Questo ristorante si trova proprio nel centro storico di Camaiore ed è il posto giusto se avete voglia di mangiare funghi!!!Il locale è carino, composto da 3 salette con pochi tavoli che ricreano un ambiente piuttosto intimo (sempre che uno non si trovi una famigliola con 3 bambini accanto!!!). L’ambiente è abbastanza curato e caldo, anche se non ha niente di particolare…è proprio il tipico ristorante che si potrebbe trovare ovunque.Noi ci siamo stati ieri sera e abbiamo cominciato con antipasti misti: ottimo il prosciutto e l’insalatina di porcini crudi, buoni i crostini, le polentine con le salsine, lo sformato di verdure e le polpettine…comunque tutto piuttosto abbondante.Di primo abbiamo preso degli assaggi di tagliatelle coi funghi (senza infamia e senza lode…) e di ravioli con gli ovuli (molto buoni anche se la salsina ti uccide…).Il secondo è il loro punto forte. Noi abbiamo preso tutti un filetto con la cappella del porcino sopra (il filetto cotto al punto giusto e la cappella molto saporita). Di contorno dei funghi trifolati e dei porcini fritti molto buoni.Le torte sono tutte fatte da loro e la nostra crostata coi fichi era proprio buona, pasta fine e non pesante.Per quanto riguarda il vino, noi abbiamo preso una bottiglia di vino della casa, che era buono. Non so se abbiano o no una cantina fornita.Purtroppo non vi posso dire la spesa, visto che ieri sera eravamo ospiti.Ah, se volete andarci vi conviene comunque prenotare con anticipo, soprattutto nel fine settimana, perchè ieri sera ho visto andare via a bocca asciutta molte persone…Voto: in generale direi 3 ganasce e mezzo, perchè come posto per mangiare i funghi è molto buono, considerando che difficilmente si trova un ristorante che faccia funghi a 360 gradi. Insomma, ciritorneremo volentieri!
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2 risposte
Sono costretto, malgrado le propensioni “buoniste” che mi inducono spesso ad evitare commenti negativi (nella maggior parte di questi casi preferisco tacere), a dire male di questo posto.
Piatti mal preparati e deludenti, servizio scadente, prezzi sproporzionati: non so che fine abbia fatto il locale che ricordavo e che corrispondeva a quanto raccontato nella recensione dei Gourmets (delusione doppia, quindi!).
Serata dello scorso week end. Con amici decidiamo di concederci una cena a base di funghi e, su loro proposta, prenotiamo per quattro al Centro Storico.
Le cose si presentano non benissimo sin dal nostro arrivo: veniamo accolti con un “andate nella sala in fondo e sistematevi un po’ voi” (o, comunque, qualcosa di simile). Non che ogni locale debba avere un approccio da Enoteca Pinchiorri o su di lì, ma … si può fare di più!
La cameriera che viene a prendere l’ordinazione, non sgarbata e neanche poco volenterosa, ma decisamente poco professionale (non credo che sia solo per sua responsabilità, anzi …), ci elenca sommariamente il menù a voce (davvero molto sommariamente). Ordiniamo antipasto per quattro, due tagliatelle ai funghi, due tordelli agli ovoli, cappelle di porcini alla griglia per secondo e contorno di porcini fritti per quattro: ricordando le generose porzioni di una volta, evitiamo un secondo più corposo.
Il vino. “Porto il nostro?” ci viene chiesto; chiedo di vedere cos’altro si possa scegliere: vengo invitato ad andare a guardare cosa è disposto su di una piccola dispensa. Fra le (non molte) bottiglie disordinatamente esposte scelgo un Sabiniano di Casanova (Terricciola) prezzato 18 euro (ricarico onesto). Voto alla cantina, comunque, 3 e mezzo (in decimi!).
Giudizi sulle portate:
Antipasto (voto 6): praticamente lo stesso descritto nella recensione. La cosa migliore della cena, anche se in porzioni appena sufficienti.
Primi piatti (voto 4): La ragazza che aveva preso le ordinazioni e servito l’antipasto scompare. Dopo una non brevissima attesa, ne appare un’altra che chiede se vogliamo ordinare il dolce. Fatto presente che avevamo appena finito l’antipasto, aspettiamo fiduciosi. Arrivano i primi. Porzioni ridotte, cottura delle tagliatelle davvero scadente, condimento scarso; per quanto riguarda i tordelli agli ovoli, ripieni di ricotta e spinaci, la crudessa moglie segnala che nel suo piatto ha rinvenuto ben mezzo ovolo, non di più. Forse 4 è un voto eccessivamente alto.
Secondi e contorno: riappare la ragazza dell’inizio che, gentilmente, si scusa per averci “abbandonato”. Arrivano le cappelle di porcino agognate (voto 4): una a testa, la più grande di diametro 7 o 8 centimetri; vederle nei piatti (non grandi, da nouvelle cuisine, ma di quelli piccini da trattoria), quasi vuoti, mettevano un po’ di tristezza. Il contorno di funghi fritti (voto 5 e mezzo) era appena passabile, anche se prevalevano i gambi sulle cappelle. Per accompagnare i secondi ordiniamo una caraffa da mezzo litro di vino della casa.
La pancia non troppo piena ci ha consigliato di ordinare il dessert. Scegliamo fra quelli proposti (pochi, ma tutti fatti in casa) e, dopo poco, la ragazza torna, spiacente, per dirci che quelli scelti erano appena finiti. Le signore rinunciano, mentre i maschietti non demordono: scegliamo un creme caramel, passabile (voto 6) ed una torta di cui ho perso il ricordo (voto: non classificato). Porzioni che continuavano ad essere scarse.
Tre caffè hanno completato la serata, fra gli “è andato tutto bene?” che a turno venivano a chiederci .
Il conto: 160 euro che, diviso 4, fa la bellezza di 40 euro a testa. Decisamente troppo! Le quattro cappelle microscopiche sono state prezzate 10 euro l’una; considerando che il vino aveva un ricarico onesto e, quindi, non ha inciso più di tanto, che i desserts erano solo due, che le porzioni erano decisamente scarse, pensando al livello del servizio, alla cura (scarsa) delle preparazioni, siamo, a mio avviso, completamente fuori dai binari.
Il denaro, tanto più in questi tempi grami, non può essere elargito a chi, evidentemente, non fa di tutto per guadagnarlo con diligenza: non mi rivedranno. Per fortuna (anche non molto lontano da questo posto) ci sono tanti bravi professionisti che meritano stima e fiducia.
Scuserete la lunghezza del commento ma, se resto deluso da un posto, preferisco dettagliare.
Crudessa mi invita a sottolineare che le attese fra una portata e l’altra sono state davvero eccessive (con la beffa di vederci chiedere ogni tanto a che punto fossimo!) e che, nei suoi tordelli, non c’era mezzo ovolo, ma mezza fettina di ovolo!