Bar – ristorante “L’Andana degli Anelli” (Detto: “Caffè Cellini”) Livorno.

Qui per prima cosa bisogna spiegare nome e soprannome.

Una “andana” nel linguaggio marinaresco è un tratto di banchina cui le navi ormeggiano di poppa, ormeggio detto, appunto, “in andana”. A Livorno si chiama così la  prima banchina che si trova entrando nel Mediceo. “Degli anelli” perché c’erano gli anelli per ormeggiare.

Il bar – ristorante in questione è tuttavia universalmente conosciuto come “Caffè Cellini”, perché per moltissimi anni ha esibito, come unica insegna, la pubblicità di quel caffè.

E’ un locale noto per il suo orario di esercizio, stratosfericamente lungo: dalle 5 del mattino alle 2 di notte, o pressappoco. E’ noto anche per essere il locale più marinaro di Livorno, punto di ritrovo di tutti i marittimi, pescatori, regatanti, ufficiali di Capitaneria… Bene spesso serve anche come punto di recapito per chi va o viene da Capraia.

Saranno vent’anni che lo frequento. Prima era un bar e basta. Poi, piano piano, bar – uso cucina, poi bar – ristorante. Adesso, dopo i lavori di ristrutturazione, più ristorante che bar. Il bello è che il vicinissimo “Le Volte” sembra non dargli eccessivamente ombra.

Nonostante tutto ciò, lo frequento soprattutto come bar, ed a mangiare ci sono stato per la prima volta soltanto sabato 24 Maggio.

Il locale è piacevole, con ampia veranda, che in questa fredda primavera viene tenuta giustamente chiusa. Ciò non impedisce però un’ampia vista dei moli e delle navi. L’arredo è semplice ma non trascurato, con tavoli e sedie rustici. Tovagliette di carta, ma bicchieri a stelo.

Cosa si è mangiato?

Due antipasti: cozze e vongole alla marinara, buoni ma un po’ banali, e poi un cacciucchino senza lische, idem come sopra.

Un risotto alla marinara, buono, e una frittura di totani, gamberi e paranza, buona anche quella, caso mai un pochino troppo secca.

Un sorbetto di frutta.

Quel che è un po’ “alla garibaldina” è il servizio. Avevamo prenotato per nove, ma uno non è potuto venire: nonostante glielo avessimo detto appena arrivati, hanno portato nove antipasti, nove primi…  E poi il vino: avevamo concordato in anticipo il menù, comprensivo di alcune bottiglie di vermentino, ma la cameriera non lo sapeva, e ci ha ammannito una caraffa di quello della casa, al limite della potabilità. Poi, comunque, è arrivato anche il vermentino, buono (o forse ci è sembrato tale per contrasto…).

Per tutto ciò, una spesa di € 30,00 a testa.

Locale marinaro, come dicevo, e in effetti esibiva in mezzo alla sala un monitor con in tempo reale le posizioni delle barche che partecipavano alla regata “Le perle di Livorno” (Meglio quello del televisore, ovvio).

Cucina ultra tradizionale, abbastanza ben fatta, ambiente piacevole, servizio così così.

Direi che un tre ganasce un po’ scarsine ci possano stare.

Bar – ristorante “L’Andana degli Anelli” Via del Molo Mediceo 2 Livorno. Tel. 0586896002 – Chiuso il Lunedì

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5 risposte

  1. Ciao,ma ti si è rotta la cucina?? 🙂 il somme forse un l’aveva ancora…ma te mi ricordo che funzionava..
    Ho letto il tuo commento,non mi sembra di notare slanci verso l’alto…confrontando quello vicino dove siamo stati,mi sembra di percepire un livello inferiore,sia nel contesto ambiente sia nel curare il cliente….
    Ok che noi,quella sera, abbiamo scelto un meno diverso, ma mi sembra di ricordare che con 30-35 ci rientriamo..quindi siamo entrambi su questa fascia di prezzo.
    macht impari allora?? 😉
    ciaoo

    1. Sì, decisamente match impari. Lo YC secondo me è da quattro ganasce, anche col menù ridotto. Senza contare l’ambiente. Questo locale è comunque un posto piacevole, dove andare quando lo si vuole meno formale.

  2. Aggiornamento.
    Vai, ci risiamo. A Livorno va così: ci stai bene dieci volte, e l’undicesima, quando ci porti qualcuno, e vorresti far bella figura, c’è un calo notevole.
    Oggi ci son tornato, e per prima cosa c’è stato l’episodio del sole: ci avevano dato un tavolo in veranda, in pieno sole (d’inverno il sole è basso), con un effetto serra da morire. Mi rendo conto che anche i tavoli al sole a qualcuno li devono dare, comunque abbiamo chiesto che ci aprissero la veranda, ed è stato fatto. Poi: “Se ci apre l’ombrellone, siamo a posto” – “No, quello no” – “E perché quello no?”- “Tanto non serve” – “Lo dice lei che non serve!”
    In definitiva, ci siamo dovuti rivolgere alla patronne per farcelo aprire, e serviva, eccome!
    Il guaio peggiore però è stato che per avere i primi è passata un’ora, e per i secondi, un’altra ora (da notare che la comanda era uguale per tutto il tavolo). Anzi, i secondi sono arrivati quando ormai ci stavamo alzando per andar via…
    Il locale era pieno ma, se non si riescono a gestire tanti clienti, non bisogna accettarne tanti o, in alternativa, bisogna assumere più personale.
    Il cibo (spaghetti di mare e frittura mista) era buono (le triglie un po’ stanche), e la spesa adeguata (25 euro), però mi sa proprio che non ci ritorno.

  3. Invece ci sono “ciritornato”, perché il locale in questione è un po’ il ristorante ufficiale della Lega Navale, che a Livorno non ne ha uno proprio (a Pisa sì). Hanno organizzato lì la cena sociale per la presentazione del nuovo direttivo.
    Abbiamo mangiato:
    – Tre assaggini di antipasti: baccalà fritto su passata di ceci, cozze “al tramonto” (con le uova), e una sfogliata ripiena di tonno fresco, con aroma d’arancia. Un po’ -ini, ma non male.
    – Un primo di mare: penne al polpo. Il polpo era durotto, ma io lo preferisco così, perché troppo morbido mi sembra roba da milanesi.
    – un secondo: ragno (branzino) al forno con patate e verdure, buono anche se, al solito, le porzioni erano un po’ scarse.
    – Dessert: panettone al mascarpone.
    Da bere, il vinaccio bianco alla spina da pizzeria, ed un moscato d’Asti.
    C’è stata qualche pecca, ma nel complesso dignitoso, anche perché la spesa è stata di soli 25 euro.
    Diciamo che si è avvertito un po’ lo sforzo di stare bassi col prezzo.
    Il servizio stavolta è andato bene: c’eravamo soltanto noi, perché avevamo prenotato tutto il locale. Evidentemente, sono i grandi afflussi che li mandano in crisi.

  4. Cena di 7 amici organizzata dieci giorni prima, antipasto con vassoio di cozze alla marinara e piatto con: scagliozzo cacciuccato (buono) sformatino di patate con moscardini (buono, il meglio dei 3) e filetto di orata su passatina di ceci, freddo e da dimenticare (…questa moda della passata di ceci da mettere sotto qualsiasi pesce o crostaceo comincia ad irritarmi). Linguine molto buone ai moscardini e altre linguine alle cicale senza carattere. Servizio attento ma in quella sala eravamo solo noi, altri 2/3 tavoli nella sala accanto. Arriviamo ai secondi da scegliere tra fritto totani e gamberi perchè la paranza era finita (?) pesce al forno e cacciucco. Cresce la sensazione che prenotare 10 giorni prima sia stato inutile. Mio malgrado mi lascio convincere a prendere il fritto totani e gamberi che non scelgo mai perchè mi va sempre male ma ordino anche una spigola (6/7 etti) con accompagnamento di verdure (non sai mai…) Come volevasi dimostrare fritto da dimenticare e che ho digerito il giorno dopo nel pomeriggio, spigola di allevamento, cotta però molto bene. Tiramisù e io il cheesecake nella norma. 40 euro a testa che avremmo speso e che spenderemo meglio da un’altra parte, considerando che la metà delle bottiglie di vino le abbiamo portate noi

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