Griglia di Varrone – Pisa – Chiuso

Sabato scorso con 4 amici sono stato alla Griglia di Varrone di Pisa, fratellino nato da poco dell’omonimo locale lucchese. Si trova sull’Aurelia, venendo da Pisa poco dopo la Saint Gobain e il ponte della superstrada, sulla sinistra. La zona è piuttosto bruttina, mentre il casale ristrutturato che ospita il ristorante appare piacevole e curato. All’entrata c’è la zona appendiabiti, poi la sala principale con grande cucina a vista dominata dalle griglie e due salette secondarie. L’arredamento è moderno e piacevole, con prevalenza di legno chiaro.

Ci accomodiamo e ci viene offerto un bicchiere di prosecco. Il menu comprende un’ampia scelta di antipasti, un paio di primi e una ricca proposta di carne alla griglia, come il nome del locale lascia intendere. Le carni sono prevalentemente texane e argentine, con la possibilità di spaziare anche su assaggi più esotici (c’è perfino il canguro!). L’idea è di puntare su carni “internazionali” a scapito delle autoctone, scelta un po’ in controtendenza di questi tempi. Quindi pur essendo a Pisa niente mucco e nemmeno chianina: l’Italia è rappresentata dalla Fassona negli antipasti e dagli affettati locali.
La carta dei vini è abbastanza ricca e con ricarichi nella norma. Giustamente incentrata sui rossi, offre buona scelta di bottiglie pisane, poi toscane e italiane. Optiamo per antipasto + secondo per tutti, poi seguiti da un dolce.

– Antipasti (6/9 eur)
1 piattino di lardo (offerto)
3 piccoli fritti (taleggio, mozzarella, polpettine di patate, panzerotto etc.)
2 battute di Fassona con insalatina

– Secondi (15/18 eur)
3 asado di manzo texano
2 ribeye argentino
(serviti con patata cotta sotto la cenere, insalatina, sformatino di cipolla)

– Dolci (5 eur)
3 Creme brulee con mandorle siciliane
2 Sfogliatine alla crema

– Bevande
5 bicchieri di prosecco (offerti)
Il Bruciato Bolgheri DOC Antinori 2009 (26 eur)
Veneroso Tenuta di Ghizzano 2008 (32 eur)
5 bicchieri di vino dolce (Muffato della Sala e Passito di Pantelleria, non ricordo il produttore)
3 caffe’
2 bicchieri di rum Zacapa + 1 bicchiere di Armagnac

– Conto: 200 eur
Uno dei miei commensali conosceva uno dei titolari e alla fine abbiamo avuto un po’ di sconto e qualche assaggio omaggio. Altrimenti avremmo speso sui 5 eur a cranio in più.

Veniamo ai commenti: antipasti piacevoli, ma abbastanza ordinari. I piccoli fritti abbastanza sfiziosi, la battuta saporita con discreta salsina di accompagnamento a base di senape. Dosi non abbondanti.
Ottime le carni alla griglia: il taglio dell’asado risultava un po’ grasso, ma il grasso si era ben sciolto in cottura e rendeva la carne saporita e morbida. Il controfiletto era più magro e un po’ più rosolato, sempre molto gradevole. Porzioni abbondanti, contorni nella norma.
Dolci onesti, senza tanti voli di fantasia.
Alcuni dei problemi segnalati per il locale di Lucca (rumorosità, scarso impianto di aspirazione) mi sembra che qui non ci siano, se non in minima parte. In compenso il menu e la carta dei vini sono un po’ meno ricchi.
Servizio rapido, camerieri giovani e preparati in numero adeguato rispetto ai coperti.
Per concludere: posto interessante, che accontenterà i carnivori della zona.
Il suo limite (forse voluto) è che appare un po’ monodimensionale: tutto è basato sulle ottime carni servite alla griglia, il resto per il momento sembra corretto ma niente di più.
Per la qualità (e quantità) della carne, l’ambiente e il beveraggio mi sembra che la spesa non sia stata elevata.
Voto: 3 ganasce abbondanti. Per ora non mi sento di arrivare a 4, visti i limiti su tutto quel che esula dalla carne.

Sicuramente ci ritorno, per chi ama la carne un posto da provare.
Sono aperti anche a pranzo e offrono menu da 10 a 20 eur comprendenti anche carni alla griglia.

Griglia di Varrone Pisa
Via delle Colombaie, 1
Tel: 050/503744
Info: [email protected]
Web: lagrigliadivarrone.it (per ora il sito è quello del locale lucchese)

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Elephant Bistrot – Livorno.

All’inizio dell’Estate, mi son trovato in piazza Mazzini, ad una sorta di fiera in cui, stranamente, non c’era niente da mangiare. Ho

Il Caminetto – Montaione (Fi)

Per alcune circostanze che qui non interessano, mi sono trovato nei giorni passati a Montaione. Su segnalazione di una persona del posto,

15 risposte

  1. …permettemi solo un piccolo ot sulla carne importata.Leggo carne texana, e’ una fandonia che le carni americane sono vietate in Italia ? Mi spiego la cosa , solo pensando che la razza e’ texana ma allevata magari in Argentina o Brasile ! Chi puo’ illuminarmi?

  2. c’eravamo stati subito dopo l’inaugurazione allora non c’era nessun primo in carta e secondo me era una limitazione , anche se non è che adesso ce ne sia un ampia scelta . Condivido il fatto che considerata la disposizione delle sale è meno rumoroso del gemello Lucchese . La mancanza almeno del Mucco pisano secondo me è una grave carenza .

  3. Vi racconto come è andata a me e alla gentil pulzella insieme a me.
    “Ma io stasera ho voglia di carboidrati” – dice lei – “Li fanno?”.
    “Tranquilla, ho visto su internet, ce ne sono un sacco nella carta”.

    Arriviamo. Posto carino, begli arredi, molto curato e cucina a vista. Camerieri giovani, allegri e sorridenti. Ci sediamo.
    Prima sorpresa: appena ti siedi viene offerto un prosecco. A tutti. A noi NO. Non capisco, forse i miei pochi capelli, forse la gentil pulzella troppo scollata ha messo in crisi qualcuno.
    Seconda sorpresa: di piatti allegramente a base di carboidrati, nella carta, ce ne è UNO. Uno soltanto. Tra l’altro una cosa relativamente semplice. La pulzella commenta “Me lo faccio a casa da me, quello”, e s’incazza. Ha ragione.
    Terza sorpresa: l’antipasto misto di tartare, che sempre sul menu sul sito è presente, sulla carta non c’è. Ergo t’attacchi.

    Diciamo che non si comincia bene, proprio no. Ordiniamo:
    – un antipasto di piccoli fritti
    – un antipasto di carpaccio (se non erro di bisonte)
    – un tris di carne esotiche (canguro, antilope, bisonte)
    – una bistecca di bisonte
    – una bottiglia di rosso di bolgheri di Michele Satta.

    Nell’ordine: il carpaccio non era condito. Erano proprio fette di carne messe li’, affettate e con una pallina di caprino accanto. Buona carne per carità, ma servita male.
    Piccoli fritti: erano DIACCI, come si dice in Toscana. Diacci marmati dentro e caldi fuori, segno di un pessimo rapporto tra il surgelatore e la friggitrice.
    Intermezzo: quando l’ho fatto notare alla cameriera la sua risposta è stata “grazie, lo faccio presente in cucina”. Grazie ‘sta cippa. COME MINIMO o me li scali dal conto o me li riporti fatti AMMODO. Se ne sono ben guardati.
    Carne: molto buona. Porzioni non abbondanti, ma buona e cotta bene. Pregevole il canguro. Contorni un po’ miserini (mezza patata all’americana, mezza patata mascè col pomodoro e l’origano sopra, due fogliette di misticanza in croce).
    Vino ottimo (Michele Satta, chevvelodicoaffà) e ricarico onesto.

    Dolci: prendiamo una creme brulee con le mandorle e un cheesecake al mirtillo, accompagnato da un bicchiere di muffato che si dimenticano di portarmi e mi portano praticamente a dolce finito. Muffato ottimo, dolci tranquilli anche se – specie il cheesecake – in porzioni veramente miserrime.

    Caffè, ammazzacaffè offerto. Chiedo una grappa barricata e me ne portano tutt’altra, ma ormai avevo perso la voglia di discutere.

    Tutto questo per OTTANTOTTO euri, dico OTTANTOTTO.

    Io li’ non ciritorno neanche dipinto, scusate.

    1. Comunque credo che il sito del ristorante sia riferito a quello di Lucca, il che spiega le differenze nel menu.
      Per il resto: antipasto, bistecca, dolce e una bottiglia di bolgheri rosso satta (20€ ad occhio?) per un totale di 44 euro a testa non mi pare fuori scala, forse un filino caro ma non un’esagerazione.
      Su quantità/qualità/servizio ovviamente non mi pronuncio.

      1. La carne viaggia sui 16-18 a piatto.
        Ad ogni modo 44 euro possono essere pochi come possono essere tanti, diciamo che per quell’antipasto e quel dolce e quel servizio sono tanti.
        Se non avessi dovuto incavolarmi per un menù risicato, un antipasto fritto a vulva di felino e un dolce omeopatico con un vino da dolce consegnato in ritardo il prezzo sarebbe stato totalmente equo.

  4. Un pizzico di delusione.
    Ieri avevo ospite un collega proveniente da territori extra confini regionali e ho deciso di portarlo alla griglia di Varrone.
    Non avevo ancora provato questo spin-off alla pisana, ma memore della varietà di carni e portate del suo babbo lucchese credevo di trovare un locale ancor più stuzzicante.
    Non eravamo poi così affamati.
    Prendiamo un tagliere di prosciutto toscano (lo so non c’è nulla di più banale ma se l’ospite lo gradiva….) 4 fette. Si dico 4 fette (a parte i 2 euri a fetta) buono, anzi molto buono……….. ma dico si portano 4 fette di prosciutto per antipasto??
    Le carni:
    Il variopinto menù di carni di ogni provenienza del capostipite lucchese si traduce 2 razze una piemontese e una argentina (credo).
    Ad ogni modo il piatto di tagliata era buono con un bel contorno (non molto ricercato) ma devo dire che bene si sposava con la carne.
    Il conto è stato onesto è ho pagato quanto ho mangiato.
    La sala funziona bene, i piatti sono tutti buoni (quelli assaggiati) e il prezzo è giusto.
    Mi piacerebbe solo che spingessero di più su cose più sfiziose ma chissa ….”il ragazzo si farà, e anche se ha le spalle strette……”

  5. Sono stato, qualche sera fa, alla Griglia di Varrone, variante pisana (stessa Area Vasta dell’originale, però!).
    La dislocazione (5-) non troppo felice (fra una rotatoria, un tratto di SGC in sopraelevato, la sede ferroviaria PI-LI, l’aeroporto e il riattivando canale dei Navicelli, il locale potrebbe offrirsi come sede per il corso di laurea in ingegneria dei trasporti) è bilanciata dalla interessante architettura dell’edificio (7) e da interni accattivanti (6 e mezzo). Peccato per l’acustica degli ambienti (5), non tenuta in gran conto da chi ha realizzato il locale.
    Il servizio (7) mi è parso premuroso e abbastanza attento, con personale di sala giovane, adeguatamente cortese e ben motivato (nel panorama della ristorazione italiana queste due ultime non sono cose diffusissime, ahimé!). Fra l’altro, tempi di attesa molto contenuti (7+), nonostante la serata pre-festiva.
    Trascorsi già alcuni giorni dalla cena fatta (a causa della mia incorreggibile pigrizia, non ho scritto questo commento a visita “fresca”), scrivo con beneficio di inventario riguardo i dettagli: eravamo in tre e, per un conto complessivo di 100 euri , abbiamo preso tre antipasti, tre secondi con allegati contorni di stagione, acqua, una bottiglia di vino (le Volte dell’Ornellaia, per 25 euro, mi pare), un dolce con allegato moscato e due distillati di ordinazione (5/6 euro l’uno); il personale ha ulteriormente proposto (sia al tavolo, durante la conversazione di fine pasto, che al momento di pagare, alla cassa) l’offerta (7 +) di ulteriori bevute (grappa-limoncello ecc.).
    Il prezzo, tutto considerato, mi pare in linea (6) con il tipo di locale, anche prescindendo – parzialmente, come ovvio – dal dettaglio sul cibo e le preparazioni.
    Abbiamo mangiato battuto di fassona o fois gras per antipasto, tris di carni esotiche alla griglia (canguro, antilope, bisonte) o tris di hamburger per secondo e creme brulée quale unico dolce. Sintetizzo i giudizi del tavolo: porzioni (6-) che, anche se non sono piccolissime, potrebbero essere un po’ più sostanziose (anche maggiorando di tre/quattro euro il conto medio a persona, per 36/37 euro ci si potrebbe sempre stare … per ora); sapori delle carni (6-) non molto rimarchevoli; preparazioni sulla sufficienza (6+).
    Questo posto mi pare una operazione commerciale in via di buona riuscita: le varie “ruffianerie” discretamente articolate, dalle carni esotiche allo stile di servizio e degli ambienti, con un prezzo abbastanza competitivo, possono richiamare buone fette di clientela.
    Per quanto mi riguarda, può darsi che Ciritorno (ci ritorni), ma senza fretta (scuserete il giochetto dei voti fra parentesi, utilizzato per dare un po’ di senso in più al testo). Le tre ganasce sono comunque dovute: in questo caso si tratta della mera sufficienza.

  6. Curioso di vedere la succursale pisana della griglia, ci sono stato a cena di recente.
    L’ ubicazione, magari strategica, ma come facevano notare lescruditedemer (che saluto) , non e’ il massimo !
    Ambiente moderno, l’ho trovato un tantino asettico, ed il servizio piuttosto informale.
    Niente entree di benvenuto, ne liquide ne solide, ma non e’ obbligatorio anche se gradite 🙂
    Consultando il menu’ ho avuto l’impressione di una succursale di serie B.
    Ovvero, se ricordo bene la carta della griglia lucchese, mi sembra molto piu ricca !
    Magari anche come prezzo e questo non e’ certo uno svantaggio!
    Carne buona, ho assaggiato un tris gourmet (22 euro) , tutto molto buono e cotto a dovere, comprensivo di contorno.
    Dimenticavo, avevo assaggiato precedentemente un tagliere di salumi iberici , direi validi.
    Poca scelta per il dessert, per non parlare dei vini da abbinarci!
    Ne hanno tre in carta, se ben ricordo, e tutti non disponibili!
    In un periodo di festivita’ come quello appena trascorso, m’è sembrato strano !
    Mah!
    Tirando le somme : 2 antipasti ,1 tagliata di angus , 2 tris gourmet , due dolci, 1 liquore , 1 bottiglia di rosso della casa, acqua e 3 caffe = 100 euro tondi 🙂

  7. Venerdì scorso abbiamo provato questo locale carnivoro in 8 + bambina di 3 anni (che ha mangiato solo un piatto di pasta al burro, non messa in conto).
    Abbiamo preso come antipasto un po’ di tutto (1 fois gras, 1 mozzarella in carrozza, 1 tagliere di salumi iberici, 1 tartare, 3 fritti, 1 flan di porri), un solo coraggioso ha preso il primo (tagliolini all’amatriciana). Poi, la carne: tagliata, di maialetto, di manzo al radicchio e con salsa olandese, 1 picanha, 1 rosticciana, hamburger (1 king, 1 tris, 1 alla Bismarck con sopra l’uovo di Parisi).
    Per finire, 1 cheesecake, 1 sbriciolata, 3 delizia bianco, 1 creme brulee e 1 ananas.
    8 caffè + distillati offerti. Vino, 2 bottiglie di Bruciato.
    Conto, 296 € scontati a 290.
    Il mio parere: per la carne è da provare, sia per la varietà che per la cura nella preparazione e, soprattutto, la cottura. Il mio hamburger king di Angus texano (così dice il menù…) era ottimo e, devo dire, forse eccessivo in quantità. Mi hanno riferito impressioni ottime anche dalla rosticciana e dall’hamburger con uovo, con nota di merito per la cottura dell’uovo. Contorni un po’ scarsi, ma ho assaggiato un purè di patate affumicate notevole.
    Antipasti interessanti ma un po’ “giusti” come dosaggio. Il mio tagliere di salumi iberici era valido ma limitato a due microfettine per ogni tipo. I primi, come altri hanno notato, meglio lasciarli perdere. Non ho assaggiato dolci, ma i commenti dei commensali non erano sopra le righe.
    Carta dei vini molto circoscritta: anche etichette importanti, ma tutto si gioca tra Pisa e Bolgheri. Curioso il lapsus per cui la carta inserisce alla voce “vini di altre regioni” persino il Chianti.
    Servizio efficiente, nonostante la sala piena e i nostri ordini “complicati”
    Insomma: ci tornerò quando avrò nuovamente voglia di esagerare con la carne.

  8. L’ultima cena alla Griglia di Varrone – Pisa è stata strana e irritante. AL momento di ordinare abbiamo scoperto che non erano disponibili, a dispetto del menu, tutti i primi e tutte le tagliate. La scusa addotta era che il personale di cucina era in ferie. Se è così, per favore chiudi o rimpiazza il personale. Come fai a offrire un menu che per metà non è disponibile? L’altra nota stonata è stato il servizio. La nostra cameriera ha ruminato la gomma tutto il tempo, ed è stata parecchio distratta. Ha dimenticato il secchiello del ghiaccio per il vino e un contorno (regolarmente fatturato però, abbiamo scoperto dopo).
    Niente da dire però su quello che abbiamo preso: le cose che siamo riusciti ad ordinare erano, in verità, eccellenti.
    Sinceramente però, per aver provato tutti e due i locali, consiglio vivamente quello di Lucca. Non solo ha un menu più ampio e variato, ma il servizio è migliore. Sono seriamente intenzionato ad abbassare il voto del locale di Pisa, se altri riporteranno cose simili.

  9. Passandoci di fronte con meta Ikea mi è parso di notare che abbia chiuso e/o cambiato gestione. Ora vi campeggiavano delle insegne del Ristoro del Parco e riferimenti ai prodotti del parco di San Rossore. Ne sapete niente?

    1. Mi hanno detto che propio oggi c’era l’inagurazione.Quindi rileggendo il commento sopra di Ganascia….quando afferma….” per favore chiudi o…” era piu di una sentenza 🙂 🙂 . Aveva previsto tutto il Capo 😉

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