Quella che vi presento oggi è probabilmente l’ultima trattoria popolare di Pisa e dintorni. Stelio è in pieno centro, in Piazza Dante n. 11.
La cosa che immediatamente colpisce di questa trattoria è l’ambiente alla mano dove troviamo a mangiare gomito a gomito il professionista accanto all’operaio e lo studente a fianco del professore universitario.
E adesso allentatevi la cintola!
Il menù (a voce) varia e comprende pappardelle sul daino o cinghiale, pasta e ceci, spaghetti al pesto, ragù, zuppa, cacciucco, bollito con salsa verde, salsicce e fagioli, stinco di maiale arrosto, totani fritti, seppie in umido e via di questo passo. La cucina è robusta e dedicata a chi ama i sapori toscani, l’olio abbonda, il fiasco del vino è sul tavolo.
Primo, secondo, acqua, vino, macedonia e caffè: 11 euro.
Aperto solo a pranzo (purtroppo).
Proporrei tre ganasce belle piene!
Elephant Bistrot – Livorno.
All’inizio dell’Estate, mi son trovato in piazza Mazzini, ad una sorta di fiera in cui, stranamente, non c’era niente da mangiare. Ho
8 risposte
ragazzi se date 3 ganasce a Stelio ( posto favoloso, quasi commovente) le esigo anche per il N11. sennò ci si piglia per le natiche qua 🙂
Che ricordi, nel ’79 ci mangiavo tutte le sere,dopo la caserma! Allora in cucina c’era la mamma. Ricordo quelle favolose penne all’arrabbiata, il pesce spada e quel fresco vino bianco nel fiasco, che non ricordo che bianco era!
Vado pazzo per le trattorie popolari. Lunga vita a Stelio! (ricordo famelici pasti lì consumati da studente, vale a dire 25/30 anni fa), ma …. 3 ganasce???!!!!
Forse è il caso di rivedere il giudizio.
Ci mangiavo anch’io da studente, tre ganasce, concordo in tutto.
volevo condividere con voi uno stralcio dell’articolo del filosofo Iacono
apparso dul TIRRENO del 17/12/2011
“Housmann, ‘Mbai, Job, Ali, Modou ( i vucumprà che gironzolano per piazza Dante, chi ha fatto l’università a Pisa li conosce per forza) sanno tradurre il loro negoziare e il loro camminare in dignità. Mi è ormai impossibile immaginare quel campus universitario che di fatto è piazza Dante, dove a ora di pranzo la leggendaria trattoria di Stelio offre l’ultimo fritto misto di umanità diverse, senza Housmann, Ali, ‘Mbai, Job, Modou e gli altri, senza il loro modo di parlare, vestire, guardare, sorridere, arrabbiarsi, insistere, e prendere in giro noi coloniali.”
Ve ne siete accorti che su 2spaghi (orrore!) c’è la stessa recensione, pubblicata il 21 Aprile 2009?
Ci copiano, anche!
Dopo tre anni di lontananza sono finalmente tornato da Stelio.
Quasi niente è cambiato. I piatti sono più o meno quelli di sempre, nel bene e nel male. Qualcuno si lamenta che a volte la pasta è scotta e il sugo slegato: è vero. Il servizio a volte e approssimativo? Vero. Non vi piace fare la fila fuori? Pazienza.
Non avete capito: Stelio non è un locale dove si va una volta per mangiare e fare una recensione o raccontarlo agli amici. Stelio è un “porto” da frequentare e conoscere, con calma.
Entro dopo tre anni e vengo calorosamente accolto da Stelio, da Grazia e dai figli. Si mangia e si parla con uno sconosciuto al nostro tavolo. Stelio ci racconta degli aneddoti, ci parla dei nipoti, ci mostra una coppa. Entra un conoscente, lo saluto, parlo…
Poi ci sono anche le tagliatelle al pesto, le polpette, il cacciucco e il ponce, ma quelle servono solo a nutrire il corpo.
Stelio si vanta di cucinare come sua nonna. Se vostra nonna vi fa la pasta scotta non è che smettete di volerle bene, vero?
Come a casa. Quando in una casa si sta davvero bene.