Recensioni: è una questione di qualità

Recensioni: è una questione di qualità

Il 18 marzo Michele Serra nella sua rubrica su Repubblica scriveva:

Una stretta di mano entusiasta allo chef fiorentino Fabio Picchi, che dichiara di considerare le “recensioni” assembleari di Tripadvisor degne solo di una grande risata. Però, trascorso l’entusiasmo, mi rendo conto che la questione è delicata, e irta di implicazioni politiche decisamente spinose… Perché decidere che una singola recensione firmata da un gastronomo vale di più dell’opinione cumulativa (e molto manipolabile) raccolta da un sito web, significa dichiarare che l’autorevolezza di un singolo esperto è più affidabile di un giudizio corale; una specie di “uno vale mille” che non brilla, mi rendo conto, per spirito democratico. Di questo passo — lo dico anche a Picchi — finiremo per rimpiangere le élites; e tra di esse, tal quali i gastronomi che si sono fatti venire la gotta a furia di girare per ristoranti, i famigerati professionisti della politica, le cui parole spesso rilucono come gemme a fronte delle scempiaggini e delle banalità (“so’ tutti ladri!”) ululate in rete. Non so se questo restituire valore alla dura selezione della vita e dei mestieri sia “di destra” o “di sinistra”; so che corrisponde, però, a un disperato bisogno di qualità.

Di strali contro TripAdvisor da questo sito ne abbiamo lanciati, a volte. Personalmente credevo che il problema fossero le recensioni false, oggi tendo a credere che siano le recensioni scarsamente informative: cosa mi importa di leggere 15 commenti brevi del tipo “S’è mangiato proprio bene”? Cosa hai mangiato? Su che piano ti ha soddisfatto? Ma soprattutto: chi sei? Perché se sei uno abituato a mangiare male il tuo entusiasmo per me vale poco. Se non sai come si prepara una carbonara, non mi aspetto un commento qualitativo dettagliato sulla carbonara che hai mangiato. Ovviamente quando si racconta di questa propria insoddisfazione nei confronti della vox populi 2.0 si rischia di passare per snob, se non proprio per antidemocratici (sigh!). Ma immaginate se succedesse anche per film, libri e cellulari di leggere online solo recensioni del tipo “m’è garbato”, “proprio divertente”, “da vedere”, “funziona bene”.  Sarebbero commenti utili a guidare nella decisione? E allora perché, quando si tratta di ristoranti, la gente è tendenzialmente così sciatta nello scrivere? Io ho delle ipotesi, ma mi interessa la vostra opinione  🙂

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Elephant Bistrot – Livorno.

All’inizio dell’Estate, mi son trovato in piazza Mazzini, ad una sorta di fiera in cui, stranamente, non c’era niente da mangiare. Ho

Il Caminetto – Montaione (Fi)

Per alcune circostanze che qui non interessano, mi sono trovato nei giorni passati a Montaione. Su segnalazione di una persona del posto,

18 risposte

  1. Piccola premessa: per quanto riguardano i ristoranti, considero Trip Advisor il grado zero della “critica” gastronomica. Un calderone inaffidabile, tra recensioni stupide, pilotate, comperate o semplicemente disoneste.
    Elitista convinto da sempre, mal digerisco la democratizzazione del giudizio, che si appiattisce compre su posizioni mediocri e insignificanti.
    TA, al di là delle infinite pastette, è una moda, ma come tutte le democratizzazioni, ad ogni successivo allargamento di bacino corrisponde il peggioramento del rapporto segnale/rumore. Quello che è ora è una grande pernacchia.

    1. Una curiosità: hai lo stesso atteggiamento anche nei confronti delle recensioni dei cellulari e dei libri fatte da non professionisti oppure la tua è un’antipatia specifica verso le recensioni dei ristoranti fatte da non professionisti?

      1. Esattamente lo stesso atteggiamento, in linea di massima. Per quanto riguarda i cellulari mi affido (poco) solo a professionisti, per quanto riguarda i libri sono molto più esplorativo. Diciamo che ho persone alle quali NON affidarsi.

  2. Secondo me nel giudicare il valore di TA vanno considerate due cose fondamentali:
    1) è uno strumento per turisti e come tale va considerato. Di conseguenza, dovrebbe segnalare ristoranti che rispondono alle esigenze che questa tipologia di utenti puo’ avere. Oltre al cibo, deve avere un occhio di riguardo il posizionamento, la conoscenza della lingua da parte dei gestori, i tempi del servizio che dovrebbero esser rapidi, particolare attenzione al prezzo e cosi’ via. Molti di questi fattori per frequentatori abituali passano in secondo piano, ma provate a domandarvi cosa si cerca in un ristorante quando stiamo visitando una città straniera.
    2) alla fine, l’utilità di TA secondo me risiede nella capacità di segnalare i primi 10 o 20 indirizzi che non dico siano i migliori che ci sono sulla piazza, ma che garantiscono una buona esperienza mentre si visita una città. Quando l’ho usato in quest’ottica, mentre facevo il “turista” all’estero, mi sono trovato molto bene.

  3. Django hai perfettamente centrato l’argomento … TRIP è uno strumento nazional-popolare talmente popolare che difficilmente puo’ essere manipolato a proprio piacemento in particolare se sei localizzato in una zona ad altissimo tasso turistico . In dieci mesi di attività abbiamo raccolto più di 260 recensioni su TRIP , solo per fare un esempio , una cinquantina di più di Romano a Viareggio un tempio della gastronomia , da oltre cinquant’anni una pietra miliare della ristorazione, uno degli osti più famosi d’italia … misto’ vergognando 😉 … per noi e per la posizione in cui siamo localizzati TRIP è uno strumento fondamentale e indispensabile per poter lavorare , con i mezzi tecnologici di adesso anche il fare ristorazione in luoghi turistici credo, grazie anche a Trip , stia piano piano cambiando , anni fà molti osti potevano permettersi di dare cibo scadente a prezzi astronomici a turisti sprovveduti , tanto chi l’avrebbe più rivisti , adesso non è più così, anche il turista naviga, legge, si documenta e scrive , sopratutto se pensa di aver avuto un servizio sotto la media . Il nostro livello di gradimento su Trip è molto alto ma questo non ci permette assolutamente di abbassare la guardia , anzi più sei gradito più sei sotto pressione . Certamente il parametro di “eccellenza” di trip non è certo paragonabile con il parametro di “eccellenza” di Ciritorno o di altre guide come il Gambero Rosso o Osteria di Italia, proprio perchè è uno strumento altamente popolare . Certo fà molto strano vedere il grande Massimo (mio collega ) Bottura con l’Osteria Francescana relegato al quarto posto dei ristoranti di Modena su Tripadvisor sopravanzato di due posizioni da una paninoteca Fast-food, pero’ su trip si trovano anche conferme come il primo posto di Lorenzo e del grande Giocchino Pontrelli a Forte dei Marmi o di Paolo Fiaschi a San Miniato tanto per citarne solo due . Del resto anche sulle famosissime guide “cartacee” non sono mai mancate le poleniche , ristoranti giudicati senza mai essere stati visitati, locali chiusi da tempo che compaiono in guida con la sua brava recensione e valutazione . TRIP è POPOLARE per cui và consisderato in questo senso , non è scritto da solo gastronomi o pseudo-gastronomi ma da una moltitudine e variegata gente-comune . Penso tutti, o quasi tutti quelli che scrivono su Ciritorno ambiscano a farsi una cena da Bottura , Scabin , Alaimo , Crippa etc.. ma se penso alla stragrande maggioranza dei miei colleghi, amici , parenti se li portassi in uno di questi posti alla fine mi direbbero ” ma dove c… m’hai portato !!! 🙂 ” fine

  4. L’articolo di Serra sembra abbia centrato l’argomento, il grande bisogno di qualità in generale.
    Per quanto riguarda TA , come al solito in Italia ha preso un andazzo spesso deformato, parlo per i pilotaggi o peggio frodi mediatiche. All’estero, soprattutto per gli Hotel e’ un buon riferimento. Personalmente sono scettico, ma lo utilizzo, facendo vere e proprie indagini , controlli incrociati con articoli, guide, riviste etc modello fiamme gialle!
    Quando sono in giro, magari in vacanza (ultimamente faccio poco il turista purtroppo) lo tengo presente, ma faccio le pulci a chi scrive, controllo cosa ha già recensito, se son fortunato descrive un posto che conosco, insomma cerco di capire l’affidabilità del trip recensore! Sono pochi che dettagliano il cibo e la spesa, ci sono troppi sms tipo mi piace, da provare o commenti ultra negativi senza spiegazione ! Lo so mi perdo il gusto della scoperta, ma odio le fregature, e se ne prendono ugualmente 😀

    1. sarò in controtendenza, ma preferisco sbagliare da solo quando sono in giro…per me è divertente anche girare e scegliere il popsto che mi ispira…fa parte della vacanza…poi se ci indovino, bene, sennò almeno non devo prendermela con nessuno…

      1. …son daccordo, è una bella soddisfazione scovare bei posti, ma tante volte, se non avervo consigli, non dico di TA , ma di guide o blog locali ( tipo questo) mi perdevo delle chicche, ristoranti, trattorie e agritutismi vari in luoghi per me introvabili 🙂
        Forse sto andando fuori tema , lascio argomentare il popolo del web 🙂

        1. se si parla di blog “puliti”, concordo…ma se devo sbagliare seguendo la massa ( o la mafia…) di TA, allora sbaglio volentieri da solo 😉

      2. Bisognerebbe poter fare una pernacchia virtuale su TA a quelli che ci hanno recensito bene un posto che non ci è piaciuto 😉

  5. Vi ringrazio per i commenti, che mettono in luce la sostanziale inutilità – o quasi – di strumenti come TA e siti analoghi. A mio parere c’è una difficoltà intrinseca nello scrivere recensioni sui ristoranti: si tratta di un’esperienza estetica, e non tutti hanno i mezzi o la voglia di descriverla adeguatamente. Però c’è un però: anche la lettura è un’esperienza estetica e tendenzialmente io trovo online recensioni di libri, anche brevi, fatte molto bene, ovvero molto informative (anche quando non concordo con quello che sostengono…). La lettura di un libro è un’attività che si è protratta nel tempo, una cena è più immediata. Quanti hanno voglia di scriverne tornati a casa la sera tardi? E quanti il giorno dopo hanno conservato in maniera nitida i giudizi anche minuziosi che avevano espresso al riguardo?

  6. Non avverto questa visione catastrofica di sostanziale inutilità , scriverei le solite cose su altri siti in modo sempre personale molto opinabile e sicuramente non professionale ! Non credo di essere il solo e ritengo inutile la caccia ale streghe 🙂 qualche curiosità, degli spunti mi arrivano leggendo le molteplici info sui locali trattati nel bene o nel male anche dal trippe 🙂

    1. sono daccordo con Somme , T. A. è uno stumento molto utile che utilizzo spessissimo in particolare in viaggi all’estero o in Italia principalmente per gli hotel , basta saper mediare nella bolgia di info che contiene e si traggono spunti molto interessanti . Mi è invece capitato molto spesso di prendere fregature da guide che si ritengono molto più specializzate e scritte da persone competenti senza fare nomi ad esempio OSTERIE D’ITALIA di Slow Food su locali credo mai effettivamente visitati o non più visitati da anni

      1. Mi aggrego a somme e m@ri8 !
        T.A. aiuta, ma bisogna essere “bravi ad interpretarlo” magari incrociandolo con guide varie o cose simili (es.2spaghi od altri),cosi’ pure per gli hotel.
        A me e’ stato utile piu’ volte.

  7. Sfogliando riviste di viaggio o guide anche autorevoli mi son divertito spesso a leggere i giudizi ed i consigli di locali del territorio a me conosciuto ! Si trovano parecchie dissonanze se non vere castronerie 🙂

    1. T.A. ristoranti a PESCIA : il primo e’ un’enoteca con tutti commenti a 5 stelle…ma da persone che hanno fatto solo quel commento ! Tipico esempio di “pilotaggio” infatti vale poco e non potrebbe mai essere primo.
      Sono stato a Le follie sempre a Pescia e mi sono trovato bene, ha cambiato gestione da circa 2 mesi lo chef e’di Bagni di Lucca…stasera ci torno e poi vi sapro’dire.

      1. Ciao mr 55 🙂 le follie m ‘avevano incuriosito dopo l’articolo sul giornale, benchè per me fuori mano. Facci sapere Frank attendiamo con ansia la tua valutazione 🙂
        Altro posto sotto esame è “da coso” vediamo gli sviluppi 🙂 ps questo è materiale per le segnalazioni dei posti nuovi , scusate il gossip O T 🙂

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