Da Sante: ristorante, pizzeria, rosticceria – Ponte a Elsa

Oggi sono andato per varie faccende a Poggibonsi. L’idea era di tornare a casa a mangiare (a Livorno), ma non ricordo mai che a Castelfiorentino il Sabato c’è mercato, il che mi ha obbligato a tornare indietro e fare il giro lungo. Insomma, all’una ero appena a Ponte a Elsa.
E’ un paese singolare, metà nel comune di San Miniato, e metà in quello di Empoli (e quindi anche in due province diverse). Il confine è costituito dal fiume Elsa, e dice che le lotte campanilistiche fra le due metà siano più feroci che fra Livorno e Pisa, Berlino Est e Berlino Ovest…
Qualcuno sostiene anche che da queste parti Lorenzini abbia ambientato Pinocchio: di sicuro aveva studiato in seminario a Colle Val d’Elsa, e quindi almeno ci passava…
Basta chiacchiere.
Data la precedente deludente esperienza all'”Osteria Bianca” (vedi rece), questa volta ho deciso di andare di fronte, “Da Sante”, appunto.
Il locale si presenta come un tipico esercizio di paese: appena si entra c’è il bancone del bar, un po’ più a sinistra quello del buffet, con una ricca selezione di salumi, porchetta compresa, poi il bancone rosticceria, con un bellissimo pezzo di arista allo spiedo; dietro, il girarrosto, e un bel fuoco di BRACE.
Un po’ più avanti ancora la porta della sala ristorante.
Ambiente spartano, coprimacchia di non tessuto, bicchiere da osteria.
Il menù è di stretta osservanza toscana e stagionale: ravioli maremmani ai funghi, pappadelle al cinghiale, lasagne, arista, roast-beef, ossobuco, e griglia.
Quando sono da solo di solito la bistecca non la prendo, perché non posso mangiarmi un chilo di carne, e diffido sempre di quelle più piccole (“Le son braciole!”), questa volta però ho fatto un’eccezione: solo bistecca e contorno (patate arrosto), niente primo. Le patate eran buone, anche se un po’ freddine, ma la bistecca era STREPITOSA, una delle migliori mai mangiate, al livello di quelle di Sanesi. Cotta alla perfezione, al sangue ma non sanguinolenta, con un sapore di brace inconfondibile. Da sola, vale il viaggio.
Una fetta di una dignitosa torta del nonno di pasticceria, acqua, e vino della casa, ottimo: un fiaschetto “a calo” di un sangiovese della zona, Chianti probabilmente, che non aveva nulla da invidiare a bottiglie più blasonate.
Per tutto ciò, € 24.
3 ganasce e mezzoIl locale, e tutto il resto, non sono certo da quattro ganasce, e quindi ne assegno TRE e mezzo. È un posto dove fanno una robusta cucina di tradizione, in maniera impeccabile. Certo che ciritorno, per provare pappardelle e arista.
Indirizzo: Via Livornese, 299, 50053 Osteria Bianca FI
Telefono: 0571 931081
P.S. Passando, ho visto che il locale “Osteria Bianca” (che ha dato il nome a quella frazione di paese) ha probabilmente cambiato gestione: l’aspetto è più curato, e una lavagna diceva “tartufi”. Forse vale la pena farci un’altra visita.

 

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