“Argini e Margini”, Pisa

Che dire? A&M è considerato una tappa obbligata per Pisa, un locale amato dai più eppure io, sino alla scorsa settimana, non ci ero mai stata. Entro qui sul sito, cerco, e ancora nessuna recensione!
E quindi, contenta come una bambina, mi accingo a raccontarvi la mia esperienza da Argini&Margini.
Come definire questo posto? Siamo a Pisa, sui Lungarni, il fiume scorre vicino, vicinissimo e, nel mese di giugno è facile cader vittime, intorno alle settemmezzo-unquartallotto, del raggio di sole che tramonta e ti fa riappacificar col mondo, dopo una giornata di lavoro, seduto al tavolino della zona aperitivi, mentre sorseggi un mohito e sgranocchi il tuo frittino di pesce, osservando la gente che ascolta la musica. Insomma, io questo locale l’ho amato. Subito. Perché è elegante senza essere per forza chic, perché trae forza dalla posizione meravigliosa in cui si trova, e perché l’aperitivo, qui, è davvero distensivo.

Poi, se, come me, avete voglia di “cenare” per davvero, verso le nove scendete a bordo della chiatta verde sul fiume, avvolgetevi in uno scialle di lana di quelli un po’ caldi, e ordinate dal menu del giorno (piccolissimo: due antipasti, tre primi e due secondi). Io ho provato il tortino di acciughe e patate (buono, anche se le patate forse erano un po’ indietro con la cottura) e un ottimo branzino alla griglia con una gran quantità di verdure grigliate. Il mio accompagnatore, che aveva saltato l’aperitivo, ha voluto il frittino di pesce, ed era ben eseguito e gustoso.
Il conto? molto, molto economico: avevamo la “formule menu” a 15 euro, escluso il vino, e non possiamo davvero lamentarci.

3 ganasceNon mi sento di dar meno di 3 ganascine, ma mi appello alla volontà del popolo di Ciritorno! 🙂


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Elephant Bistrot – Livorno.

All’inizio dell’Estate, mi son trovato in piazza Mazzini, ad una sorta di fiera in cui, stranamente, non c’era niente da mangiare. Ho

Il Caminetto – Montaione (Fi)

Per alcune circostanze che qui non interessano, mi sono trovato nei giorni passati a Montaione. Su segnalazione di una persona del posto,

13 risposte

  1. Si si il posto ha fascino e al tramonto da il meglio di se. Bisogna anche dire che il bar sulla terraferma ha prezzi piuttosto alti: una birra di qualità modesta a 4 euro (o forse 5 non ricordo esattamente) e i cocktail, buoni ma piuttosto piccoli, a 5 euro.
    Da segnalare anche il locale “gemello” Arno Vivo dall’altra parte dell’Arno, di fronte a economia: là però si beve e basta o al massimo fanno qualche focaccina.

      1. L’ho provata la scorsa settimana: gli hamburger son buoni e (complice l’assurda latitanza di questo prodotto dall’offerta culinaria pisana) son probabilmente i migliori che si trovan in città!
        I “gusti” degli hamburger son un po’ strani (ad esempio melanzane, guacamole, scamorza, nduja ecc…) ma, nonostante non sia in menu, se gli chiedete un cheesburger ve lo fanno…

  2. Ciao Django! Ad Arno Vivo non ci sono ancora stata…spero di provarlo presto. Io l’altra sera ho fatto l’aperitivo ad A&M ed il Mohito veniva 5 euro, ma devo dire che, anche se non era abbondantissimo, la quantità non era male, ed era buono dai, anche se per me il migliore rimane quello del Sunset (sul presto però, quando non c’è la bolgia e il barman non ha fretta). La vaschetta di frittino di pesce viene 5 euro mi sembra quella piccola, ma ci si spilluzzica tranquillamente in due 🙂

    1. Sisi i cocktail son buoni (ma per me un po’ piccoli, questione di punti di vista :)). E’ la loro birra che invece mi fa un po’ storcere la bocca. Comunque ripeto, il posto ha molto fascino, merita senz’altro una visita per berci qualcosa! Per mangiare non saprei, non avendoci mai cenato.

  3. Questo posto, dalla sua nascita, rappresenta a mio avviso (al di là del giudizio di merito sulla qualità del prodotto fornito, sulla quale tornerò dopo) una iniziativa che avvicina Pisa agli standards di offerta di luoghi di ristorazione tipici di tante città europee dotate di “front-line” sull’acqua.
    Con colpevole ritardo (come purtroppo spesso accade), la città della torre pendente si è ricordata di essere una “città d’acqua” e di avere degli atout da giocare in tal senso, almeno nel campo dell’offerta nel settore che interessa chi partecipa a questo blog.
    Quanto sopra mi basta per essere un fan “a priori” di Argini e Margini.
    Il piacere, nelle sere d’estate, di godersi i lungarni – magari al tramonto – sorseggiando un aperitivo dalla riva del fiume o cenando (con menù giustamente impostato sul pesce) sulla chiatta o, semplicemente, gustando un cartoccio di fritture – stile tapas – mi risulta un fatto di per sé positivo, tanto più quando vengono proposte dai gestori anche iniziative di musica dal vivo.
    Detto questo e passando al mio giudizio sul prodotto offerto, è doveroso riportare che non si tratta, per quanto riguarda il ristorante, di un posto economicissimo (che questa stagione non ho ancora provato) e che sussistono dei limiti oggettivi: servizio sommario, anche se generalmente cordiale, varietà di scelta limitata (anche per le bevande), preparazioni ordinarie ecc.
    Per quanto riguarda la caffetteria “a terra”, dove, meritoriamente, quest’anno sono aumentati i posti a sedere, a parte il plauso per essere uno dei pochissimi posti a Pisa dove poter mangiare una frittura espressa di pesce (pur congelato) senza doversi sedere ed ordinarla in un ristorante (cosa invece comunissima in tante città d’Europa), si tratta di un bar senza infamia e senza lode, sia per quanto proposto che per i prezzi. Per questi ultimi bisogna ricordare il di più che la collocazione e l’organizzazione del locale possono inevitabilmente comportare. Forse, la nascita di locali simili (non lo è l’altro, situato poco più a monte, vicino il ponte della Vittoria, per target di utenza e per tipologia di offerta) potrebbe generare, chissà, una po’ di positiva concorrenza.
    Mi riprometto di aggiornare i miei giudizi sul ristorante non appena – anche per quest’anno – l’avrò riprovato: certamente, in presenza di segnali di decadimento, il bonus rappresentato dagli aspetti positivi indicati all’inizio del commento potrebbe essere insufficiente a colmare eventuali negatività. In tal caso sarà colpa grave aver sprecato una bella iniziativa come questa.

  4. La rigorosa disamina di crudodimare mi sembra giusta. Si può e si deve sempre migliorare, e speriamo che iniziative come quelle di Argini e Margini e Arno vivo prosperino e contribuiscano, magari con altri locali simili, alla rinascita dell’intrattenimento culinario, paesaggistico e culturale (mostre, rassegne di musica, presentazioni di libri, ad esempio) del centro di Pisa e dei Lungarni!

  5. Come dicevo nel commento di prima, contavo di tornare a breve a cena sulla chiatta.
    L’ho fatto poche sere fa, capitando peraltro in una serata con gradevolissima musica dal vivo.
    Confermo quanto già detto: iniziativa comunque da approvare e incoraggiare (quanti anni sono che ci siete? questa è la quarta o la quinta stagione?), posto piacevolissimo, prezzi non bassi, servizio cordiale anche se brusco e “ruspante”, cena sufficiente ma migliorabile.
    In due abbiamo preso due antipasti (gran misto, 12 euro, e crostini alla acciughe alla povera, 5 euro), ordinato due gran fritti (14 euro ciascuno), ma visto arrivarne solo uno perché esaurito nel frattempo , sostituito da una orata alla griglia, fatta cortesemente pagare quanto il fritto, e bevuto una minerale (1 euro) e un Traminer discreto (non ho preso l’etichetta), da 20 euro, servito in vaschetta col ghiaccio (evviva!). Complessivi 68 euro, con due euro di coperto, scontati a 65, con distillato offerto.
    Appunti: l’antipasto di acciughe era intitolato nella carta “aringhe e acciughe alla povera”, ma nel piatto c’erano solo tre crostini (buoni) con acciughe; il “gran misto” era soddisfacente (un’ostrica, i carpacci di tonno, salmone e pesce spada, un crostino di acciughe ed uno al formaggio), il gran fritto, gustoso e fragrante, aveva una percentuale di patatine forse troppo alta rispetto al pesce.
    Delle due l’una: ferme restando tutte le caratteristiche, forse trenta a persona sono già un po’ troppi, oppure le 32,5 sono accettabili, ma con qualche difetto in meno.
    Comunque, sufficienza per ora meritata.

  6. Salve, sono un barman e conosco bene argini & margini ed i gestori, avendoci lavorato.
    Scrivo solo per precisare che i cocktail serviti non sono piccoli (bicchieri 355ml come quelli utilizzati in quasi tutti i cocktail bar), ma forse può trarre in inganno il fatto che i bicchieri in plastica siano stretti e lunghi e meno spessi di quelli in vetro.
    Riguardo ai prezzi, credo che molti non considerino i costi che ci sono dietro ad un progetto simile (si pensi solo che non c’è ne luce, nè acqua e si usano cisterne ed un generatore e che ogni evento è a carico dei gestori e gratuito per i clienti).
    ciao a tutti.

  7. Pur essendo posti piacevoli per andarci a “frescheggiare” la sera, trovo sia Arno vivo che Argini e Margini non adatti a una recensione in quanto, appunto, sono posti dove si spilluzzica qualcosa. Di pesce fritto surgelato a prezzi abbastanza contenuti se ne mangia anche in piazza Sant’Omobono. 68 euro per cenare su quella chiatta??? Oddio, con quei soldi altrove godo molto di più 🙂

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