Essendo, oltre ad un buon mangiatore, anche un amante della cucina attiva, vorrei abusare di questo blog per lanciare qualche dibattito sulla arte gastronomica.
L’ultimo week-end mi stavo facendo un cacciucco come comanda Iddio, quando sono stato colto da un dubbio amletico. Ma nel soffritto iniziale quali odori metto?
La bibbia della cucina toscana (ARTUSI) dice che nel cacciucco alla livornese ci vuole la cipolla e il sedano. Una ricetta che mi ha fornito un ristoratore di Livorno, riporta invece l’aglio e la salvia. Altri libruccoli di dubbia origine riportano invece oltre che alla cipolla anche la carota (e qui dissento completamente). Un mio amico mi ha detto che lui ci mette addirittura anche l’alloro, oltre alla cipolla e al peperoncino abbondante.
C’è chi ci mette il prezzemolo, chi lo scalogno. Secondo me ci vuole una cipolla di Tropea bella violacea, il peperoncino e semmai qualche fogliolina di alloro.
Tuttavia sono disposto a sperimentare anche nuove varainti.
7 risposte
Visto che il cacciucco ti era venuto piuttosto bono, io insisterei sui consigli del Povero pellegrino, che ha dalla sua autorevolezza e importanza storica
Caro anonimo, chi ti replica è emilio, quel disgraziato ristoratore che propina prevalentemente carne, ma che alle prim armi si dilettava col pesce. Il cacciucco, a parer mio , e anche di molti altri, è una bestiaccia di piatto, che , ben preparato, o meglio, preparato secondo la tradizione livornese,poco si adatta ai palati moderni. Il cacciucco è un piatto di porto, arabo di origine, molto povero di ingredienti.La preparazione deve essere, però ben seguita in ogni suo passo (in qualsiasi versione tu lo voglia fare).Per non dilugarmi troppo, ti posso consigliare di cucinare il cacciucco secondo i modi indicati da paolo Petroni ne “il libro della vera cucna marinara ” edito da il centauro .
Non per sviolinare, ma i baccalà della Bua della Volpe mi mancano un po’
ps dimenticavo, l’Artusi non è toscano ma romagnolo, di Forlimpopoli, e usava dire che i toscani cuociono,gli emiliani cucinano… ciao
Ringrazio Emilio per il consiglio bibliografico. Non mancherò senz’altro di consultare il Petroni. Ringrazio inoltre per la precisazione puntuale su la mia inesattezza bibliografica a riguardo dell’ARTUSI.
la mi’ nonna lo faceva aglio e sarvia 😉
AGLIO E SALVIAAAAAA!!!!!!!!
Comunque, intendiamoci, nel soffritto del cacciucco ci vanno solo aglio e salvia.
Quando però si prepara il brodo di pesce che serve per portarlo a cottura, lì ci vanno tutti gli odori del brodo (sì, anche la carota), che però debbono restare nella pentola, e non finire nel tegame del cacciucco.