Acquerello

Acquerello

Non è una tecnica di pittura o, almeno, non solo.

Gli è che quando ero piccolo (parecchi secoli fa…) usava questa bevanda presso i contadini chiantigiani. Era fatta in questo modo:

Dopo la svinatura, in fondo al tino rimaneva una considerevole quantità di vinacce. Aggiungevano un bel po’ di acqua, e facevano riprendere la fermentazione (come?).

Se ne otteneva una bevanda rosata (l’ho visto fare solo con l’uva rossa), frizzante, non dolce, gradevolissima e dissetante. Diversissimo dal vino annacquato, era l’ideale nei grandi calori estivi.

Da allora, non l’ho più visto. Non so se aggiungessero zucchero, lievito, o qualcos’altro (non so neppure se usassero il lievito per il vino, o se si servissero di quelli selvaggi).

Qualcuno ne sa qualcosa di più? E, soprattutto, saprebbe dove procurarselo?

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Elephant Bistrot – Livorno.

All’inizio dell’Estate, mi son trovato in piazza Mazzini, ad una sorta di fiera in cui, stranamente, non c’era niente da mangiare. Ho

Il Caminetto – Montaione (Fi)

Per alcune circostanze che qui non interessano, mi sono trovato nei giorni passati a Montaione. Su segnalazione di una persona del posto,

5 risposte

  1. Credo che non sia più possibile la sua commercializazione.
    A quanto pare ha un contenuto alcolico molto basso che ne impedisce la corretta conservazione. Poi mi avevano detto che c’era anche un problema burocratico dovuto al fatto che per il contenuto alcolico non poteva essere considerato un vino ma, ovviamente, nemmeno una birra e quindi non era possibile inserirlo in nessuna categoria merceologica esistente.
    Tutto quanto sopra riportato è frutto di una spremitura di meningi per tirar fuori pochi e confusi ricordi. Quindi, lungi dallo spacciarli per verità assolute, resto in attesa di conferme o rettifiche.

  2. Da me si chiama Vinella. Ottenuta tenendo costantemente bagnate le vinacce torchiate. Era uso scendere in cantina con un boccione d’acqua, svuotarlo nella Tina e riempirlo da sotto con la vinella. L’intento era quello di evitare che si scoprissero le vinacce, ché se no “ci entrava il foco” è il giochino finiva. Si beveva finché durava come prima cosa, nel periodo delle castagne. Poi si passava al Topone, ovvero il vino dell’ultima torchiatura è così via fino alla vino scelto.
    Essendo così leggera so dava un pochino anche alle creature.

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