Servizio vitto dell’ Ospedale di Cisanello (Pisa)

Sì, ho intenzione di recensire come si mangia all’ospedale di Pisa, come se fosse un ristorante. Lo faccio perché ne ho una conoscenza, mio malgrado, approfondita, e poiché penso che potrebbe essere utile a destreggiarsi tra questi manicaretti. Alcune cose sono buonine, alcune accettabili, alcune da evitare proprio. Avanti quindi e pigliamola a ride’…

Scegliere il vitto

A Pisa è possibile, per i pazienti a dieta libera, scegliere il vitto da un menu che prevede tre o quattro giorni alla volta, e questo è bene, occhio però a cosa si sceglie: vediamo le categorie.

Quasi buoni
Ci sono a volte piatti che sono quasi buoni, e nel complesso spiccano, per esempio io raccomando, quando c’è, la pappa al pomodoro, come pure la zuppa, o i ravioletti la domenica.

Passabili
Minestre e creme di verdure con riso o pasta, anche se spesso la pasta è un po’ latitante; le cipolline in agrodolce; pomodori gratinati; lo stracchino. Per i secondi alcuni stufati; il tacchino con curry; l’arista fredda.

Commestibili
Il purè di patate; la pasta che è sempre corta ma difficilmente scotta, anche se la cuociono chissà quando, varie forme di pollo, il polpettone gratinato.

Borderline
Fettine, braciole e loro consimili, a mio avviso più di tasso che di vitello, stante la pervicace resistenza al taglio e alla masticazione, il pollo alle verdure bisunto.

Da scansare come la peste
Il riso all’olio, col riso mezzo crudo che ci puoi caricare le cartucce e l’olio terribile; qualsiasi preparazione di pesce, con gli sprofondi raggiunti dai secondi gratinati, tra i quali la temibile verdesca.

Mise en place

Le pietanze arrivano col caratteristico vagoncino termico, in soberrimi vassoi grigi che contengono le stoviglie di porcellana bianca col caratteristico coperchio pratico rosso (riprendendo forse i colori di Pisa?). I contorni hanno il loro contenitore trasparente per non avere sorprese. Il panino a pranzo è ok, la sera se lo pigi fischia, la domenica se lo tiri in testa a uno l’ammazzi. Le posate e il tovagliolo sono in moderno PVC. Acqua della casa, carta dei vini ahimé inesistente.

Conclusioni

All’ospedale non si ingrassa e questo si sa. Ci sono una quantità di fattori da considerare per nutrire le persone malate e credo sia piuttosto difficile.

Apprezzo gli sforzi per variare le proposte, ma ci sono certe cose che proprio sono terribili, mentre altre sono anche buone. Negli anni comunque il vitto ospedaliero è migliorato, e la scelta del menu, se fatta con un po’ di occhio, aiuta.

1 ganascia e mezzoDiamo quindi una ganascia e mezzo per la pappa al pomodoro.

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5 risposte

  1. da notare che da un po’ il servizio mensa è gestito dalla società “Alisea” che ha sede a Impruneta. Ma i piatti verranno cucinati a Impruneta e poi spediti a Pisa? Domanda da un milione di dollari…

  2. Nell’ospedale di Poggibonsi hanno organizzato un servizio mensa anche per i visitatori. Non ho avuto modo di provarlo, ma l’iniziativa è encomiabile, considerando che è abbastanza lontano dall’abitato.

  3. confesso che erano alcuni giorni che non entravo nel blog
    (per fortuna son riuscito a fare 2/3 gg di vacanza all’elba )
    e riaprendolo ho pensato ad uno scherzo 🙂
    pensavo fosse uno speciale sulla cucina de ” il vernacoliere” 🙂
    comunque al lavoro abbiamo la mensa della camst se interessan informazioni 😀
    Capo tutto ok vero ? 🙂
    parli di esperienze gia’ fatte spero 🙂
    ciao!

  4. mi hai fatto tornare indietro nel tempo di 15 anni! dopo un intervento, mentre ero sempre sotto effetto della morfina mi avevano lasciato il foglio per la prenotazione del menu, ovviamente non fui io a mettere le crocette ma la scimmia che era con me, il giorno dopo, con ancora attaccato drenaggi, catetere e flebo ma senza morfina mi ritrovai a mangiare un pasticcio di pasta che ricordo ancora con orrore, dal pasto successivo optai per una minestrina di brodo con tre stelline che galleggiavano più consona alle ie mie condizioni.

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