Ristorante del Moro – Predappio (FC)

Sabato scorso ho fatto un’escursione in Romagna e mi sono fermata a pranzo a Predappio in questo ristorante che avevo già visitato anni fa e di cui avevo un buon ricordo.

Si trova sulla via centrale del paese, locale un po’ anonimo e dai colori pastellosamente improponibili, ma credo che non abbiano bisogno di distogliere l’attenzione dai piatti con l’architettura di interni, tutt’altro!

La tavola è semplice, un po’ caotica perchè i vari piatti e bicchieri sono parecchio scoordinati, comunque c’è in tavola un calice per il vino rosso, e il coltello taglia (sono un po’ fissata sui coltelli che non tagliano!).

Eravamo in due, ricordando l’abbondanza delle porzioni ci siamo limitate ad antipasti e primi, per lasciare un posticino per il dolce. Io ho scelto l’antipasto del Moro, mia mamma prosciutto e melone (lo considerano un secondo, ma lo ha preso per antipasto) e ce li siamo divisi. Quattro belle fette di melone dolcissimo con prosciutto semidolce, e il mio piatto era enorme: una fetta di culatello, due di prosciutto semidolce, due di coppa, due di filetto di maiale salato, due di bresaola, tre di pancetta leggermente affumicata, svariate fette di due salamini diversi, dadi di frittata farcita, due fette di due pecorini di diversa stagionatura, una bruschetta con pomodori al forno, ciccioli,e due coppette con squacquerone e una sublime composta di fichi, il tutto servito con quattro spicchi di piadina bollente. Mi pare di averli detti tutti… Ovviamente, i salumi sono tutti di produzione non industriale, e si sente.

Per i primi, abbiamo scelto il tris della casa: cappelletti pasticciati (con ragù e poca panna, ma proprio per dare morbidezza), strozzapreti allo speck (simili ai nostri pici), tortelli di patate con burro e salvia. Pasta chiaramente fatta in casa, porzioni più che abbondanti, infatti dopo quel po’ po’ di antipasto ne abbiamo mangiata, dolorosamente, solo metà.

La carta dei vini non è ampia, qualche bianco, i rossi sono quasi tutti Sangiovese di produttori locali, ci è stato consigliato dal titolare, molto cortese, un Sangiovese Superiore Ravaldo, che non avrebbe sfigurato accanto a un Castello di Ama, ma che ci è costato solo 13 euro.

Altre volte ho avuto modo di assaggiare il vino della casa (in lista a 9 euro il litro) ed è già buono anche quello.

Il dolce… Durante il pranzo ho visto passare una fetta gigante di crème caramel, fatto nello stampo da budino, e me ne sono innamorata: poi mi è stato proposto un mascarpone di giornata con cioccolato caldo, e ho deciso per quello, praticamente una scodella quasi da minestra piena di mascarpone coperto di cioccolato fondente tiepido, una cosa quasi libidinosa. Meno male che il crème caramel l’ha preso mia mamma, così l’ho potuto assaggiare, era quello buono casareccio che l’ho mangiato poche volte, lo faceva buono Pippo a Vinci, ma questo era anche meglio.

Anche i dolci non li abbiamo finiti: la prossima volta che ci torno, porto una borsetta termica e mi faccio fare il doggy-bag!

Il menù segue molto la stagionalità, hanno anche tartufo (i primi al tartufo stanno sui 24-25 euro) e porcini locali. Mi ha fatto buona impressione il fatto che a un altro tavolo hanno chiesto due insalate di porcini e il titolare è andato a vedere se ne avevano ancora, prima di dire di sì. Il servizio è veloce, anche se per onestà devo dire che c’era poca gente. Dei secondi non so che dire, anche agli altri tavoli prendevano tutti antipasto e primi piatti. Il punto di forza del ristorante, comunque , sono i prodotti locali di ottima qualità. Altre volte ho provato i tortelli alla Moro, il piatto di formaggi misti, anche quello abbondante, la pasta ai carciofi, il loro ragù, tutti piatti che consiglio di provare. Non vi fate spaventare dalla dicitura “panna”: ne usano pochissima, e delicata.

Un po’ di prezzi: l’antipasto del Moro 15 euro, prosciutto e melone 10, il tris di primi 9 a testa (i primi senza tartufo sono tutti a 8-9 euro), i dolci 3.50-4: coperto 2, acqua 1.80, caffè 1 euro. Totale, con 2 caffè e 2 bottiglie d’acqua, 73 euro in due.

Prezzo che trovo adeguatissimo alla qualità dei cibi.

Vi linko il sito, anche se è orribile e le foto dei piatti sono scoraggianti, fossi in loro lo rifarei:http://www.ristorantedelmoro.it/index.html

Giudizio: 4 ganasce, vale una deviazione se siete in zona, non rimpiangerete i soldi della benzina. Ovviamente Ciritorno, almeno spero.

Ristorante del Moro
Via Roma 8, Predappio – FC
Tel: 0543 922257


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3 risposte

  1. 4 ganasce?sembrano un pò eccessive..già i primi non denotano inventiva…e se ci si aggiunge la cantina,come hai detto te,quasi tutti sangiovesi di produttori locali,mi sembra che non ci siano i pressupposti.

  2. Ripassino delle linee guida,
    Quattro ganasce: un ristorante dove si mangia bene e con inventiva, le materie prime denunciano una selezione accorta, il servizio è buono come la cantina. Posso passare sopra ad apparecchiature del menga, tovagliette in carta gialla o tovaglioli della mensa solo perché il menu è divertente e di qualità.

    Tre ganasce: un ristorante o trattoria dove si mangiano più o meno le cose di sempre senza tanti slanci. Il servizio è familiare o giù di lì, ma nemmeno ti tirano le cose. Per me è il voto massimo che può prendere una pizzeria, anche la migliore, un kebab che cucina davvero e non usa il rotolone surgelato, gli etnici onesti non di maniera

    Per me la valutazione non può essere di sole tre ganasce, la cantina è sì costituita da produttori locali, ma buoni, non è cioè la cantina di chi ti presenta 3-4 grandi rossi e 25 vinacci.
    Rileggendo, forse il menù non è molto fantasioso, ma il servizio è buono, il titolare illustra con competenza piatti e ingredienti, che sono di ottima qualità.
    Ma non voglio discutere: facciamo tre e mezza? Ma tre e mezza ci stanno tutte, giuro! 🙂

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