 15 eur, dalle mie esperienze all’estero e’ piu’ difficile e non e’ raro trovare roba imbevibile a 25/30 eur a bottiglia.

        Sull’iniziativa BYOB: mi sembra interessante. Secondo me avrebbe molto senso in ristoranti di livello medio alto, che in genere ricaricano abbastanza sulle bottiglie migliori. Se trovi un buon Brunello a 30 eur al supermercato (o in rete) ti puoi fare una signora cena di carne a un prezzo ragionevole, senza avere sul groppone > 50 eur solo di vino…

  11. ma pensa! io invece rimango stupito di quanto si spenda poco a Firenze (non in tutta la città ovviamente) rispetto alla qualità! da Damasco con 40 euro ti mangi una bistecca alta 3 dita, per non parlare di alcuni posti in San Lorenzo, in via della Scala, il Latini, alla Buca, in San Marco, a porta Romana…ma ce n’è una marea, basta evitare quelli con la scritta “antica trattoria toscana” e la traduzione in inglese 🙂

  12. se si deve venire incontro al cliente per il vino, basta prendere la buona abitudine di risigillare sottovuoto le bottiglie smezzate e riconsegnarle al cliente in apposita busta, ed inoltre, avere una serie di etichette da sbicchierare, tutto il resto è fuffa

  13. Non sono mai stata in questo ristorante quindi non sono in grado di valutare la validità dell’ iniziativa ma devo dire che l’ idea di poter portare una bottiglia di vino (e pagare comunque 4 euro!) non mi incentiva. Voglio dire, se ho una bottiglia “speciale” è molto probabile
    che la riserverò per una cena casalinga da condividere con qualcuno di speciale. Una bottiglia di livello medio invece non mi conviene portarla, visto il ricarico onestamente eccessivo di 4 euro. Il fatto di pagare il coperto mi autorizza forse a rompere i piatti? Crede forse il ristoratore che chi porta con sé il vino sia più maldestro degli altri e quindi manifesti la pericolosa attitudine a rompere bicchieri?
    Si è capito che comunque che al grosso del guadagno, ovvero ricarichi in genere spropositati su vini di fascia medio-bassa, il gestore non è disposto a rinunciare. Ed è giusto così: un ristorante è un’ impresa che mira al profitto.

    1. Perché se vuoi condividere una bottiglia speciale con qualcuno di speciale, non lo puoi fare al ristorante??
      Personalmente io approvo questo tipo di cose. Ad esempio hai un bel vino da bistecca, stai in un appartamento e il barbecue no lo puoi fare, no hai forno a legna e no sai come fare perché, a dire il vero, io la bistecca fatta sul gas non la posso vedere, mi piange il cuore… quindi che ce ne fossero di posti che fanno magari una bella carne alla brace vera e mi permettono di portarmi il mio bel vino buono che ho lí da un po’ e che aspetta solo di essere bevuto!!
      Oppure é il caso di una bella cucina di carne tradizionale che io a casa mia non faccio.. perche no???

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