A proposito degli esercenti livornesi…
Lo scorso sabato 26 Luglio mi trovavo a Montenero per una conferenza tenuta da una mia cara amica. Eravamo nella saletta di uno dei due ristoranti che si trovano colà.
E’ un locale che gode di un panorama entusiasmante: si vedono dall’alto tutta Livorno, la pianura, e nelle giornate limpide anche Pisa, i Monti Pisani, la Versilia fino a Bocca di Magra, qualcosa del Golfo di La Spezia, Gorgona, Capraia e Corsica. Un capitale inestimabile per qualsiasi locale. Locale il cui fabbricato risale ai primi del novecento (L’epoca delle terme del Corallo), con modanature e decori àrt decò. Altro valore aggiunto, evidentemente.
Ebbene, che ne è di tutto ciò?
Niente. L’edificio è in condizioni precarie, con intonaco scrostato e persiane cadenti. La saletta è più un locale di sgombero che altro, con sedie scompagnate e mobili raffazzonati, e non viene neppure più usata per la ristorazione, che avviene in giardino, con tavoli e sedie di plastica. Tutto va in malora e nessuno se ne cura, e pensare che con un po’ d’impegno potrebbe venire un locale di qualità extra. Anche la cucina è molto piatta: non più di due ganasce, se fosse una recensione.
Mi fa rabbia insomma vedere sciupata una “location” che di per sé sarebbe da sei.
Non è finita: al piano terreno c’è un bar, che un tempo era la stessa gestione, adesso non so. E’ un bar banale, in cui credo non sappiano neppure cosa sia un mojito. La cosa terribile però è che alle ore 20, di un sabato sera, alla fine di Luglio, tiravano giù le saracinesche!
Ma, dico io, lavorare a Livorno fa schifo? Guadagnare fa schifo? Con una location del genere, basterebbe attrezzarsi con un po’ di musica dal vivo, o un dj in gamba, fare un’ apericena, un buffet, magari ostriche e champagne… Di fronte c’è la stazione della funicolare, che aggiungerebbe molto fascino: si parcheggia a Montenero Basso, viaggetto romantico in funicolare, aperitivo al bar, un po’ di musica, e poi cena al piano superiore, magari con camerieri in abiti ottocenteschi… (Se fossi del mestiere, mi ci metterei io).
Poi ci si lamenta che Livorno dorme, che gli esercizi chiudono, e si dà la colpa al Comune, che non farebbe niente…
Che ne dicono gli amici pisani, che si lamentano della loro, di città?
P.S. Ad aggravare, alle pareti della saletta erano appese delle croste inguardabili, una sorta di personale di un pittore che naturalmente era presente, a cui tutti si affannavano a dire “maestro”…
6 risposte
Boh non so SIlvestro…questa volta non mi trovo molto d’accordo, non tanto nella sostanza ma piuttosto nel prendere questo esempio per generalizzare la oramai stantia immagine del Livornese che non ha voglia di lavorare. Magari manca la preparazione perchè molti pensano che gestire un bar sia semplice e non si fanno venire in mente qualche idea…però è anche vero che non si può semplicisticamente ridurre tutta la questione alla mancanza di voglia e al pressapochismo dei gestori. “basterebbe attrezzarsi con un po’ di musica dal vivo” diritti SIAE da pagare “o un dj in gamba” da pagare se è in gamba “fare un’ apericena, un buffet, magari ostriche e champagne” hanno provato in occasione di Tocca Le Stelle a Montenero ma evidentemente non ha avuto molto successo… “Di fronte c’è la stazione della funicolare, che aggiungerebbe molto fascino” beh, qui i problemi si moltiplicherebbero…chi li paga gli straordinari del personale addetto?: “e poi cena al piano superiore, magari con camerieri in abiti ottocenteschi”…si può fare tutto, basta avere i soldi per farlo e la (quasi) certezza di avere un sicuro ritorno. E’ più probabile che i gestori di cui sopra magari stanno cercando di sbarcare il lunario perchè non hanno più nulla da investire e quindi è troppo tardi anche per organizzare cose come quelle che proponi
“Tocca le stelle a Montenero” è stata un’apoteosi di mediocrità. Sono d’accordo che ci vuole grinta, e capitali, ma quelli mezzo capitale ce l’hanno già (il panorama), e se non sono capaci di trovare l’altro mezzo, peggio per loro: chiuderanno presto. Il commercio è una giungla, non una sinecura. Guardate un po’ cosa è riuscito a fare un macellaio di paese (Il Cecchini).
In definitiva, è la differenza fra un buono e un cattivo imprenditore.
è la crisi che frena le iniziative, o la mancanza di iniziative che genera la crisi?
Voto per la seconda
io voto per la prima e la seconda. Non sono così estremista come Silvestro e comunque non prenderei questo esempio per dire che Livorno dorme e che ai Livornesi gli fa schifo lavorare. Il paragone con Cecchini a mio avviso non c’incastra molto. Escludendo la possibilità di far funzionare di sera la funicolare (che tra l’altro, con quel servizio non c’entra nulla il povero gestore) considerando la cattiva illuminazione del tratto di salita per Montenero, le curve e la totale mancanza di locali post-aperitivo dove concludere la serata nei paraggi, io non lo vedrei cosi automatico il successo di iniziative come quelle che propone Silvestro. Forse una-tantum ma da qui a fidelizzare la clientela ce ne corre… e comunque dovrebbero rischiare per un risultato che potrebbe dargli la mazzata finale anzichè sollevarli. Qualcuno rischierebbe e qualcun’altro no ma non li biasimerei per questo