Dopo aver letto innumerevoli volte che se non si spendono almeno 40 euro al ristorante il pesce non può essere fresco, che 50/70 euro sono giuste perchè il pesce fresco costa, che 100/150 euro si possono capire perchè il pesce il gestore se lo sceglie personalmente, allego un link con un video girato in una giornata normale durante l’asta del pesce a Viareggio. Lo posto per il momento senza commento affinchè possa essere utile a tutti i ciritornini.
http://iltirreno.gelocal.it/foto-e-video/l-asta-del-pesce-ecco-quanto-costa-all-ingrosso-1.5417868
27 risposte
ho capito bene 50 casse 8 euro?????????
no, 8 euro 4 casse di cicale fino ad arrivare a 7 euro 4 casse di cicale.
Il primo invece compra 4 casse di pesce azzurro sempre a 8 euro mentre 30 euro la cassa di pesce diciamo da porzione…no dico…a viareggio eh!
Le cicale io avevo capito 8 Euro a cassa…
si simo, è come dici tu, mi sono incartato io, se prendi 4 casse te li facioa 8 euro a cassa e così via…
ma arriva anche a 7 in fondo
ora ho capito. sempre poco, ma prima mi sembrava impossibile!
…non mi permetterei mai di fare i conti in tasca ai ristoratori, e non ne sarei neppure capace! Immagino che i prezzi del pescato siano altalenanti come per tante altre cose. Se per un periodo non ci sono le cicale, una cassa probabilmente la paghi 28 invece di 8 ! Dal prezzo del mercato ittico a quello del piatto in tavola ci son sì grandi differenze, ovvio, son giustificate da tutte le componenti per far funzionare il locale, piu’ un guadagno chiaramente ! E anche su quello me ne tiro fuori alla svelta 😀 Giunluca, hai fatto benissimo a sottolinerare il fatto, se il prezzo di un piatto di spaghetti alle cicale lo trovi in menu’ a 15/18 euro costava parecchio, ma davvero tanto, quella cassa al mercato!!! 😀
secondo il tuo discorso quindi, se vado al ristorante a volte gli spaghetti alle cicale costano 7 euro, a volte 15… 🙂 🙂 🙂 scherzi a parte, capisco il tuo discorso, sembrerà strano ma la segnalazione non l’ho fatta per fare i conti al ristoratore. Per assurdo che possa sembrare era solo un’indicazione per chiarire che volendo si potrebbe fare ristorazione a prezzi contenuti e non necessariamente questo è sinonimo di congelato o decongelato ( io in matematica non ero forte ma 7 euro una cassetta che contiene 6 kg vuol dire che ti costa meno della salsa al pomodoro…avoglia di componenti da aggiungere per far funzionare il locale!!!) Nei commenti spesso, si paragona la spesa che facciamo noi con quella del ristoratore che ovviamente ha altri prezzi, era solo per chiarire quanta differenza ci fosse
fosse solo la materia prima ad incidere sul costo della ristorazione si spenderebbe poco quasi ovunque purtroppo sui costi incidono altre voci che sul bilancio hanno un peso notevolmente maggiore tipo bollette, affitto, personale, tasse, contributi e via dicendo ….
Bravo m@riotto,per questo è che non ti avventuri ad aprire uno,vero?Poi ci sono le giornate che tutti ti vogliano le cicale e altri nessuno,allora la cassetta fa la brutta fine,anche se la acquisti a prezzo conveniente.Questo è solo un esempio,c’e ne sono tanti altri,ma le cose si conoscono solo quando uno lavora indietro le cullisse.La ristorazione è la cosa difficilissima da gestire,devi essere un po’ di tutto,commercialista,psicologo,chef,fantasioso,attore e alla fine tanto folle.Ma per questo quando un locale va bene,ti da tante soddisfazioni,perchè hai dato meglio di te stesso per farlo rimanere sempre al top.
quando butti una cassetta di cicale che ti è costata 7 euro hai buttato via 7 euro…butto di più io quando i miei figlioli non vogliono mangià la fettina…no, è per dire, lo so che non è facile ma niente è facile quando si lavora, non è che fare il ristoratore è più complicato di altri lavori, scusa se sono presuntuoso ma anche io vengo da una famiglia di ristoratori, so di cosa si parla e in vita mia non ho mai trovato un lavoro semplice da fare e senza problemi. Giustificare il prezzo alto perchè non è semplice prevedere la vendita non mi trova d’accordo, così come pensare che chi commenta non conosca l’argomento o non sappia di cosa stia parlando
Ti do ragione gianluca,che nessun lavoro sia facile,ma credo che la ristorazione sia un po’ piu complicata di un negozio di abbigliamento p.es.Questo è il mio parere,ma posso anche sbagliare.Nella ristorazione ci sono tanti sprecchi,le spese morte,che se facciamo un elenco e gli giustifichiamo nel prezzo finale di un singolo piatto,credo che questo piatto costerebbe almeno doppio di quanto costa ora.Per le 7 euro era solo un esempio,possano essere molto di piu,per altri prodotti non venduti.Poi io non ho detto che si giustifica il prezzo alto con non vendita del prodotto,era solo un esempio delle questioni giornalieri della ristorazione.Ma se hai esperienze personali,saprai tante cose,non so se sono dirette o indirette,in senso che c’e differenza,se uno solo ha visto come si fa,oppure lo ha fatto realmente fianco a fianco lavorando tutti i giorni in squadra,che anche questa cosa non è tanto semplice per un lavoro come questo.Io poi forse non riesco spiegarmi bene,non percè non so di cosa sto parlando,ma me lo impedisce ancora la poca conoscenza della lingua e forse ancora poca esperienza nell settore(mio marito è piu esperto di me,ma non scrive qui).Spero che qualche altro ristoratore scrive qualcosa sul argomento.cordiali saluti gioia
il mio non voleva essere un discorso generale ma specifico partendo dal filmato dell’asta del pesce. L’ho vissuta l’esperienza a fianco dei miei genitori anche se ero un ragazzo, le ho viste di cotte e di crude (mio fratello tra l’altro è chef 🙂 ). Sicuro che è diverso da avere un negozio di abbigliamento ma stare sul mercato con un negozio di abbigliamento potrebbe essere molto più complesso. per esempio, che avere un locale. Il discorso sarebbe lungo e siamo già off topic.
Per il resto sono con te, è comunque un bell’impegno gestire un locale e spesso senza neanche avere le soddisfazioni che uno si meriterebbe.
ah…tra l’altro se ci sono degli sprechi in cucina a mio fratello gli fanno una di quelle parti che la metà basta!
parlando da tecnico, il ristorante è un’azienda alla pari di tante altre, con un grosso vantaggio: se una determinata materia prima va troppo su di prezzo, può decidere di non usarla cambiando il menu, e questo viene visto dall’utente finale (il cliente) come una situazione positiva, tanto che spesso si indica sul menu che “porebbe variare secondo disponibilità del pescato”.
Se un’azienda produce semilavorati in ferro e il prezzo del ferro va alle stelle, non può certo mettersi a lavorare l’alabastro dall’oggi al domani…
Quelli che cita m@riotto sono i cosiddetti “costi industriali” e sono tipici di ogni attività produttiva…
Con questo non voglio certo fare polemica, ma semplicemente favorire la riflessione un pò più ad ampio raggio…
vi voglio bene, eh…
non lo avrei detto meglio. E non c’è polemica marinese, non ti preoccupare, con m@riotto ci si può parlare 🙂
Io aggiungerei che nel 2012, anche nella ristorazione, bisognerebbe avere un minimo di cultura commerciale, così come è successo negli altri settori. Sappiamo tutti che i prezzi li fanno un pò a spanne, mentre quasi tutte le aziende sanno perlomeno la differenza tra margine e ricarico…servirebbe a loro e a noi
ti dirò di più…a volte il prezzo fa il mercato, e non viceversa…
parlavo con la titolare di una nota azienda vinicola della zona, che mi spiegava che quando decise di uscire sul mercato con un rosso di gamma medio-alta, il suo rappresentante le disse di non uscire a meno di 40 € sennò non avrebbe avuto successo…
nella ristorazione un pò capita lo stesso…vero che c’è gente, come tutta quella che popola questo blog, che cerca la qualità a buon prezzo, ma ce n’è tanta, tanta, che se spende tanto è convinta di aver mangiato bene, e che non entra nemmeno dove si spende poco…
continuo a volervi bene 🙂
io invece ho avuto proprio recentemente l’esempio contrario ma con la stessa fine. Una casa vinicola di livello medio-alto aveva prodotti di prezzo da gdo, e quindi nonostante loro volessero posizionarsi su un mercato di alto livello non ci riuscivano. Gli abbiamo quasi “imposto” un nuovo prodotto da lanciare al prezzo di alta gamma.
Sono d’accordo ma non del tutto, il gusto è gusto, è vero che ci sono quelle persone che dici tu ma la maggioranza di loro sa riconoscere cosa è buono da cosa non lo è. Se poi mi dici che (ed era questo il succo del discorso) non considerano un posto all’altezza o dubitano sulla qualità se non spendono tanto, qui mi trovi perfettamente d’accordo
A Livorno c’è un proverbio, un po’ peso come tutti i proverbi livornesi, che dice: “Quelle signore” (chiamiamole così, vai), più si fanno pagà, più ènno belle!
Nessuno dice il contrario, ovviamente se la pasta al pomodoro mi costa meno di quella con le cicale, visto che i costi fissi e di gestione sono quelli, nel secondo caso mi aspetterei che la materia prima costi di più…
boia deh parlo già da chef_ristoratore 🙂
e’ l’ora di smettere di parlare e vedi di passare ai fatti !
ps.
Anche quest’anno sei a Wine & Town ?
quoto a bestia!
🙂 🙂 🙂
spero di si, però prima siamo con Bottura al Castello di Rivalta 🙂 http://www.cheftochef.eu/index.php?id=4
riguardo alla mia “discesa in campo” e che a forza di frequentà ristoratori e chef che ti sconsigliano caldamente visto il periodo di avviare qualsiasi iniziativa non ti aiuta a decidere 🙂
…mi son perso tra le cicale 😀
….si diceva che la differenza tra 28 euro e 120 euro per le cicale ce la mettevi te…
🙂 🙂 🙂
Una domanda,
Ma al mercato ittico di Viareggio, per andarci a comprare cosa serve? ( a parte i soldi).
Partita iva, iscrizione a qualche albo, camerale,niente…