Diciamo subito che è stata una piacevole sorpresa.
Con un gruppo di colleghi, stavamo aspettando un ospite che sarebbe arrivato alla stazione alle 14.
Nessun ristorante livornese ha accettato di servirci alle 14.30, tranne, appunto, La Barcarola che, fra l’altro, è anche vicina alla stazione.
A dire il vero, mi ero fatto l’idea che fosse un po’ il ristorante “ex famoso”, blasonato ma che dorme un po’ sugli allori (con la storia che ci andavano il vescovo, il presidente Ciampi…). Ci avevo anche mangiato, ma così tanto tempo fa che non me ne ricordo più.
Insomma, ci siamo andati. Il locale è bello, arredato in stile classico, accessibile ai disabili con un montascale. E’ stato l’unico ristorante livornese dove ho visto in tavola le posate da pesce…
Eravamo in quattro, ed abbiamo mangiato: io degli spaghetti alla pescatora, dove il pesce era più della pasta. Ottimi. Due persone hanno preso ravioli di mare, dice molto buoni, il quarto un antipasto di mare, dice ottimo.
Per secondo, in tre totani gratinati, molto molto buoni. Quello dell’antipasto invece una tagliata di tonno fresco, dice squisita. Gli altri caffè, io una crema catalana, che più che altro era una crème bulèe, visto che me l’hanno portata fiammeggiante.
Il menù era ampio, e prevedeva molti classici livornesi, a cominciare dal cacciucco.
Grande carta dei vini. Noi abbiamo preso un vermentino toscano che non ricordo, buono.
Per tutto ciò, una spesa più che ragionevole: € 32 a testa.
Il servizio era curato dal titolare in persona, Beppino Mancini. (Se proprio vogliamo trovare una pecca, mi sono dovuto alzare per chiedere il sale, ma diciamo che è veniale).
Innovazione ce n’è poca, perché il menù è dei più classici, ma la cura delle preparazioni, la qualità degli ingredienti, la ricca carta dei vini, mi fanno assegnare QUATTRO GANASCE e sì, ciritorno.
La Barcarola
vl.e Carducci, 39 0586 402126
Una risposta
Ci sono tornato e, patatrac! Il riso di mare non era cattivo, anche se un po’ insipido. Il gratinato di mare era, ahimè, freddo. Una amica ha rimandato indietro le cozze che, dice, erano immangiabili (e ce ne vuole). La mia crema catalana era buona, come l’altra volta.
Le quattro ganasce se le scordano. Due e mezzo, ed è grasso che cola.