Dopo aver sbiluciato (sbiluciare non è vernacolo, intediamosi, secondo i più preparati linguisti questo verbo nasce dalla sovrapposizione di sbirciare e lucìare- guardare fissamente, ‘to stare at’ in albionico) durante un tramonto da cartolina, la fertile e amena pianura dal parapetto della rocca degli Aldobrandeschi, quella rocca (XIII° sec.) così descritta da Agostino Cesaretti nel 1788: “Il castello di Sughereto, o Suvereto è situato in pendice, quasi alle falde di poggio, che domina, dalla parte di mezzogiorno una vasta, fertile ed amena pianura…presentemente il Castello di Sughereto è circondato di muraglie con due porte, ed una Rocca”, ho recuperato la mia abituale commensale a tutt’oggi l’unica donna che mi sopporta ancora!) spersa in amorosa cellularesca conversazione e l’ho menata presso la
Rosticceria Peccati di gola da un pezzo assurta al rango di Osteria/Pizzeria , ovvero Rosticceria allargata. Essa si presenta ( a rosticceria, non la commensale) rustica con archetti a vista e dotata di arredamento spartano: tavolate con foglio, du’ posate e un bicchiere (che indica una certa ricercatezza).
Innanzitutto la Margherita costa -vdite vdite- 3 euro e dieci. Allora siccome non volevamo rinunciare a sperimentare la pizza (siete pratici di Suvereto? nosinsomm… v’indico una pizza favolosa!… allora c’è il parcheggio prima d’entraa’ nel centro e sopra subito la trovate in via Don Minzoni 12, ora bimbi devo andà perché mi chiude il gelataio) con notevole mancanza di gusto ordiniamo una Margherita in due. Io mi arrischio insino ad un vino rosso della casa (un quartino perché sennò mi strappano la patente) che poi si scopre essere un Montepulciano di tutto rispetto.
Era ancora nell’aria la eco della nostra comanda quando vediamo passare un magistrale piatto di pasta fatta in casa (pappardelle n.d.r.) con due chili di cinghiale macinato sopra. Uno sguardo e stavamo per mandare la nostra comanda a farsi benedire quando abbiamo deciso di rimanere saldi su mezza pizza e cinghiale con l’ulive per secondo. Insomma o Maremma o morte. Comincio a mescere il buon vino ma prima mi netto l’ugola con un bicchiere d’acqua (una fonte alpina BALDA, buonissima.. sai quell’acqua che ti respira in bocca?). D’un tratto si appalesa la pizza, una pizza bassa, croccante e ben cotta. Nel frattempo, da buoni snobboni, ci intratteniamo con una conversazione dotta sui drammi d’amore e altri paradossi della ragione mentre i nostri vicini, più ciaccioni, berciano del tempo e di questo maestrale che sembra ci funesterà ancora per un bel pò. O metteteci un po’ ‘na pezza. La pizza va via da sé “Favole al telefono!” si chiama la raccolta che GIanni Rodari leggeva al telefono al figlio, quand’era lontano per lavoro…uhh belle anche le controfavole di Tolstoi…il maestrale è una brutta bestia…il servizio è un pò lento…hai furia? io?? no no, però è chiaro che stanno rincorrendo il cinghiale o sono io che ho una fame che smostro ( to demonster in inglese).
Il cignale coll’ulive ci arriva in una scodellina new-age, la porzione è corta e cozza all’occhio colla fame pantagruelica (ho guidato du ore, maremma snake!) ma….accidenti senti l’alloro!! ma questo è il cinghiale più buono che abbia mai mangiato in vita mia. Però quelle pappardelle…affogate nel ragù…
Basta deciso: locale di gran lunga più forte coi primi che coi secondi. O meglio, secondi da manuale ma ti lasciano la voglia (non ricordo se è un bene o un male). Nota negativa: i dolci non sono della casa ma ben presentati (e questi si) in porzione abbondante assai. Via oh si tela che c’è da tornà a Pisa? Si, ndemo putei adelante cum iudicio si puedes…però guarda Suvereto che bomboniera…andiamooooo
Costo? totale 30 euro in due. Ganasce 3 piene!
Osteria – Pizzeria “PECCATI DI GOLA“. Via Don Minzoni 12 Suvereto, tel 0565/828238
2 risposte
Me ne parlarono già bene un pajo di volte, e infatti il posto è saldamente al comando nella mia lista futura. Bella recensione, bravo.
grazie Kreeno, anche io ti seguo spesso! cordialità