Sabato e domenica scorsi toccata e fuga all’Isola d’Elba. Dopo una bella giornata di mare l’ideale sarebbe un’altrettanto bella cenetta di pesce, magari all’aperto. Io però non sono molto fiduciosa… Forse sbaglio ma spesso i posticini caratteristici di mare, con il porto, le viuzze, i negozietti, il mercatino e tanta gente in vacanza… sono il luogo ideale per i classici ristoranti “accalappia turisti”, con scarsa qualità del cibo, servizio frettoloso (tipico dei 5 turni a serata) e soprattutto con il conto che è una mazzata.
Arriviamo a Porto Azzurro e abbiamo già fame. Vediamo dei tavoli (meno di una decina) in un piccolo spiazzo tra le vie del centro storico: il menù ci ispira e i prezzi non sono esorbitanti. Il ristorante si chiama Tamata. La ragazza, gentilissima, ci dice che c’è da aspettare qualche minuto quindi facciamo un giretto e torniamo dopo un po’.
Il tavolo è pronto, ci sediamo e ordiniamo. Arriva un cestino con pane bianco, pane nero e dei grissini artigianali molto buoni. Nell’attesa ci viene offerto un cucchiaio con della spuma di Margarita (come il cocktail, ma “montato”). Poi una specie di polpettina di baccalà seguita da un bicchierino di sciroppo, mi pare di mirtillo. Ci sta bene.
Arrivano gli antipasti. Ho scelto le salsicce di tonno su passatina di fagioli ma assaggio anche la tartare, sempre di tonno. La salsiccia è saporita e speziata, certo non delicata come la tartare ma comunque buona (e soprattutto mi è piaciuta molto l’idea). Inoltre la passatina ci sta benissimo.
Di primo prendo gli spaghetti al riccio: la polpa è abbondante, gli spaghetti sono grossi e al dente. Accanto c’è del pesto con le mandorle per accompagnare il piatto. Lo metto solo su qualche forchettata qua e là perché preferisco sentire il sapore di mare “puro” del riccio (ma ovviamente me lo mangio lo stesso sopra un crostino di pane perché è sfizioso). Assaggio anche i ravioli allo zafferano con ripieno di branzino: il condimento ha un sapore deciso (lo zafferano non è attenuato da altri gusti e c’è anche qualche pistillo). La cosa più buona è il ripieno di branzino, che a volte rischia di risultare troppo delicato, e che invece è saporito e cremoso.
Passiamo al dolce. Assaggio la millefoglie: cialdine croccanti alternate con spuma al mascarpone e scaglie di cioccolato fondente, molto buona. Ma il pezzo forte è il “Cacio e pere”. Prima di tutto il cuoco viene al tavolo e compone il dolce davanti a noi spiegandoci tutti gli ingredienti. Si tratta di due quadrotti di un particolare pan di spagna fatto da loro, bagnato con un liquore dell’Elba (generalmente non mi piace il liquore nei dolci ma questo è leggerissimo) con sopra una crema di formaggio. Accanto fettine di pere caramellate con una generosa manciata di “sbriciolatura” di pistacchi tostati e una spennellata di riduzione al balsamico. Un dolce particolare: sarà stata la novità dei sapori ma a me è piaciuto moltissimo. Di pistacchi poi ne avrei mangiati un quintale (deliziosi, parere unanime). Dimenticavo… come predessert ci viene offerto uno spiedino con qualche pezzetto di frutta.
Veniamo al conto: in 4, con un antipasto, un primo e un dolce a testa, una bottiglia di vino da 24 euro, una di acqua e un caffè spendiamo 150 euro totali. Dopo aver pagato ci alziamo e ci viene offerto un lecca-lecca “da passeggio” al Mojito. Guardando lo scontrino non capisco bene a cosa corrispondano gli importi, che comunque mi sembrano più bassi di quelli riportati in menù. Non c’è il coperto e resto molto colpita, viste anche tutte le cose offerte dalla cucina.
Non ricordo bene quanti e quali fossero gli altri piatti in menù ma posso dirvi cosa ho visto passare durante la cena: ostriche, patate con tagliata, taglieri di formaggi, un tortino di zucchine in crosta di pecorino, dei gamberi… Nonostante mi piaccia non sono una grande esperta di vino comunque la carta mi è sembrata corposa, anche perché il ristorante è anche winebar.
Non so se con l’arrivo dell’alta stagione cambierà qualcosa nella qualità delle preparazioni o nel servizio (davvero molto cortese) ma la mia esperienza è stata, come avrete capito, inaspettatamente positiva. Veniamo alle ganasce ma prima una piccola premessa. Questo mio commento era nato come una semplice segnalazione di un posto nuovo. L’idea di fare una vera recensione mi spaventava un po’ sia per la generica paura di non essere abbastanza brava sia per il fatto che talvolta mi capita di non confermare, con le esperienze successive, la valutazione positiva fatta la prima volta che provo un ristorante. Non è infrequente che anche gli stessi piatti non riescano nella medesima maniera (magari per la cottura, per il sale, per il diverso equilibrio tra gli ingredienti, per la qualità delle materie prime o che so io!). Succede che le porzioni siano un pochino più scarse, che il servizio cambi in base al cameriere che ti tocca, che talvolta anche i prezzi subiscano ritocchini. La premessa è diventata lunga… Mi sbilancio, dico quattro ganasce e aspetto… ovviamente smentite:)
Ristorante Tamata – Via Cesare Battisti 3. Porto Azzurro, Livorno. Tel. 349 3586956 – http://www.tamatawinebar.it/
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6 risposte
Ho provato il posto, non mi è sembrato niente di particolarmente esaltante.
Premetto che siamo capitati in una serata con locale pieno, e ho visto il personale fare veramente i salti mortali.
Sono andato con moglie e figlio.
Innanzitutto poca attenzione per i bambini: non avevano cuscini o seggioli dedicati. Inoltre, ad esempio, la polpettina di baccalà per appetiser a mio figlio non l’hanno portata (ho visto che la stessa cosa è successa in un tavolo accanto).
Capisco l’aria di Margarita di non portarla, ma quella.
Non per la polpettina in sè stessa ovviamente, ma per non dover spiegare a un bimbo come mai a lui non è arrivata..
Abbiamo preso un antipasto, primo e il dolce.
Antipasto ostrica con bloody mary fantastica (ho un debole per le ostriche io…).
Primi non eccezionali, la pasta al riccio in particolare mi ha un po’ deluso: non ho sentito il sapore di mare della recensione… Anzi… Era molto sciapa direi. Il pesto di mandorle e menta ad accompagnamento era buono…
I ravioli di branzino li ho trovati abbastanza anonimi e un pochino troppo salati.
I dolci invece buonissimi, sia il flan di cioccolato che il cacio e pere che veramente è un gradino sopra..
Ma… Per motivi di affollamento i dolci ci sono stati serviti una mezz’ora buona dopo l’ordine…
Mezzora intervallata da un predessert di un ottima granita al cocomero con semi di cioccolata, ma sempre mezzora…
Comunque il personale e in particolare quella che penso sia la proprietaria si sono scusati più volte..
Però io direi che stasera le 4 ganasce non le avrei date…
Gentile Sig. Alessandro, intanto mi scuso di non averle risposto prima, ma leggo solo oggi il suo commento. Chi le scrive è Barbara, la ragazza in sala che, come ha giustamente intuito, è la compagna/socia del titolare Fabio.
Mi preme scusarmi con lei per ciò che riguarda le attese: purtroppo la nostra è una piccola con un solo cuoco e in momenti di grande affollamento può succedere. Purtroppo, come è naturale, c’è un momento critico della sera in cui molte persone arrivano a mangiare contemporaneamente e questo può determinare delle attese, di cui ci scusiamo. Per i bimbi, purtroppo non possiamo tenere seggioloni o cuscini perchè, come avrà visto, il locale di 16mq (inclusi i servizi) igienici non ci lasciano lo spazio per stivarli. Lo precisiamo sempre a chi ce lo chiede prima di accomodarsi al tavolo. Capisco che per voi sia un problema, ma mi creda: con tutta la buona volontà non potremmo davvero tenerli dentro. Il nikuman, il piccolo panino cui fa riferimento, è un piccolo aperitivo che offriamo all’inizio della cena insieme al Margarita. Contiente pensce e non li portiamo più ai bimbi piccoli perchè più volte li abbiamo visti tornare indietro appena morsicati. Ma su richiesto li offriamo con piacere anche ai piccolini. Rispetto ai complimenti su ostriche e dolci la ringraziamo. A proposito delle critiche sui primi piatti, ne terremo conto per migliorare ancora la cucina. Colgo questa occasione per mandarle i nostri saluti e se ritiene di voler replicare o darci altri pareri, la prego di utilizzare anche il nostro indirizzo email. Cordialmente, Barbara
Come al solito, ringrazio tutti quei ristoratori che usano questo blog non per inveire contro il cliente che si lamenta, ma per spiegare e cercare di migliorarsi.
Quindi: grazie Barbara!
Ringrazio Barbara per la risposta (che ho avuto modo di leggere dopo ancora più tempo di lei….), dicendo che hai confermato l’impressione avuta al ristorante di essere davanti a una persona che veramente fa il suo lavoro con passione.
Mi associo a quanto detto da Durthu: le critiche e le repliche costruttive rendono questo mezzo utilissimo sia per noi che andiamo a mangiare , sia soprattutto per chi, dall’altra parte, ha come scopo quello di soddisfare il proprio cliente.
Premio la tua risposta trasformando il mio “Non ci ritorno”, in un “Ci riprovo”. 😉
Poi vi farò sapere.
ci sono stato un paio di estati fa, colpito dall’aspetto che non so per quale motivo faceva intuire di non essere un posto da “spenna-turisti”…
ovvio che non ricordo nel dettaglio cosa abbiamo mangato, ma a distanza di tempo porto un ottimo ricordo della serata e conservo il bigliettino nel portafoglio: diciamo che..ciritornerei volentieri…
Ricordo con affetto il locale conosciuto due anni fa a pranzo e l’anno scorso per cena. Dal 1 al 7 luglio ci ritorno sicuramente con la speranza che il menù sia cresciuto e variato. Barbara ( ora so chiamarsi così) e’ davvero un ospite eccezionale. Quest’anno la famiglia e’ cresciuta…. Mi porterò il seggiolino, pero’ non negategli una polpettone rischiereste un morso a 4 denti….