In questi giorni si è molto parlato sul blog della pizza pisana, ovvero di quella cosa indigesta e untuosetta che i pisani si ostinano a voler chiamare pizza, ma immagino ognuno di voi avrà il proprio pizzaiolo di fiducia, quello che “la fa bassa bassa proprio come piace a me” oppure “è l’unico che usa olio extra vergine di oliva e sai…” o meglio ancora “la pizza non è granché, ma fanno degli spaghettini allo scoglio!!!”.
Io, a costo di sembrare banale, ritengo che la pizza sia una faccenda interna napoletana, in qualche modo sono banalmente convinto che tutti i piatti della tradizione siano una faccenda interna di chi quella tradizione ha generato, non vi so dire il perché forse è una questione di sensibilità o forse solo di maggiore appartenenza ad un territorio.
Purtroppo tutti si arrogano il diritto di fare la pizza e tutti viviamo con naturalità il fatto che lo facciano, gli americani si sono convinti di esserne gli inventori, bah prima o poi bombarderanno Napule e negheranno che sia mai esistita!
Fatto sta che mentre ce ne guardiamo bene dall’entrare in una pasticceria a Napoli e chiedere “scusi mi da una bella fetta di panettone?”, non abbiamo problemi nel sederci nel primo locale che ci capita e chiedere la nostra bella pizza, se il pizzaiolo è di Navacchio chi se ne frega.
Io il mio buen retiro della vera pizza (quindi napoletana) l’ho trovato, si chiama Regginella, proprio così con 2 G, è in via di Gello nell’ultimo stabile prima della Gamerra, entrare è come fare un salto nel tempo di circa 25 anni, tutto è più o meno come ti aspetteresti: separè di legno con falso rampicante in plastica, improbabili quadri alle pareti, televisore 2metriX2metri in fondo all’unica stanza, ma soprattutto una pizza fantastica, leggermente più alta al bordo, rigorosamente cotta a legna, non troppo grande perché non si freddi, prodotti spediti dalla Campania.
“E’ proprio uguale a quella di Napoli?” chiesi al giovane pizzaiolo dagli occhi furbetti, “no, un 20% meno buona, nun lo so perché, forse l’aria, l’acqua, ma è un 20% meno buona che a Napule”, ma vi assicuro che è in assoluto la migliore “vera pizza” di Pisa.
Il locale è chiuso il Martedì, evitate accuratamente di andare il fine settimana, tra militari in licenza e pisani redenti rischiate di non trovare posto o di aspettare molto la vostra “vera pizza”, i giorni migliori sono il Lunedì e il Giovedì, anche il Mercoledì è un buon giorno purché non ci siano le partite di coppa,nessuno vi salverebbe dal megatelevisore!
Io solitamente prendo l’antipasto di crocchè, non so cosa siano, ma loro insistono molto e ho capito che gli fa piacere che le prenda e oltretutto non sono male, una pizza, rigorosamente Margherita o Napoli o Marinara (quella pomodoro,olio e aglio), birra e caffè, mai speso più di 11 Euro.
Se andate fate attenzione al caffè, è della torrefazione Canon di Napoli, tostato a legna, la pizzeria meriterebbe la visita solo per quello.
I have a dream!Una sera sono a cena, fuori sento dei rumori inquietanti, motori rombanti e colpi di pistola, una macchina inchioda entrano quattro loschi figuri a volto scoperto, ci prendono tutti in ostaggio, sono camorristi!!!
La nottata è lunga e piena di tensione, all’improvviso un irruzione, nessuno se l’aspettava nemmeno i delinquenti, tutti salvi, ma due camorristi sono gravi, i poliziotti sono stati coraggiosi, alla loro testa c’è Maurizio Merli con il suo colletto a punta e lo sguardo tormentato.
Voto:
20 risposte
Ho passato cinque anni della mia vita ai Bagni di Nerone, l’unto della pizza, il crudo ottimo, l’abbbondante mozzarella mi ricordano i vecchi tempi andati. Certo il termine pizza forse non si addice alla bomba calorica ma sicuramente è un tipo di prodotto che non si trova da altre parti. D’altra parte non siamo a Napoli…
Non sono pienamente d’accordo con Sarapollo. La pizza ormai è un piatto nazionale che entrata nel nostro modo di vivere e parlare. (Sei una Pizza, Ti do una Pizza, ecc.) Quando vai all’estero ormai sei famoso solo per Berlusconi e per la pizza.
Io chiudo con una citazione di Villaggio quando intepretava la governante tedesca nel film “Pappa e Ciccia” ….”Italiani, Pizza, Mandolino … sempre casino!”.
Tofe essere tuoi paffi neri?
Pagliaccio italiano
E’ vero quel che dici caro Trofea, anche il panettone è diventato un dolce nazionale, ma se ci togliamo i canditi e l’uva sultanina appassita e ci mettiamo un surrogato di cioccolato lo possiamo anche chiamare “panettone al cioccolato”, ma a tutti gli effetti è un’altra cosa.Facciano anche la pizza in tutto il mondo, ma se ci togli i pelati (missing), la mozzarella fiordilatte, l’olio d’oliva vergine extra credo sia più giusto chiamarla in altro modo.I livornesi si sono giustamente incazzati quando qualcuno ha spacciato un’insipida zuppetta di pesce precotta per Cacciucco!Anche la mafia è un piatto prettamente nazionale da esportazione!!
Rispondo più serio a Sarapollo, articolando meglio la risposta. E’ ovvio che il pomodoro di Napoli,l’acqua di Napoli e l’ampia diffusione nella cucina tradizionale napolatana di questo piatto semplice sono irripetibili.
Se per “pizza” intendiamo la tipologia napolatena essa si può mangiare solo a Napoli. Se per pizza intendiamo per trasposizione quel piatto fatto di un impasto di farina di grano duro, acqua, sale, un pizzico di zucchero, lievito di birra, pomodoro pelato e mozzarella fiordilatte, secondo me si trova dei prodotti interessanti anche in altre parti d’Italia.
Chiudo dicendo che io la penso come te, che per gustare o imparare a fare un piatto che viene dalla tradizione bisogna respirare l’aria della terra dove è nato e cresciuto.
Tuttavia penso anche che da prodotti “meticci” a volte sono nate varianti interessanti. Anche lo “Spumante” non sarà mai uno “Champagne” ma si può ottenere ugualmente prodotti di alta qualità ugualmente.
Caro Trofea, preferirei sopravvolare sull’impari scontro Champagne Vs. Spumante, li, come sai, tocchi un nervo scoperto.Probabilmente mi sono mal spiegato, ma le mie proprietà dialettiche cominciano a risentire delle numerose sbornie accumulate, è ovvio che la pizza the original sia quella mangiata a Napoli, è altrettanto ovvio che oramai sia diventato un piatto nazionale, è a mio avviso da considerare che , sebbene un piatto diventato nazionale non sia più riconducibile esclusivamente alla sua zona di origine, vanno comunque salvaguardati dei principi produttivi fondamentali.
Se io faccio una torta Sacher e metto della marmellata di ciliegie (frutto misteriosamente demodè) al posto della confettura di Albicocche, il risultato sarà sicuramente ottimo, ma non potrò più chiamare quel dolce Sacher.Se nell’impasto della pizza non metto della farina di grano duro, se uso un similparmigiano al posto del fiordilatte, se uso la passata di pomodoro cinese al posto dei pelati e se friggo il tutto anzichè cuocerlo a “secco”, probabilmente farò un “ottimo” prodotto dal grande successo commerciale, ma dubito che sia corretto chiamare quel prodotto pizza.Tutto qui.
Un mio amico napoletano ha detto:Il fastfudde lo hanno inventato i napoletani, la pizza a mergellina si mangia da sempre 24 ore su 24 e va mangiata piegata in quattro, in piedi, leggiermente piegati in avanti per evitare che l’olio sgoccioli sulle scarpe!
Che dire geniale!!!
Ci siamo capiti.
Vorrei però ricordarti che quando riorganizzi una delle cene mitiche in quei posti meravigliosi dove ci hai portato (La grotta, L’antica farmacia, etc…), spero non ti venga a mente di proporre un’abbinamento con la pizza, ….anche se napoletana.
Ad esser sinceri volevo fare una serata pizza e rosati al cavatappi, chissà?
Con te, ganascia&co. volevo fare una cena con giudizio comulativo da qualche parte, si fa?
Certo un blog sul mangià (scusate mangiare) che inizia senza nemmeno una cena…..si fa proprio onco anco ai maiali (per dirla alla pisana).
Le mie papille gustative sono già in fibrillazione. Io sono uno, con Ganascia siamo in tre (perchè lui conta per due)e con te quattro. Facciamola dai
Ne ho parlato con beniamina che gradisce molto l’idea
Io avrei un idea per un locale appena fuori provincia, ma ovviamente mi va benissimo qualsiasi proposta.
Fatemi sapere
L’altra sera sono tornato da Regginella. L’antipasto misto è fa-vo-lo-so. Crocché di patate, supplì buonissimi, buone anche le crocchette di verdure. Poi c’era un carciofo ripieno grigliato, una torta salata di scarola, peperoni grigliati, un trancettino di lasagne, du’olive, una fetina di salsicciotto. Tutto veramente ottimo.
La pizza è davvero molto buona, ma io preferisco quella più bassa e croccante.
I dolci sono favolosi.
La pizza è buona però devo dire che ho avuto una pessima esperienza per quanto riguarda il servizio a domicilio. Abito a pochissima distanza dalla pizzeria e quindi non può essere stato per il traffico o per la pioggia che ieri sera hanno ritardato ben 55 minuti a portarmi le pizze… questo a me non sembra un comportamento molto serio: 10 minuti, massimo un quarto d’ora ci stanno, ma quasi un’ora è davvero troppo!
Ci sono andato questa estate con la mia ragazza. Ambiente e servizio approssimativi, ma ovviamente non cercavo questo e quindi non mi lamento. Pizza, anche se non è la mia preferita, veramente ottima. Specie gli ingredienti usati e la loro qualità.
Molto buon l’antipasto anche se sono rimasto scioccato dal prezzo.
Difatti per ingannare l’attesa della pizza ho chiesto alla signora di portarmi qualcosa di antipasto a scelta sua per me e la mia ragazza in un solo piatto: diciamo una porzione abbondante.
C’erano vari stuzzichini tutti preparati da loro: ottimi. Però 9 euro e 50 cent solo quello. Ci sono rimasto troppo male e per questo non ci torno piu!
Ma se era abbondante e piu che giusto,praticamente sara il prezzo di un antipasto e mezzo.
se si tratta dell’antipasto misto citato da ganascia, il prezzo mi sembra piuttosto onesto! dipende da cosa hai mangiato! non ci sono mai stato e posso solo azzardare ipotesi varie , ma non t’attapirare x 9,50 euri dai 🙂
Per me 9.50 euro di antipasto in una pizzeria di modesto ambiente sono tanti.
Sono prezzi da ristorante e l’antipasto deve essere pure abbondante e ben presentato ed in piu portate.
9.50 euro in quel posto per un antipasto sono per me alto.
Era un piatto pianio bianco (di quelle che si usa in casa, non quindi grande da ristorante) con 5/6 stuzzichini.
Specie di mini sufflè appoggiato li senza niente altro: presi dalla vetrina e messi li.
“Abbondante”: mi sono scordato le virgolette nel mio posto di su.
Boh,ripeto, mi pare tantissimo.
Ho notato che stanno aprendo un’altra pizzeria Regginella proprio prima della Coop venendo da via Porta a Lucca davanti circa al negozio per animali, in passato c’era già un’altra pizzeria…qualcuno sa niente? visto che abito in zona sarà la volta che la provo!, sicuramente essendo il locale minusco sarà solo da asporto, non so se hanno conservato anche il vecchio locale un po’ più avanti.
Altro giro alla Regginella e altra conferma decisamente positiva. Arriverei a dire che, per quanto riguarda la margherita (e la bufala), quella della Regginella è abbondantemente la migliore che si trova a Pisa.
Tipologia napoletana, il che è un complimento, e corredata dal pizzaiolo decisamente sopra le righe.